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Divisi alla nascita, mamme e figli che si cercano

Alla disperata ricerca del fratello: “Me lo portarono via quando avevo 11 anni, aiutatemi”

Ana, una donna rumena di 36 anni residente in provincia di Padova, è alla disperata ricerca del fratello, Ioan Bogdan. All’incirca nel 1996, il bimbo è stato dato in adozione ad una coppia italiana: “Si chiamano Laura e Franco”, ricorda. Dopo diverse ricerche senza risultato, Ana si è rivolta a Fanpage.it con la speranza di avere notizie del fratello, che oggi dovrebbe avere 25 anni. “L’unica cosa che ho di lui è una foto che lo ritrae con i suoi bei capelli ricci e gli occhioni nocciola”.
A cura di Mirko Bellis
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E’ grande il dolore di Ana, una donna rumena di 36 anni residente in provincia di Padova. Da molto tempo è alla ricerca disperata del fratello, Ioan Bogdan. All'incirca nel 1996, il bimbo è stato dato in adozione ad una coppia italiana. Da allora, del piccolo si sono perse le tracce. Dopo diverse ricerche senza risultato, Ana si è rivolta a Fanpage.it con la speranza di avere notizie del fratello, che oggi dovrebbe avere 25 anni. "L’unica cosa che ho di lui è una foto che lo ritrae da piccolo con i suoi bei capelli ricci e gli occhioni nocciola".

La caduta del comunismo e le difficoltà di una famiglia numerosa

“La mia è una storia dura – inizia il suo racconto – perché vengo da una famiglia numerosa e i miei genitori, pur lavorando, avevano mille difficoltà ad andare avanti”.  Siamo a Bucarest nei primi anni ’90 del secolo scorso; il dittatore comunista, Nicolae Ceausescu, al potere in Romania da oltre un ventennio, è stato giustiziato da poco. Il Paese è nel caos e sono lunghe le file di persone in cerca di cibo davanti a negozi alimentari vuoti. “Dopo la rivoluzione mio papà ha perso il lavoro – ricorda Ana – ed eravamo costretti a mangiare nei centri per i poveri”. “E’ in questo periodo che mia mamma è rimasta di nuovo incinta. Anche se avesse voluto abortire non avrebbe potuto – sottolinea – perché si è accorta troppo tardi di aspettare un bambino”.

Ioan Bogdan nasce nel 1994 a Bucarest. E’ l’ultimo di sette fratelli. Quando ha circa due anni, una dottoressa dell’ospedale in cui è nato propone ai genitori di dare in adozione il bimbo ad una coppia italiana. Per il piccolo è l’inizio di una nuova vita; per Ana, invece, una ferita che ancora non si è rimarginata.

L’assenza improvvisa del fratellino: il ricordo traumatico di Ana

“Ero io ad accudirlo: gli cambiavo il pannolino, gli davo da mangiare – continua tra le lacrime – e poi è sparito nel nulla. Mi ricordo che quel giorno i miei genitori ci mandarono in campagna e quando ritornammo a casa, Ioan Bogdan non c’era più. Avevo solo 11 anni, ma è stato uno choc, un trauma che ancora adesso non riesco a superare”. “Da quanto ho potuto sapere – aggiunge Ana – un giorno una coppia italiana è venuta a prenderlo e, probabilmente, nei suoi documenti la data di nascita è stata cambiata”. “Ho provato a cercare qualche documento dell’adozione ma non ho trovato nulla che possa aiutarmi a risalire all'identità dei suoi genitori adottivi. L’unica cosa che in questi anni sono riuscita a sapere da mia mamma sono i loro nomi: Laura e Franco”. “Perché hanno portato via proprio mio fratello? In Romania c’erano, e continuano ad esserci, migliaia di bambini abbandonati negli orfanotrofi. Perché non hanno preso uno di loro?”, sono gli interrogativi senza risposta di Ana.

Spariti i dossier di migliaia di adozioni concluse prima del 1998

La Romania ha introdotto una nuova legislazione in tema di adozioni disciplinando anche il diritto per gli adottati a conoscere le proprie origini. Ma non solo: i genitori biologici o parenti stretti possono richiedere informazioni quali la conferma dell’adozione, l’anno in cui è avvenuta, se è stata nazionale o internazionale e, infine, se l’adottato è ancora in vita. Purtroppo per Ana, l'Autorità rumena per la protezione dei diritti dell'infanzia non possiede nei suoi archivi i dossier delle adozioni concluse prima del 1998. Solo pochi anni fa, inoltre, la Romania aveva ammesso di non avere più alcuna informazione su 1500 bambini dati in adozione a famiglie straniere dopo il 1997.

Il viaggio in Italia alla ricerca di Ioan Bogdan

“Ho deciso di trasferirmi in Italia con la speranza di ritrovare mio fratello. In tutto questo tempo non ho mai smesso di pensare a lui. L’ho cercato su Facebook, senza nessun risultato finora”. “Mi auguro che rendendo pubblica la mia storia, Ioan Bogdan si possa riconoscere e decida di farsi vivo. Non so se i suoi genitori adottivi gli hanno mai raccontato la verità sul suo passato. Non è mia intenzione ferirlo né creargli dei problemi – conclude Ana – vorrei solo sapere se sta bene”. Qualora qualche lettore abbia notizie per aiutare Ana a ritrovare il fratello, può contattare la redazione scrivendo a segnalazioni@fanpage.it.

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