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Test universitari anticipati a luglio: il Codacons annuncia il ricorso

La decisione del ministro dell’Istruzione Profumo di anticipare i test d’ingresso non è piaciuta a nessuno: gli studenti protestano, insieme a loro ci sono presidi e professori e anche il Codacons annuncia un ricorso collettivo al Tar.
A cura di Susanna Picone
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La decisione del ministro dell’Istruzione Profumo di anticipare i test d’ingresso non è piaciuta a nessuno: gli studenti protestano, insieme a loro ci sono presidi e professori e anche il Codacons annuncia un ricorso collettivo al Tar.

Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha deciso di anticipare i test di ammissione all’università nel mese di luglio e non più a settembre, come accadeva fino a un anno fa. Una scelta che ha scatenato l’ira degli studenti che si lamentano perché, in questo modo, non c’è il tempo di prepararsi, considerata la vicinanza agli esami di maturità. E anche il Codacons, dopo le polemiche degli ultimi giorni, ha parlato di questa decisione come di “una scelta assurda che viola il diritto allo studio degli studenti italiani”. Per questo motivo l’associazione dei consumatori ha annunciato un ricorso collettivo al Tar: “La scelta del ministro – spiegano – si pone in contrasto con una serie di principi e norme costituzionali, a partire dal diritto allo studio, nel cui ambito rientra certamente il diritto di quanti intendono misurarsi con i test di ammissione alle facoltà a numero chiuso, e di poter disporre del tempo minimo necessario per prepararsi adeguatamente”. Per questo la scelta di Profumo – le date dei test universitari in questione sono state fissate per il 23,24 e 25 luglio – penalizza molto gli studenti che avranno appena concluso gli esami di maturità. Il ministro, spiega il Codacons, non può pretendere che migliaia di studenti si giochino il loro futuro, senza avere la possibilità di poter svolgere una fase minima di preparazione.

Il ministro Profumo si difende: “Servizio migliore agli studenti” – L’associazione dei consumatori ha parlato anche di una “scelta irrazionale” proprio perché da un lato si sceglie di far svolgere i test universitari agli studenti ma dall’altro gli si nega il tempo necessario per studiare “come se si trattasse dell’ammissione a qualche corso scolastico serale e non invece dell’inizio di un percorso di studio decisivo”. Francesco Profumo, da parte sua, ha commentato la “rabbia” degli studenti spiegando il perché della sua decisione e difendendo questa scelta: dal punto di vista del ministro anticipare a luglio i test di ingresso è un modo di “rendere il sistema più ordinato” e di offrire “un migliore servizio agli studenti”, oltre ancora ad arrivare a un allineamento di date con le università degli altri Paesi europei: “Abbiamo preannunciato l’operazione a marzo dell’anno scorso e nei prossimi giorni daremo le prime indicazioni sui contenuti dei test, che saranno allineati a quelli dell’esame di maturità creando così una continuità nella preparazione”. Profumo ha anche aggiunto che “il 10% della valutazione sarà determinato dal risultato della maturità”.

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