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Cortina d’Ampezzo, l’ira del settore turistico invernale: “Offesi dal nuovo governo”

Impianti sciistici chiusi fino al cinque marzo: durissima la reazione del mondo del turismo invernale. Il settore, già provato da un anno di chiusure, è in rivolta. A Cortina d’Ampezzo si parla di “offesa” e si preparano i licenziamenti al personale.
A cura di Elia Cavarzan
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"Il 5 marzo non riapriremo mai", racconta un ristoratore del centro, "inutile che ci dicano riaprirete il 17, riaprirete il 20, faranno come l'altra sera, tutto chiuso senza preavviso". A Cortina d'Ampezzo, dove in questo momento si stanno svolgendo i mondiali di sci alpino, la scelta del Governo di chiudere gli impianti sciistici fino al 5 marzo, ha fatto arrabbiare tutti: albergatori, ristoratori, gestori degli impianti di risalita. Una rivolta senza precedenti.

"Con i mondiali a porte chiuse", spiega Elisabetta Dotto dell'Hotel Ambra Cortina, "abbiamo lavorato un po' ma  sicuramente non abbiamo raggiunto il potenziale di occupazione degli scorsi anni". Incalza, "la decisione di chiudere gli impianti sciistici, al contrario di come ci era stato promesso, poche ore prima dell'inizio, significa non tenere in considerazione il nostro settore. Pensavo che il governo Draghi fosse attento ai numeri e alle imprese, invece ora sono preoccupata per il prossimo futuro". Erano tutti attrezzati, impianti a norma, investimenti avviati, personale assunto. Poi è arrivato il niet.

"Avvisati all'ultimo minuto dopo settimane di preparazione. Ho paura per quello che accadrà di noi", Adriano Lorenzi dell'Hotel Montana, in centro a Cortina, sta già preparando i licenziamenti. "Stiamo viaggiando al 30% rispetto agli altri anni. Quando finiranno i mondiali mi trovo costretto a licenziare le cameriere perché il lavoro non ci sarà; speravo che Draghi mettesse un freno contro tutto questo bailamme di gente che parla e propone chiusure, ma evidente non è così. Speriamo ci sia un cambio di passo".

Dall'impianto di risalita Faloria Cristallo, l'Arch. Enrico Ghezze è avvilito: "domenica eravamo in montagna a preparare le piste per l'apertura e poi, con sole 5 ore di anticipo ci è stato detto che non si sarebbe ripartiti. Questa chiusura è stata più offensiva delle altre proprio perché è arrivata all'ultimo momento. Ora dobbiamo riflettere se aprire il 5 marzo perché siamo in una pessima situazione visto che avevamo già assunto gli operai per l'intera stagione".

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