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Cristina morta dopo un volo di 40 metri, la famiglia: “Qualcuno la stava vessando”

Quarantadue anni, un figlio piccolo, dei trascorsi di mobbing e persecuzioni che l’avevano indotta a lasciare il lavoro solo un mese prima. Cristina, giovane mamma di Gioiosa Marea è morta all’alba del 2 luglio 2018, dopo un volo di quaranta metri da una strada a strapiombo sul mare. Per la famiglia qualcuno l’avrebbe spinta al terribile gesto.
A cura di Angela Marino
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Quarantadue anni, un figlio piccolo, dei trascorsi di mobbing e persecuzioni che l'avevano indotta a lasciare il lavoro solo un mese prima. Cristina Piraino, giovane mamma di Gioiosa Marea è morta all'alba del 2 luglio 2018, dopo un volo di quaranta metri da una strada a strapiombo sul mare. Suicidio, decreta la conclusione dei rilevi, ma la famiglia di Cristina non ci crede, non con gli immensi sforzi che stava facendo per difendersi dai problemi sul lavoro. Cristina, infatti, era in terapia da uno psicologo a cui aveva raccontato delle vessazioni subite dove lavorava, in una struttura per ricevimenti della provincia di Messina, dove era stata assunta come wedding planner. Qualcuno, infatti, le aveva fatto delle avances che lei aveva respinto, rifiuto rivelatosi un boomerang.

Aveva detto alla sorella di essere vittima di mobbing

Cristina, stando ai racconti della sorella Angela a ‘Chi l'ha visto' (che ha dedicato un lungo servizio al caso) le aveva descritto il suo luogo di lavoro come un'inferno', per uscire dal quale si era rivolta anche a Giulia Bongiorno. All'avvocato che ha fondato l'associazione ‘Doppia difesa' a sostegno delle vittime di violenza e abusi, Cristina aveva scritto una lettera in cui raccontava la sua storia facendo nomi e cognomi.

Cara dottoressa, le scrivo dalla Sicilia, mi chiamo Cristina e sono la madre di un bambino di quattro anni. Negli ultimi di cinque anni ho affrontato e mi aspetterà l'inferno. Mi hanno distrutto la vita i sogni e anche le speranze Ho tanta paura per me e per la mia famiglia, vorrei raccontarle tutto di persona, le giuro che non sono una mitomane.  Avevo contattato il suo studio due anni fa, ma non pensavo che la storia sarebbe arrivata a questo punto, la prego, mi aiuti.

È interessante notare quali termini abbia utilizzato per esprimere ‘paura' per se stessa e per la propria famiglia. Un sentimento, quello dell'angoscia, che anche amici e familiari le avevano visto negli occhi, tanto che la notte della sua morte, la sorella Angela non aveva trovato strano che uscisse ‘a fare una passeggiata' alle 3 di notte. "Andava spesso a pregare alla chiesa del Tindaro – spiega sempre a Chi l'ha visto – pensai che avesse i suoi guai e volesse chiedere un miracolo".

L'incidente e il volo nel dirupo

Che l'avesse chiesto o no, il miracolo non ha avuto il tempo di avvenire perché Cristina è morta circa due ore dopo. È stata ripresa dalle videocamere della sorveglianza stradale alla guida della sua ‘Daihatsu' grigia, mentre vagava per le strade di Gioiosa. Ha poi imboccato la Stradale che collega Patti a Milazzo, ma prima ha passato i caselli, dove l'addetta di turno è rimasta colpita dal fatto che Cristina le avesse detto di non avere i soldi per pagare il pedaggio. Imboccata la Statale con la sua ‘Daihatsu' è andata a schiantarsi con l'auto contro il guardrail che ripara la strada. Sotto, un dirupo di quaranta metri, dove Cristina, dopo essere uscita illesa dall'auto, si è lanciata. A testimoniare la scena un conoscente ed ex collega sopraggiunto sul posto durante l'incidente, che così racconta quegli attimi:

Dissi alla ragazza di aspettarmi un minuto e darmi il tempo di togliere la moto dalla strada così avrei potuto  darle soccorso, subito dopo aver parcheggiato il mio mezzo nella piazzola di sosta la ragazza scese dalla vettura con rapidità e senza esitazione scavalcò il guardrail per poi lanciarsi a braccia divaricate nel dirupo.

La madre: esasperata da qualcuno

Cristina non sopravvive all'impatto, muore, come accerterà l'autopsia per le lesioni procurate dalla caduta. Quale che sia la causa della morte, la famiglia della giovane mamma non crede che si sia lanciata di sua volontà. Crede, invece, che possa essere stata istigata, spinta da qualcuno o qualcosa dal quale si sentiva senza via d'uscita. "Mia figlia era generosa, aiutava tutti, ma proprio tutti. E poi era pazza del suo bambino non lo avrebbe mai lasciato", racconta la madre. "Qualcuno deve averla spinta a farlo". Proprio a lei Cristina aveva confidato la frase che il suo terapeuta soleva ripeterle spesso, a proposito dei problemi con alcune persone per rappresentarle il logorio interiore al quale era sottoposta: la goccia spacca la pietra. Se è vero, come sostiene la famiglia, che Cristina non abbia avuto scelta, che sia stata esasperata e vessata da qualcuno, di chi si tratta? Sono forse le stesse persone di cui voleva parlare ‘di persona' con Giulia Bongiorno? Chi era la ‘goccia' che scavava la vita di Cristina?

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