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Bari, neonato abbandonato in una culla davanti ad una chiesa: “Luigi, ti ameremo per sempre”

Un neonato, dall’età precisa ancora ignota, è stato trovato fuori alla chiesa San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco di Bari dal parroco che ha allertato le forze dell’ordine. Il piccolo, abbandonato in una termoculla, è stato ricoverato in ospedale, dove versa in buone condizioni. Sul caso indagano i carabinieri.
A cura di Ida Artiaco
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immagine di repertorio.
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Il parroco della chiesa di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco di Bari ha ricevuto questa mattina una vera e propria sorpresa: all'ingresso dell'edificio, che si trova in via Arcidiacono Giovanni, ha trovato una termoculla con all'interno un neonato, che è stato abbandonato dai suoi genitori. Accanto a lui c'era anche un bigliettino, probabilmente lasciato dai genitori, con indicazioni sul nome da dare al piccolo: Luigi. "Mamma e papà ti ameranno per sempre". Il sacerdote ha immediatamente allertato i carabinieri, che a loro volta hanno contatto il Policlinico di Bari, dove il piccolo, un maschietto, di cui tuttavia non si conosce l'età esatta, è stato trasferito e dove al momento è ricoverato nel reparto di neonatologia. Le sue condizioni sono buone e non destano preoccupazione. Sull'episodio indagano i militari della stazione locale, che si sono messi sulle tracce della mamma e del papà del bimbo, per dare loro un nome e un volto.

Non è la prima vota che si verifica un episodio del genere. Tra gli ultimi, in ordine temporali, si ricordi la vicenda del piccolo Giorgio, il bambino abbandonato in fasce ad aprile dello scorso anno nei pressi del cimitero di Rosolina, in provincia di Rovigo, ancora con il cordone ombelicale attaccato e in un borsone sportivo. A fare la drammatica scoperta erano stati i frequentatori del camposanto, che hanno sentito il pianto disperato del bambino e hanno immediatamente dato l'allarme chiamando i soccorritori. Alla fine del 2019, invece, aveva commosso l'Italia la storia di Giovannino, anche se in quel caso si sapeva chi fossero i genitori, che lo avevano abbandonato a Torino perché affetto da una grave malattia rara, l'Ittiosi Arlecchino, che fa crescere la pelle sette volte più veloce del solito, obbligando chi ne è affetto a stare lontano dalla luce solare oltre a comportare una serie di difficoltà respiratorie e deformità facciali.

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