Come evitare la notriphobia, l’ansia di non aver prenotato le vacanze

Solitamente in questo periodo l'argomento principale di discussione, a cena con gli amici oppure in pausa pranzo coi colleghi, sono le vacanze estive. C'è chi ha prenotato il viaggio della vita, chi sta programmando un on the road, chi sta già pregustando il momento in cui si rilasserà su una spiaggia tropicale, chi invece partirà alla volta di una capitale europea. Insomma, per molti queste settimane sono decisive per stabilire l'itinerario e prenotare, così da far cominciare ufficialmente il conto alla rovescia per le tanto agognate ferie estive. Eppure questa frenesia può diventare per qualcuno fonte di ansia e stress: si parla di notriphobia.
Cos'è la notriphobia
La notriphobia è la paura immotivata di non riuscire a prenotare le vacanze, è quell'ansia che ti assale quando tutti intorno a te hanno già stabilito e programmato tutto, mentre tu sei ancora in alto mare. Lo suggerisce già il termine, che è la fusione di trip (viaggio) e phobia (paura). Questo timore ha molto a che fare con la socialità, più che con il viaggio vero e proprio, perché è appunto il timore di perdere una preziosa occasione di socializzazione. E non riguarda solo le ferie estive, ma anche i ponti, di cui il 2025 è pieno: si può approfittare di ben 32 giorni di vacanza prendendo solo 6 giorni di ferie strategici.
La dottoressa Martina Migliore, psicoterapeuta e Direttrice Formazione e Sviluppo di Serenis, ha spiegato:
La notriphobia è più di una semplice voglia di viaggiare: può nascondere bisogni emotivi legati alla fuga, al controllo o al confronto sociale. Se questa paura diventa invalidante o genera stati di ansia costanti, un percorso di psicoterapia può aiutare a comprendere e gestire le emozioni. Per chi soffre di notriphobia, il primo passo è riconoscere che il viaggio è solo uno degli strumenti di socializzazione, non l’unico. Il segreto sta infatti nel ridefinire questi concetti: il viaggio non è solo un volo verso una destinazione esotica, ma anche un'esperienza di scoperta che può avvenire ovunque, soprattutto nella quotidianità. È utile concentrarsi su ciò che si può fare nel presente: promuovere la conoscenza con nuovi gruppi di persone dagli interessi comuni, partecipare a gruppi di interesse online per mete specifiche e in generale ogni attività che possa arricchirci
socialmente.
Quali sono le cause della notriphobia
La dottoressa Martina Migliore ha spiegato che le cause della notriphobia sono da ricercare, molto spesso, in problematiche legate alla socializzazione: si temono l'indifferenza altrui, la mancanza di connessione emotiva e di empatia con un gruppo sociale. È questa bassa autostima a far scaturire la paura di non poter viaggiare, di non riuscire a pianificare una vacanza. E avanza proprio in soggetti che di socializzazione hanno molto bisogno. Sono solitamente persone che riconoscono quanto proprio il viaggio sia un'occasione di crescita personale, un'esplorazione e una scoperta di sé, dunque vivono male questo blocco nella loro evoluzione. Ma c'è di più: c'è la pressione sociale, che genera una sensazione di inadeguatezza in chi non riesce a viaggiare.
Come si manifesta questa paura
La dottoressa Martina Migliore ha spiegato:
La notriphobia può manifestarsi sotto diverse forme: sensazione di ansia e stress, frustrazione o tristezza, invidia e confronto negativo con chi riesce a viaggiare spesso, irritabilità e malumore legati alla percezione di monotonia della propria vita e la conseguente compensazione con altre attività compulsive, come ad esempio lo shopping o un eccessivo
utilizzo dei social.
Cinque consigli per non farsi prendere dalla notriphobia
Secondo l'esperta:
Dal punto di vista psicoterapeutico, la notriphobia può essere affrontata attraverso strategie cognitive e comportamentali per ridurre l’ansia e migliorare la gestione delle emozioni legate all’incertezza e miglioramento dell’autostima.
In primis bisogna accettare l'incertezza, il fatto di non poter avere assoluto controllo nei confronti di ciò che avverrà, oltre che dalla scarsa autostima. Bisogna poi rivalutare il concetto di viaggio e non viverlo come una privazione assoluta, dando rilievo anche ad esperienze più piccole, come possono essere quelle nella propria città o nelle immediate vicinanze. La dottoressa consiglia poi di praticare la gratitudine, dunque riconoscere e apprezzare anche le esperienze apparentemente più piccole e insignificanti. Importante è gestire il confronto sociale: ciò che si vede online è spesso filtrato e non rappresenta la realtà nella sua totalità, ecco perché non bisogna dare troppo peso a ciò che si vede online, dove sembra che tutti siano perennemente felici e in vacanza. Per questo motivo, limitare l'uso dei social può ridurre la sensazione di inadeguatezza e disinnescare il continuo confronto ossessivo con gli altri. Infine pianificare e creare una lista di luoghi da visitare può dare un senso di progettualità senza alimentare eccessivamente lo stress.