Hai
nuove notifiche!
Attualità
Politica
Spettacolo
Sport
Innovazione
Cultura
Donna
Roma
Milano
Napoli
Dialetti d'Italia
73 contenuti su questa storia
condividi
Agosto 2020
"Quattro aprilante, giorni quaranta". Se piove il 4 aprile, piove per 40 giorni?
Un antico detto napoletano recita: "Quattro aprilante, giorni quaranta". Che, in pratica, significa che, se piove il 4 aprile, pioverà anche per i successivi 40 giorni. Ovviamente, si tratta di una credenza popolare, senza alcun fondamento scientifico. Ma da cosa ha origine questo detto, tra i più famosi a Napoli?
1
Che cos'è la cazzimma?
Storia e significato della parola napoletana cazzimma, uno dei neologismi più apprezzati del dialetto napoletano. Cosa vuol dire? Lo rivelano in una lunga analisi il dizionario Treccani e l'Accademia della Crusca. Si tratta di un modo di dire ormai conosciuto e ampiamente utilizzato anche fuori città.
77
Mandrakata: l’origine cinematografica e il significato della parola in dialetto romanesco
Una parola che Gigi Proietti, scomparso il 2 novembre nel giorno del suo ottantesimo compleanno, ha fatto entrare nell'immaginario collettivo. Ormai è divenuta una parola a tutti gli effetti italiana, ma la sua origine è da ricercare nella goliardia del dialetto romanesco e dall'immaginario che esso ha saputo creare anche a livello cinematografico: in particolare, la “mandrakata” nacque a tutti gli effetti con un film, anche se il personaggio dal quale deriva è molto più vecchio. Ecco la sua storia.
21
"Che te rode, 'a piazzetta o er vicolo der Moro?": perché in dialetto romanesco si dice così?
Si tratta di una simpatica alternativa alla ben più diretta provocazione legata ad un “fastidioso prurito in una parte ben precisa del corpo”: questa frase, espressione di una cultura popolare vivace e fantasiosa, ha una lunga storia che inizia nell'Ottocento in uno dei rioni più affascinanti di Roma. È infatti a Trastevere che si trova il vicolo del Moro: ecco la sua storia.
33
Marzo 2020
Pastiera e casatiello: ecco perché in dialetto napoletano si chiamano così
Giambattista Basile li cita addirittura ne La Gatta Cenerentola: già nel Seicento si chiamavano così, anche allora pietanze immancabili sulla tavola dei napoletani. La pastiera e il casatiello fanno da sempre parte della tradizione culinaria pasquale, ed entrambe queste ricette nascondono una storia e una simbologia antichissime ed affascinanti: ma perché il dialetto napoletano le chiama così?
888
Luglio 2019
La "marénna" nel dialetto napoletano? Non è una semplice merenda
Anche se l'etimologia è pressoché la stessa, quando il dialetto napoletano usa il termine marénna non intende certo "solo" la classica merenda. Si tratta di un qualcosa di più complesso, gustoso e quasi sacro, qualcosa che sa di quotidiano e di tempo di lavoro e di riposo: ecco cos'è la marénna a Napoli.
115
“Zompafuosso”: nel dialetto napoletano non sono solo i pantaloni a chiamarsi così
Termine famoso ormai anche nell'italiano, “zompafuosso” designa un particolare tipo di pantaloni, troppo corti alla caviglia tanto da far sembrare chi li indossa pronto a saltare un fossato. Ma nel dialetto napoletano questa parola ha anche un’altra storia, legata alla malavita e ai rituali che testavano il coraggio dei nuovi affiliati. E ai coltelli.
108
Il “guaglione” nel dialetto napoletano: qual è la vera origine di questa parola?
Si tratta forse di una delle parole più famose e conosciute del dialetto napoletano, entrata anche nel vocabolario italiano per indicare, molto semplicemente, un "ragazzo". Ma anticamente la lingua napoletana identificava col guaglione un tipo di ragazzo molto particolare, cresciuto per strada e, per questo, diverso da tutti gli altri. Anche la sua etimologia è stata molto dibattuta: ma qual è la vera origine di questa parola?
211
Giugno 2019
Da buffettone a scóppola: in dialetto napoletano esistono 85 modi per chiamare le percosse
Buffettone, scóppola e votavraccio: in dialetto napoletano esistono ben 85 modi di "mazziare" qualcuno. Che lo schiaffo sia a mano aperta o soltanto accennato, o il pugno diretto alla testa o alla bocca, ogni colpo ha un nome ben preciso e un'origine altrettanto emblematica. Ecco le più curiose.
102
"Mannaggia santa Pupa": perché il dialetto romano invoca una santa che non esiste?
Santa Pupa è stata da sempre, almeno una volta, sulla bocca dei romani: invocata soprattutto quando si ha a che fare coi bambini e, in generale, senza alcuna intenzione sacrilega. E come si potrebbe, dato che in realtà santa Pupa non esiste? Ma il dialetto romano la conosce, e molto bene: il perché, forse, nell'antica mitologia latina.
192
Coatto: perché si dice così? L'origine della parola
La sua etimologia è la stessa della parola italiana: "coatto" deriva infatti dal gergo giuridico, ma in romanesco questa parola ha assunto un significato molto più ampio, capace di comprendere un’intera categoria di personaggi rozzi e sopra le righe. Oggi è possibile incontrarlo ovunque, ma in passato il "coatto" era assimilato alla malavita delle periferie: ecco la sua storia.
35
‘O i’ lloco, ‘o i’ llanno e ‘o i’ canno: perché nel dialetto napoletano si dice così?
In dialetto napoletano non basta dire “eccolo qua” o “eccolo là” per indicare qualcosa che è vicino o lontano: esiste una vera e propria “declinazione” sul modello latino, utilizzata in modo molto particolare a seconda delle occasioni. E, come spesso accade, il significato non è solo quello letterale: ecco tutti i modi in cui il dialetto dice “o ‘i lloco”.
188
Che cos'è la 'nziria? Nel dialetto napoletano é più di un semplice capriccio
Come molte parole del dialetto napoletano, il suo significato non è traducibile alla lettera senza perderne le sfumature caratteristiche: perché la 'nziria è sì un capriccio, ma molto più ostinato e fastidioso del normale, che molto spesso non ha un motivo ben preciso. La sua etimologia è ancora più complessa: ecco la storia di questa parola.
172
Maggio 2019
Piotta: l’origine e il significato (non solo economico) di questa parola del dialetto romano
Anche con l’avvento dell’Euro il romanesco non ha modificato il particolare modo in cui conta i soldi: ancora oggi capita spesso di sentire nominare, fra le altre, la "piotta". Ma cosa indica di preciso questa parola, e soprattutto, da dove deriva? La sua storia è molto particolare, e inizia nell'Ottocento: per merito di un papa.
69
Aprile 2019
Aumm aumm: il significato della curiosa espressione napoletana, fra metafore e gestualità
Moltissime parole, nel dialetto napoletano, hanno bisogno di essere accompagnate da gesti che ne completano il significato: è il caso anche di “aumm aumm”, la curiosa espressione utilizzata per indicare qualcosa di losco, di nascosto, o di veloce. Un modo di dire conosciuto da tutti, in cui i gesti sono indispensabili per chiarire tutto il significato di questa figura retorica.
109
"Quattro aprilante, giorni quaranta". Se piove il 4 aprile, piove per 40 giorni?
Un antico detto napoletano recita: "Quattro aprilante, giorni quaranta". Che, in pratica, significa che, se piove il 4 aprile, pioverà anche per i successivi 40 giorni. Ovviamente, si tratta di una credenza popolare, senza alcun fondamento scientifico. Ma da cosa ha origine questo detto, tra i più famosi a Napoli?
11.567
Mandrakata: l’origine cinematografica e il significato della parola in dialetto romanesco
Ormai è divenuta una parola a tutti gli effetti italiana, ma la sua origine è da ricercare nella goliardia del dialetto romanesco e dall'immaginario che esso ha saputo creare anche a livello cinematografico: in particolare, la “mandrakata” nacque a tutti gli effetti con un film, anche se il personaggio dal quale deriva è molto più vecchio. Ecco la sua storia.
81
Perché il "carusiello" si chiama così? L'origine e il significato della parola nel dialetto napoletano
Il dialetto napoletano conosce molte parole con una storia davvero particolare: come quella del “carusiello”, l’indispensabile oggetto sul quale il popolo contava in passato per conservare i propri risparmi. Questa parola, nata a Napoli durante la dominazione spagnola, è presente anche nel vocabolario italiano, ma con un significato molto diverso: ecco la sua storia.
141
Marzo 2019
“Si nu Mamozio”: perché nel dialetto napoletano si dice così? Colpa di un politico dell’antica Roma
Mamozio è un "personaggio" tipico del dialetto napoletano, e non solo per merito del celeberrimo film di Totò “Il monaco di Monza”. Si tratta di un modo di dire, e di insultare qualcuno, molto più antico di quello che si pensa: la sua origine è legata a quella di un politico dell’antica Roma, e alla città di Pozzuoli. Ma il suo uso nel dialetto è dovuto ad un curioso "scambio di persona".
190
"Che te rode, 'a piazzetta o er vicolo der Moro?": perché in dialetto romanesco si dice così?
Si tratta di una simpatica alternativa alla ben più diretta provocazione legata ad un “fastidioso prurito in una parte ben precisa del corpo”: questa frase, espressione di una cultura popolare vivace e fantasiosa, ha una lunga storia che inizia nell'Ottocento in uno dei rioni più affascinanti di Roma. È infatti a Trastevere che si trova il vicolo del Moro: ecco la sua storia.
202
“Scetavajasse”, “putipù” e “triccheballacche”: gli strumenti musicali nel dialetto napoletano
La musica è sempre stato un aspetto fondamentale per la vita e le tradizioni partenopee. Napoli ha inventato dal niente tantissimi strumenti che sono ormai diventati parte della vivace orchestra che accompagna la vita della città e, per loro, ha coniato dei nomi davvero curiosi e originali. Come nel caso dello “scetavajasse”, o del “putipù” e del “triccheballacche”: ecco qual è la loro storia.
75
Febbraio 2019
"Mazz' e panell' fanne 'e figli bell": l’antica origine del celebre proverbio napoletano
E "panell' senza mazz fann e’ figl pazz": generazioni di figli, napoletani e non, sono cresciuti con questa massima di vita. L’antica saggezza custodita dai proverbi ha origini molto lontane, e in alcuni casi inaspettate: è il caso del celebre detto che, a ben vedere, non è conosciuto solo a Napoli e in Italia, ma risale addirittura all’Antico Testamento.
11.257
“La paranza dei bambini” di Saviano vince a Berlino: il titolo del film nel dialetto napoletano
"La paranza dei bambini" ha conquistato il Festival di Berlino 2019. Un racconto duro e ostinato delle vite di dieci ragazzi napoletani, "piscetielli" della paranza camorristica della città: ed è proprio dall'analogia con la "paranza" e con il significato che questa parola ha nel dialetto napoletano che il film, ispirato all'omonimo romanzo di Roberto Saviano, ha tratto la sua forza.
785
Dagli “sciuscià” alle “pinozze”: quando l’americano entrò nel dialetto napoletano
Nel 1943 gli Alleati entrano a Napoli. Di quegli anni difficili, oltre alle foto in bianco e nero e ai romanzi, restano le parole che il dialetto napoletano ha imparato dai soldati americani: storpiandole e adattandole ad una quotidianità fatta di miseria e guerra. Dai famosi "sciuscià" alle gustose "pinozze", ecco le parole più curiose giunte dall'America attraverso il dialetto napoletano.
71
Gennaio 2019
Le parole dimenticate del dialetto: “milosciuòccolo” e “macriata”, e quella Napoli che non esiste più
Anche le parole dimenticate possono raccontarci qualcosa del passato: sono moltissimi i termini che i napoletani non usano più, di cui si sono perdute le origini e perfino i significati. Molto spesso, sono parole che appartenevano ad una città che non esiste più, né nei luoghi né nelle tradizioni: eccone alcune davvero curiose.
133
“Fare una caciara”, perché in romanesco si dice così? Per colpa dei pastori del passato
Un’espressione molto curiosa che è entrata anche nell'uso comune dell’italiano e che ha un’origine molto particolare: se vi dicono che state facendo una “caciara” molto probabilmente qualcosa non sta andando per il verso giusto. Ma perché si dice così? L’origine del termine romano è da ricercare nelle abitudini dei pastori dell'Appennino del centro Italia.
135
La “ciardona” del dialetto napoletano? Deriva dall'ungherese, e da una danza popolare
La parola, che in dialetto napoletano ha una connotazione anche abbastanza offensiva, ha un’origine molto particolare: ricorda infatti una tipica danza ungherese resa famosa da compositori come Liszt e Strauss chiamata appunto “ciarda”. Ed è probabilmente da qui che il napoletano ha tratto ispirazione per il termine: dalle formose locandiere di inizio Novecento.
42
Dicembre 2018
Ecco perché gli “struffoli” si chiamano così: dall'antica Grecia al dialetto napoletano
La tradizione napoletana vuole che sulla tavola delle festività non manchino mai gli struffoli: le piccole palline al miele, arricchite molto spesso con confetti di zucchero, sono uno dei dolci con i quali Napoli festeggia il Natale e saluta il nuovo anno. Ma qual è la loro origine, e perché si chiamano così?
1.063
La "zampogna": l'origine greca della parola che racconta l'amore del dio Pan per una ninfa
Si tratta di uno dei simboli che scandiscono le festività natalizie: l’immancabile suono della zampogna accompagna da sempre il Natale, ma la sua origine è molto lontana dalle celebrazioni cristiane. Questo strumento nasce infatti nell'antica Grecia e al suo nome è legato quello di Pan, il dio metà uomo e metà capra: ecco la vera origine della “zampogna”.
519
di
Marta Ferraro
I modi di dire in napoletano per indicare situazioni o persone sfortunate
La tradizione popolare napoletana è molto attenta alla fortuna.. Il dialetto napoletano, influenzato da questa caratteristica, è per questo motivo ricco di coloriti e divertenti modi di dire che indicano persone sfortunate o che attraversano momenti difficili e dunque privi della cosiddetta "ciorta".
242
Gesticolare mentre si parla, una prerogativa napoletana: la sua origine nell'antica Grecia
Dal celeberrimo gesto delle corna a quello, altrettanto famoso e diffuso anche nel resto d’Italia, del “che ‘vvuo?”, Napoli possiede un vastissimo vocabolario fatto di gesti e movenze tipiche che la distinguono da tutte le altre città. Ma perché questa pratica è così diffusa, e qual è la sua origine? Senza dubbio, è molto più antica di quello che pensiamo.
361
Perché la minestra "maritata” si chiama così?
La minestra maritata è uno dei piatti tipici più famosi della cucina napoletana. Immancabile sulla tavola natalizia, questa ricetta ha origini molto antiche che risalirebbero addirittura ai romani, anche se furono gli spagnoli a renderla famosa nel Regno di Napoli. Ma perché si definisce “maritata”?
1.763
Novembre 2018
Zàmparo, il "cafone" partenopeo: qual è l'origine di questa parola del dialetto napoletano?
Nel significato il zàmparo é molto simile a quello che ormai, anche in italiano, chiameremmo "cafone". Un termine dispregiativo ed ingiurioso che, come spesso accade per i dialetti e soprattutto per quello napoletano, ha una storia molto particolare. Ecco quale.
21
Ognuno aspetta “a’ ciorta”: ma cosa significa davvero questa parola, nel dialetto napoletano?
In realtà vuol dire tante cose: fortuna sfacciata o dannata, destino beffardo o complice, fato o futuro sconosciuti. Ma com’è possibile che un’unica parola significhi così tante cose? Forse perché il dialetto napoletano ha capito che la “ciorta” è una sola, perché comune a tutti. Come cantava anche Pino Daniele.
45
“Jesce sole”: il famoso modo di dire (e la canzone) del dialetto napoletano nasce con Federico II
Una filastrocca, una cantilena speranzosa che le lavandaie intonavano dalla collina del Vomero: la storia di “Jesce Sole” è molto affascinante e attraversa i secoli per giungere fino a noi con “La Gatta Cenerentola”. Ma quest’espressione è divenuta tipica anche della parlata quotidiana: ecco la sua origine.
94
Da ciapàr a bugnòn: il dialetto milanese e la sua antica origine celtica
Gran parte del vocabolario del dialetto milanese deriva dalle parlate delle antiche popolazioni celtiche che hanno abitato, fino a sei secoli prima di Cristo, l’antica Mediolanum. Antichissime sono le origini della città, così come quelle di molte parole usate ancora oggi: ecco quali.
237
Ottobre 2018
Il “femminiello” a Napoli: l’origine sacra di una parola piena di storia e folklore
La lingua napoletana ha inventato una parola che non ha corrispettivi in nessun altro dialetto: questo perché la figura stessa del “femminiello” non conosce pari, né per importanza né per fascino. Si tratta di un personaggio quasi mitologico in quel di Napoli, il cui carattere “sacro” è attestato fin dall'antichità e la cui importanza nella storia della città è fondamentale. Ecco perché.
753
Se a Napoli ti dicono che “te si ffatto comm’ accetta”, che vuol dire?
Di sicuro non ci si deve sentire lusingati: il curioso modo di dire infatti nel napoletano assume un significato particolare in un particolare contesto, soprattutto fra i giovani. Essere "tagliato con l’accetta" si sa, nasconde qualcosa di rude e sgraziato: ma in napoletano che vuol dire?
101
“Abbacchiarsi”: da dove deriva questa curiosa espressione del dialetto romanesco?
Di origine latina, questa curiosa espressione del dialetto romanesco si è diffusa nel gergo popolare per indicare una persona particolarmente “provata”: ma da dove deriva precisamente questo modo di dire? Non tanto dall'omonimo piatto della cucina laziale, ma da una pratica molto più antica che lo riguarda.
117
“Scinnm a cuoll”: cosa vuol dire questa curiosa espressione del dialetto napoletano?
Una situazione sgradevole e pesante, o una persona estremamente invadente e maleducata hanno un’unica soluzione: il dialetto napoletano l’ha trovata in una vivace espressione che letteralmente vuol dire “lasciami in pace” ma che, come sempre accade nel gergo partenopeo, vuole significare molto di più di quello che pensiamo.
490
Settembre 2018
“Perdere Filippo e o’ panaro”: perché a Napoli si dice così?
Il celebre modo di dire è legge nelle situazioni d’incertezza: mai indugiare troppo, altrimenti si rischia di perdere tutto. Il dialetto napoletano ci ricorda il rischio di perdere “Filippo co tutt o’ panaro”: ma da dove deriva questa curiosa espressione? E questo Filippo, soprattutto, chi è?
459
L’origine della “crianza”: in napoletano, qualcosa di più della semplice buona educazione
Fare “un’imparata di crianza” e lasciare “il morso della crianza”: il dialetto napoletano tiene molto alle buone maniere e per spiegarcele utilizza un termine molto curioso, derivato dallo spagnolo, con una storia molto particolare.
302
Parlare “a buffo” ed essere pieni di “buffi”: perché in dialetto romanesco si dice così?
Secondo alcuni dal francese, secondo altri dal veneziano: come nascono questi particolari modi di dire propri del dialetto romanesco? E soprattutto, cosa vogliono significare? Una cosa è certa: se un romano rivolgendosi a voi utilizza questa parola fate attenzione, non vi sta definendo “divertenti”.
30
Perché a Napoli la “saittella” si chiama così?
Qual è l’origine della curiosa parola? Ma soprattutto, il suo significato è soltanto quello letterale oppure può accadere che esso diventi metafora di qualcosa di più? Sebbene derivi dal latino e nasca nel Medioevo, il termine ha poco a che fare con la storia: ecco perché.
100
Agosto 2018
La “pizza”, il piatto napoletano per eccellenza: ma anche l’origine della parola lo è?
L’origine partenopea della celebre pizza Margherita è indiscutibile. Dalla leggendaria data della sua invenzione fino ad oggi è divenuta simbolo di Napoli in tutto il mondo, imitata ovunque: ma la parola “pizza” è anch'essa napoletana?
257
Da “vongola” a “bancarella”, l’insospettabile origine napoletana delle parole italiane
Moltissime parole del vocabolario italiano hanno origine grazie ai dialetti: una storia lunga fatta di adattamenti fonetici e morfologici che in molti casi hanno celato la loro vera natura. Il napoletano, ad esempio, ci ha regalato moltissime parole che oggi utilizziamo quotidianamente: ecco quali.
109
Pacchero, ciofeca e crisommola: le curiose parole napoletane che derivano dal greco
Napoli conserva ancora oggi, soprattutto nella sua lingua, le tracce del passaggio delle numerose civiltà che l’hanno abitata nei secoli: come nel caso della lingua greca, che ha regalato al dialetto tantissime parole e modi di dire utilizzati ancora oggi, alcuni dei quali davvero curiosi.
3.205
Luglio 2018
Perché la pasta alla carbonara si chiama così? Ed è proprio vero che è nata a Roma?
È forse il piatto più famoso e imitato della cucina romana: ma la pasta alla carbonara potrebbe non avere origini autenticamente laziali. La sua etimologia è incerta, così come la sua storia: ecco cosa si racconta sulla celebre ricetta.
195
Tenere l’artéteca: l’antica origine medica del famoso modo di dire napoletano
Qualunque napoletano ha sentito, almeno una volta, questo curioso modo di dire: dire a qualcuno che “tiene l’artéteca” oggi non è più un’offesa, ha spesso un senso canzonatorio, ma in passato ha indicato una grave malattia che colpiva soprattutto i bambini. Ecco l'origine del celebre modo di dire.
226
Vasinicola: perché in napoletano (e non solo) il basilico si chiama così?
Il dialetto napoletano conserva ancora oggi delle parole dietro cui si nasconde una lunga storia fatta di miti, superstizioni e leggende: è il caso della "vasinicola", la nobile “pianta dei re” che durante il Medioevo suscitava paura e timore in chiunque la nominasse.
603
Roma
Milano
Napoli
Attualità
Politica
Spettacolo
Sport
Innovazione
Cultura
Donna
Esteri
Musica
Scienze
Design
Viaggi
Calcio
Motori
Lavoro
Diritto
Backstair
Storie del giorno
Mostra altre storie
Le nostre
Rubriche