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Cahill crudo: “Dissi a Sinner cosa pensava Djokovic di lui”. La risposta di Jannik fu disarmante

Dopo la sconfitta a Wimbledon contro Djokovic, Sinner ha rivoluzionato il suo tennis sfruttando i consigli duri di Nole: il racconto di Cahill tra variazioni, attacco e trasformazione del gioco.
A cura di Marco Beltrami
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Il tennis di Jannik Sinner è straripante e figlio di una crescita continua e costante. Con il passare degli anni, quel ragazzino mingherlino dalla zazzera rossa ha ampliato e migliorato il suo repertorio, diventando un giocatore completo, come certificato dai successi e dallo status di numero uno al mondo. In campo si vedono colpi eccezionali e una tenuta mentale superlativa, ma dietro le quinte cosa succede? Darren Cahill ha raccontato un aneddoto speciale, a sottolineare quanto l'azzurro sia attento a qualsiasi cosa possa aiutarlo a crescere. Di mezzo c'è anche Novak Djokovic.

Cahill e i consigli a Djokovic dopo la partita contro Sinner a Wimbledon

Nel suo interessante intervento al podcast Served with Andy Roddick, il coach australiano ha parlato di un confronto con il campione serbo. Si tratta di un episodio del passato, relativo a un incontro a Wimbledon tra Sinner e Nole, che il secondo vinse in rimonta al quinto set. In quell'occasione Cahill, che aveva appena iniziato il suo percorso con il tennista italiano, chiese consigli al campione affermato.

A Roddick, Darren ha spiegato: "Uno dei momenti chiave è stato quando perse contro Novak un paio d’anni fa a Wimbledon in cinque set. Aveva vinto i primi due, ma poi Novak tornò indietro e prese il sopravvento. Esattamente come fa lui: si abitua alla palla, alla traiettoria, al ritmo, e poi, come sempre, non sbaglia più e vince gli ultimi tre set in maniera piuttosto netta".

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Djokovic spiegò a Cahill cosa non andava in Sinner

Cahill non si fece sfuggire l'occasione di rivolgersi a Djokovic: "Ho incontrato Novak, è sempre stato fantastico in queste cose, è uno che, se gli dai una pacca sulla spalla, è sempre disponibile. Gli ho detto: ‘Ehi, ho appena iniziato a lavorare con Jannik. Dimmi solo quello che ti senti, ma posso chiederti che sensazioni avevi lì in campo?'. È stato incredibile".

L'ex numero uno del mondo è stato molto disponibile: "Buona fortuna per il lavoro con lui. Sì, colpisce benissimo la palla, ma non c’è variazione. Pochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro il campo. So che risponde bene, ma non è aggressivo sulla risposta. Non attacca il mio servizio". Mi ha passato in rassegna tutto il suo gioco, l’ha analizzato a fondo. Non è che ci abbia rivelato qualcosa che non sapessimo già, erano cose che stavamo cercando di cambiare".

Sinner imparò dalle parole di Djokovic

Quando Cahill ha riportato tutto a Sinner, lui ha subito preso appunti: "Quando ti siedi con un ragazzo come Jannik e gli dici: ‘Ho appena parlato con Novak e questo è ciò che pensa', beh… lascia un segno forte su un giovane giocatore. E la risposta di Jannik è stata: ‘Va bene, dammi tutto. Cominciamo a cambiare'. Do grandi meriti a Simone Vagnozzi: ha affrontato tutto pezzo per pezzo. E insieme, Jannik ha accettato di apportare moltissimi cambiamenti al suo gioco".

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