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Torna in India la salma della giovane stuprata. Presto avrebbe dovuto sposarsi

Il corpo della 23enne stuprata dal branco su un autobus e morta dopo giorni di agonia è tornato a New Delhi, dove continuano le proteste di chi vuole maggiore sicurezza. Intanto si è saputo che la giovane avrebbe sposato a febbraio il ragazzo aggredito insieme a lei.
A cura di Susanna Picone
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Il corpo della 23enne stuprata dal branco su un autobus e morta dopo giorni di agonia è tornato a New Delhi, dove continuano le proteste di chi vuole maggiore sicurezza. Intanto si è saputo che la giovane avrebbe sposato a febbraio il ragazzo aggredito insieme a lei.

Un intero Paese pregava affinché la 23enne stuprata da sei uomini su un autobus di New Delhi riuscisse a sopravvivere da quella terribile violenza subita, una speranza che però si è infranta all’arrivo della notizia da Singapore della morte della ragazza. Una morte che ha riportato in piazza migliaia di giovani dimostranti, di nuovo nella Capitale indiana per chiedere che sia fatta giustizia. Per chiedere delle pene dure per quanti si macchiano di queste terribili violenze nei confronti delle donne. Alcune migliaia di manifestanti si sono radunati nelle ultime ore vicino all’osservatorio del Jantar Matar, uno dei luoghi riservati dalle autorità per le manifestazioni. Sono in corso sit-in pacifici e fiaccolate di solidarietà, alcuni dimostranti – secondo quanto ha mostrato la tv Ibn – hanno anche provato a sfondare le barricate erette dalla polizia lanciando sassi. L’intera zona è presidiata dalla polizia e dalle forze anti-sommossa. Intanto, a New Delhi, è tornato il corpo della giovane vittima: la sua salma è arrivata all’aeroporto alle 4.15 ora locale (le 23.45 di ieri in Italia) con un volo speciale. Ad attendere la vittima c’erano il primo ministro Mahmohan Singh e Sonia Gandhi, presidente del Partito del congresso.

L’Onu: il governo di New Delhi deve agire contro i colpevoli – La sua famiglia ha voluto che i funerali si svolgessero in forma privata, il corpo della giovane è stato cremato secondo la tradizione induista poche ore dopo essere arrivato da Singapore. Si è anche saputo che la giovane vittima di questa terribile violenza presto avrebbe sposato il suo fidanzato, il ragazzo che è stato aggredito insieme a lei lo scorso 16 dicembre. I due sarebbero diventati una sola famiglia il prossimo febbraio. Questa vicenda – che purtroppo non è l’unico esempio della violenza contro le donne in India, stupri che spesso diventano omicidi – ha commosso particolarmente il Paese e non solo: alle Nazioni Unite, anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki moon, ha espresso la sua profonda desolazione per quanto avvenuto e ha chiesto al governo di New Delhi di agire contro i colpevoli in maniera rapida. Perché, dice l’Onu, la violenza contro le donne non deve mai essere accettata, scusata o tollerata.

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