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Come sta l’insegnante che si è dato fuoco a Rende: è in condizioni gravi ma stazionarie

Secondo quanto apprende Fanpage.it il 33enne è in condizioni gravi ma stazionarie e non sarebbe ancora in grado di respirare autonomamente.
A cura di Davide Falcioni
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Sono ancora molto gravi ma stazionarie le condizioni dell'insegnante calabrese di 33 anni che tre giorni fa si è dato fuoco davanti alla stazione dei carabinieri di Rende, in provincia di Cosenza. L'uomo è attualmente ricoverato nel centro grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli: secondo quanto apprende Fanpage.it non sarebbe ancora in grado di respirare autonomamente e – dopo un primo intervento chirurgico – i sanitari non si sbilanciano su un eventuale ritorno sotto i ferri. Tutto dovrebbe dipendere dall'evoluzione del quadro clinico e da come il 33enne risponderà alle cure somministrate dai medici partenopei. Il giovane insegnante ha riportato ustioni di terzo grado alla testa e agli arti inferiori e superiori.

Premiati i due gommisti che per primi hanno soccorso il 33enne

Questa mattina intanto il Prefetto di Cosenza ha premiato i primi soccorritori dell'insegnante, ovvero Roberto Viatore e Dmytro Berezyak, due gommisti che dopo aver assistito al gesto disperato dell'uomo sono accorsi per spegnere le fiamme.  Ai due il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, ha riservato un ringraziamento particolare, ricevendoli in Prefettura. "Ai soccorritori è rivolto, a nome delle Istituzioni, un sentito ringraziamento per l'elevato senso civico dimostrato nel compimento di un atto coraggioso per trarre in salvo una persona che non conoscevano". I due lavoratori "non hanno esitato ad intervenire spontaneamente, muniti di alcuni estintori, per tentare, riuscendovi, di spegnere le fiamme che avvolgevano l'insegnante e prodigandosi per aiutarlo come meglio potevano". Il Prefetto ha ricordato che "sono proprio gesti come questi che dimostrano, ancora una volta, che il nostro Paese si caratterizza per un elevato senso di solidarietà sociale in grado di superare l'indifferenza e gli egoismi di ognuno, anche rischiando di mettere a repentaglio la propria incolumità".

L'insegnante non stava protestando contro il Green Pass: la nota dei familiari

Ieri la famiglia del docente ha smentito le voci diffuse, secondo cui l'uomo si sarebbe dato fuoco per protesta contro il Green Pass. Il 33enne infatti era già vaccinato da tempo con due dosi di vaccino anti covid e presto avrebbe fatto anche la terza, come prevedono i protocolli sanitari; di conseguenza aveva tutte le carte in regola per lavorare nella scuola. "Spiace che siano state diffuse notizie infondate circa le motivazioni del gesto e che si stia speculando su una vicenda che richiederebbe il giusto rispetto e un doveroso silenzio", hanno spiegato i parenti del 33enne. "Il gesto non è in alcun modo riconducibile ad una protesta per il mancato Green pass, visto che al nostro parente erano già state inoculate le prime due dosi di vaccino e si era in attesa della terza. Chiediamo silenzio e rispetto del dolore e della privacy, purtroppo già ampiamente violata, anche per consentire al personale sanitario di agire nel migliore dei modi e senza alcuna pressione mediatica", conclude la nota.

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