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La lezione di Sinner a Medvedev: ha battuto la sua presa in giro, ora il russo non sbadiglia più

Preso in giro dal russo dopo un 6-0 nel 2021, da allora Sinner è diventato un altro tennista. Oggi ha battuto Medvedev a Pechino e si è lanciato per un finale di stagione tutto da vivere.
A cura di Jvan Sica
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Siamo alle ATP Finals del 2021, la prima volta in Italia, la prima volta a Torino. C’è grande emozione e fermento perché tra i migliori otto al mondo c’è anche un italiano, Matteo Berrettini. Il tennista romano è in buona forma, quell’anno ha vinto al Queen’s, è arrivato in finale a Wimbledon, agli US Open perde di nuovo da Djokovic questa volta ai quarti e si prepara per le Finals casalinghe. Purtroppo durante il primo set della prima partita contro Zverev sente un’altra volta dolore agli addominali ed è costretto, fra le lacrime e l’angoscia del pubblico, a ritirarsi.

Il più alto in grado in classifica che può prendere il suo posto è Jannik Sinner, per nostra fortuna altro italiano, fresco ventenne. Scende in campo contro il polacco Hurkacz e perde 2-0, poi è la volta del tennista che è sembrato il più in forma di tutti, il russo Daniil Medvedev. Il Pala Alpitour è una bolgia, tutti vorrebbero che l’intruso italiano battesse il mostro sacro russo. Ma Medvedev non ci sta e nel primo set annichilisce Sinner.

Medvedev e Sinner in campo a Torino per le ATP Finals del 2021.
Medvedev e Sinner in campo a Torino per le ATP Finals del 2021.

Vince 6-0 e quando si avvicina alla rete per un cambio di campo, quasi in penombra, senza l’occhio della telecamera addosso, ma ben visibile da chi c’era, fa un gesto, imitando uno sbadiglio, come per dire: "Tutto qui, questo è tutto quello che sai fare?". Sinner in quella partita non si fa irretire dal gesto e dall’espressione di Medvedev, anzi il secondo set lo vince per 6-7 per poi perdere la partita al tie break nel terzo.

Quel gesto e quella voglia di sfidare con spregio Sinner, sfidando anche tutti i tifosi italiani che quel giorno ovviamente parteggiavano senza remore per l’altoatesino, sono rimaste come impressioni negative su Sinner, il quale però non era mai riuscito fino a oggi a far capire al russo che quel ragazzo non era così scarso come gli poteva sembrare.

Prima di quelle Finals, Sinner aveva già perso da Medvedev nel 2020 a Marsiglia, poi sempre nel 2021 a Marsiglia ai quarti, per poi continuare a perdere nei due anni successivi a Vienna, Rotterdam e Miami, in una finale di Master 1000 ancora una volta indigesta per Jannik.

Il tennista azzurro alza le braccia in segno di trionfo dopo aver battuto Medvedev.
Il tennista azzurro alza le braccia in segno di trionfo dopo aver battuto Medvedev.

In poche parole, prima di questa partita di oggi a Pechino, Sinner aveva sempre perso contro Medvedev, lo aveva fatto tutte le volte sul cemento, superficie su cui si sarebbero sfidati anche in Cina e il russo aveva sempre vinto con discreta serenità, mettendo in enorme difficoltà Sinner con quel suo tennis sghimbescio e piatto che l’italiano non riesce a digerire.

Molti pensavano che sarebbe successo di nuovo, c’erano tutte le credenziali affinché accadesse e invece questa volta Sinner ha vinto. E lo ha fatto non solo perché è un tennista di grandissimo livello, quarto al mondo e capace di battere tutti quando è in buona forma fisica, ma lo ha fatto perché da quel giorno in cui Medvedev lo ha preso in giro, Sinner è diventato un altro tennista, un drago capace di crescere fisicamente, tatticamente e mentalmente.

Sinner sorride e posa con il trofeo conquistato in Cina.
Sinner sorride e posa con il trofeo conquistato in Cina.

Un drago che ha come caratteristica principale quella di assorbire tutto, dagli altri tennisti, dalle vittorie, dalle sconfitte, dai momenti di pausa (pausa che deve fare, non giocare anche il torneo dell’Oratorio). Sinner migliora sempre perché sa come evolversi e questa vittoria lo ha ancora una volta dimostrato.

Da quarto al mondo, con un 1000 vinto, Toronto, e un 500 di grande prestigio come quello di Pechino, davanti a Sinner ci sono l’ATP Finals ancora una volta a Torino e la Coppa Davis una settimana dopo. Se fossi in voi cercherei di non essere troppo lontano dalla tv o da un device in quel periodo.

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