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Fabio Conti, dt della Pallanuoto italiana, a Fanpage.it: “Nuotare è sicuro, ingiusto chiudere così”

Il direttore tecnico del settore pallanuoto della Federnuoto in un’intervista a Fanpage.it ha dichiarato che nuotare è sicuro, e non è giusto chiudere indistintamente centri sportivi e piscine: “Da noi si fa sport in sicurezza, da mesi. Non si può far di tutta l’erba un fascio, ci sono delle differenze”.
A cura di Alessio Morra
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Palestre e piscine sono ancora aperte. Ma tra pochi giorni potrebbero essere richiuse. Il Premier Conte è stato molto chiaro domenica scorsa quando ha illustrato l'ultimo DPCM dicendo che questa settimana è decisiva per il destino di palestre e piscine. Se i regolamenti e i protocollo saranno rispettati potranno rimanere aperte. Il direttore tecnico del settore pallanuoto della Nazionale italiana Fabio Conti in un'intervista a Fanpage.it ha parlato della situazione che vive il suo sport e il nuoto in generale: "Nuotare è sicuro, non è giusto chiudere indistintamente".

Direttore tecnico delle nazionali di pallanuoto e gestore del Centro Federale di Pietralata Conti ha parlato della delicatissima situazione di tutto il settore dicendo, giustamente, che tutta la categoria, tutte le piscine, tutti i centri non possono essere assimilati. Perché ognuno vive l'attività in modo suo:

Da noi si fa sport in sicurezza, da mesi ormai. Ieri sono arrivati i controlli dei NAS, dopo le dichiarazioni di Conte, mai visti da marzo. Non si può far di tutta l'erba un fascio, ci sono delle differenze. Impianti come questo erano a norma già prima del virus. La pandemia ci ha tagliato le gambe, adesso viene molta meno gente e i costi di gestione di aggirano sui 40mila, 50mila euro al mese, tra personale, sanificazioni, acqua ed elettricità.

Infine Conti, che da allenatore del Setterosa ha vinto l'argento alle Olimpiadi di Rio 2016, un bronzo ai Mondiali e un oro agli Europei, ha parlato degli scarsi contributi che i vari centri hanno ricevuto nei mesi scorsi (un bonus di 800 euro una tantum): "Vorremmo essere considerati come un'industria, invece ci chiudono appena possono, nonostante non sia certo questo un luogo di diffusione del contagio".

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