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Dialetti d'Italia

Tenere l’artéteca: l’antica origine medica del famoso modo di dire napoletano

Qualunque napoletano ha sentito, almeno una volta, questo curioso modo di dire: dire a qualcuno che “tiene l’artéteca” oggi non è più un’offesa, ha spesso un senso canzonatorio, ma in passato ha indicato una grave malattia che colpiva soprattutto i bambini. Ecco l’origine del celebre modo di dire.
A cura di Federica D'Alfonso
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Artéteca: l'origine e il significato del termine napoletano.
Artéteca: l'origine e il significato del termine napoletano.
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Il dialetto napoletano ha accolto nel suo vocabolario un termine che viene da molto lontano per indicare l’irrequietezza e la frenesia caratteristiche, ad esempio, dei bambini: una parola niente affatto semplice o scontata, divenuta colloquiale fra i parlanti di Napoli e dintorni ma con una storia molto particolare. Non è semplice vivacità: “tenere l’artéteca” è molto di più.

L’origine latina: una vera e propria malattia

Innanzitutto l’artéteca non è un modo di essere: l’artéteca “si tiene”, quasi come una malattia. E in effetti, anche se oggi questa curiosa parola è entrata nell’uso comune per indicare, molto spesso in modo canzonatorio, vivacità e irrequietezza, la sua origine è ricondotta proprio al lessico medico. Nel suo “Vocabolario napoletano lessigrafico e storico”, pubblicato a metà Ottocento, Vincenzo De Ritis individua l’etimologia del termine nel tardo latino “arthritis”: una particolare forma di febbre reumatica che provoca forti spasmi involontari alle articolazioni.

L’artéteca, in quest’accezione, era malattia diffusa soprattutto fra i bambini, e almeno fino alla metà del Novecento ha costituito una vera e propria piaga sociale. La sua comparsa era considerata, nei casi più, gravi, sintomo della presenza di un malessere interiore: già i latini la chiamavano “gutta”, credendo che la malattia fosse provocata da un umore che colava “a goccia” nelle articolazioni provocandone l’irrequietezza. Lontana parente del cosiddetto ballo di San Vito e del ben più complesso tarantismo, in antichità si credeva diretta conseguenza del male ipocondriaco.

Con il passare del tempo il dialetto ha esteso la sfera d’uso di questa parola, rendendola quotidiana, colloquiale e, nella maggior parte dei casi, canzonatoria. Chi non riposa mai ed è sempre in attività, chi è perennemente frenetico e vive la propria quotidianità in modo convulso e agitato o chi, semplicemente, è estremamente vivace: se conoscete qualcuno così, sempre in movimento ed incapace di star fermo, attenzione. Potrebbe “tenere l’artéteca”.

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