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Stamina, Vannoni: “Contento per Noemi, ma dovrà attendere forse 4 anni”

Oggi il Tribunale dell’Aquila ha detto sì al metodo Stamina per la piccola Noemi, malata di Sma1. Una notizia commentata dal presidente di Stamina Foundation: “Contento ma anche amareggiato per le liste d’attesa troppo lunghe”.
A cura di Susanna Picone
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Oggi i giudici del Tribunale dell’Aquila hanno detto sì alla piccola Noemi, hanno deciso di concedere alla bambina affetta da Sma1 le cure con il metodo Stamina. Una decisione ovviamente accolta con estrema gioia dai genitori della bimba di Chieti e anche dal presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni. “Sono molto contento per la decisione dei giudici di consentire alla piccola Noemi di curarsi con il metodo Stamina, ma ora – ha spiegato Vannoni – parta una sperimentazione seria, si reclutino i pazienti, il ministero non continui a prendere tempo”. Se da un lato Vannoni dice di essere contento per la bimba, dall’altro afferma anche di dispiacersi perché nonostante questa decisione del Tribunale “essendoci 150 pazienti in lista d’attesa prima di lei, si curerà forse tra quattro anni”. Quando insomma forse Noemi non ci sarà più. Una soluzione alle liste d’attesa potrebbe essere un decreto della Regione Abruzzo con cui il metodo Stamina possa essere applicato in un altro ospedale e non solo a Brescia.

Rendere pubblico il metodo? “Una richiesta insensata” – In ogni caso Vannoni non dimentica quella che è la questione prioritaria che ruota attorno al metodo Stamina, e cioè la sperimentazione di cui ieri ha parlato anche il ministro Lorenzin. “Non abbiamo nessuna notizia dal ministero – ha spiegato Vannoni – ma vorremmo che cambiasse la metodologia: prendano 30 o 40 pazienti in lista d’attesa affetti da Sla midollare, li sottopongano alla terapia e dopo otto mesi ci dicano se stanno meglio o peggio”. La gente – ha spiegato Vannoni – vuole sapere questo, “se il metodo Stamina funziona o no”. Vannoni ha inoltre commentato anche la richiesta giunta da parte della Lorenzin di rendere pubblico il suo metodo: “Mi sembra una richiesta insensata e assurda, il metodo è di Stamina Foundation, è la sua ragione di esistere. Perché dovremmo renderlo pubblico? Cosa cambierebbe? Il ministero pensi ad avviare una sperimentazione seria, che dia dati certi”.

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