Tim Mayer è lo sfidante di Ben Sulayem alle elezioni FIA: lo aveva licenziato in tronco 8 mesi fa

Sarà Tim Mayer l'uomo che proverà a togliere la presidenza della FIA a Mohammed Ben Sulayem. Una candidatura che suona come una resa dei conti, considerando che l'attuale numero uno della federazione lo aveva licenziato in tronco appena otto mesi fa.
Il 59enne statunitense, figlio dell'ex team principal McLaren Teddy Mayer, ufficializzerà la sua discesa in campo venerdì mattina a Silverstone, nel weekend del Gran Premio di Gran Bretagna 2025. Secondo quanto riportato dalla BBC, il fronte Mayer ha già raccolto i sostegni necessari per affrontare la corsa elettorale, prevista per dicembre.

La sfida tra l'ex alleato e l'attuale presidente
Mayer, per anni figura di primo piano nel motorsport americano (Champ Car, IMSA, American Le Mans Series), ha servito la FIA per oltre quindici anni ricoprendo il ruolo di commissario in diverse categorie, tra cui la Formula 1. Ma lo scorso novembre, il rapporto con Ben Sulayem si è interrotto bruscamente: fu licenziato dopo aver rappresentato il Circuit of the Americas in un'udienza relativa al "diritto di revisione" su una multa inflitta all'autodromo per l'invasione di pista al termine del GP USA della F1 2023. "Ben Sulayem ritenne che un elemento dell'udienza fosse un attacco personale nei suoi confronti", dichiarò allora Mayer alla BBC. Un episodio che ha segnato la rottura definitiva tra i due.

I requisiti per candidarsi: squadra e via libera del comitato
Secondo le regole statutarie della FIA, per candidarsi alla presidenza è necessario presentare una squadra completa di funzionari per la futura amministrazione. Mayer starebbe ultimando la definizione del suo team, mentre il comitato per le nomine della FIA dovrà valutare l'idoneità della sua candidatura. Un passaggio delicato, considerando che lo stesso comitato risponde all'attuale presidente.
La candidatura dell'americano arriva a pochi giorni dalla rinuncia ufficiale di Carlos Sainz Sr, che aveva inizialmente mostrato l'intenzione di candidarsi, salvo poi fare un passo indietro per "le circostanze attuali" e per i suoi impegni legati alla Dakar. Ma se lo spagnolo si è tirato fuori, Mayer ha scelto la strada opposta.

Una rottura che non è un caso isolato
Il licenziamento di Mayer non è stato un episodio isolato. Negli ultimi 18 mesi diversi alti funzionari sono stati rimossi dalla FIA, tra cui anche l'ex direttore di gara della F1, Niels Wittich. La gestione Ben Sulayem è stata spesso al centro di polemiche per decisioni controverse, come il discusso divieto all'uso di linguaggio scurrile da parte dei piloti, misura che lo scorso anno portò Max Verstappen a dover svolgere attività di servizio alla comunità per alcune parole usate in conferenza stampa.

L'ingresso di Mayer nella corsa alla presidenza riapre una partita politica interna alla FIA che sembrava chiusa. Una candidatura che non nasce da un'ambizione personale improvvisa, ma da una frattura mai sanata e da una visione alternativa su come dovrebbe essere governato il motorsport.