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Crolla il castello Red Bull, la FIA ha scoperto il trucco sul budget cap: il caso non è chiuso

La FIA non ha ancora annunciato le sanzioni da infliggere alla Red Bull per lo sforamento del budget cap nel Mondiale di Formula 1 2022 perché sta ancora indagando sui conti della squadra austriaca e di un presunto stratagemma messo in atto per aggirare il regolamento finanziario: nel mirino gli stipendi di Helmut Marko e Adrian Newey.
A cura di Michele Mazzeo
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Il caso Red Bull continua a tenere banco nel paddock della Formula 1 dopo che, lo scorso 10 ottobre (dopo due rinvii: inizialmente doveva arrivare il 30 settembre), la FIA ha annunciato ufficialmente che la scuderia, vincitrice con Max Verstappen degli ultimi due Mondiali, nella stagione 2021 ha sforato il budget cap e infranto dunque il regolamento finanziario della F1. La stessa Federazione ha anche fatto sapere che quella commessa dal team austriaco è una violazione minore (cioè di una cifra inferiore al 5% del budget massimo consentito) e che dunque come tale sarà sanzionata.

A stabilire il ventaglio di opzioni per le possibili sanzioni da comminare alla Red Bull è lo stesso regolamento finanziario entrato in vigore proprio a partire dalla passata stagione con la FIA che può dunque decidere di una o più penalità a scelta tra una reprimenda pubblica, una multa, una detrazione di punti nel Campionato Costruttori (2021 o 2022), una detrazione di punti nel Campionato Mondiale Piloti (2021 o 2022), una squalifica per una o più gare, delle restrizioni nello sviluppo aerodinamico (galleria del vento, CFD) per la stagione successiva o una riduzione del budget cap per l'esercizio successivo.

Le sanzioni previste dal regolamento finanziario della Formula 1 in caso di infrazione minor overspend del budget cap (quella commessa dalla Red Bull nella stagione 2021)
Le sanzioni previste dal regolamento finanziario della Formula 1 in caso di infrazione minor overspend del budget cap (quella commessa dalla Red Bull nella stagione 2021)

Alla luce di ciò viene inevitabile chiedersi per quale motivo le sanzioni alla Red Bull non siano ancora state comminate,  tenendo anche conto del fatto che più tempo passa più si dà modo ai team rivali di fare pressione (di recente infatti anche la McLaren ha inviato al presidente Mohammed Bin Sulayem una dura lettera sulla questione, unendosi di fatto all'asse Ferrari – Mercedes già da tempo schieratosi contro la Red Bull per la quale invoca sanzioni esemplari minacciando, in caso contrario, di sabotare definitivamente la regola del budget cap e l'intero regolamento finanziario della Formula 1).

Secondo le ultime indiscrezioni emerse, la risposta a tale quesito sarebbe da ricercarsi nel fatto che l'indagine sul bilancio 2021 della Red Bull non è ancora conclusa perché il Cost Cap Administration della FIA avrebbe scoperto un "trucco finanziario" utilizzato dalla squadra austriaca per presentarsi con i conti in regola pur avendo in realtà sforato. E proprio di questo ora gli analisti della Federazione Internazionale starebbero chiedendo conto al team di Milton Keynes.

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Oltre all'interpretazione su alcune voci che andavano o meno inserite nella documentazione finale (nello specifico le spese per la mensa della fabbrica, gli stipendi del personale in congedo e l'indennità per i dipendenti in malattia) infatti all'organo FIA deputato al controllo del budget cap non torna nemmeno il conteggio degli stipendi inseriti nel computo totale dalla Red Bull che sembra aver utilizzato uno stratagemma finanziario proprio allo scopo di aggirare il nuovo regolamento della Formula 1.

Secondo l'emittente olandese Ziggo Sport e la testata specializzata tedesca Auto Motor und Sport infatti la questione già sorta intorno all'ingaggio del superconsulente Helmut Marko sarebbe sorta anche riguardo al compenso percepito dal mago dell'aerodinamica Adrian Newey. Il primo infatti sarebbe stato tenuto fuori dai conteggi per il ruolo di consulente esterno con cui è stato ufficialmente inquadrato, il secondo invece sarebbe stato omesso dalla documentazione perché a pagare il suo stipendio non sarebbe direttamente la Red Bull ma l'azienda sorella Racing Services Limited. Ovvio che questo "trucco" abbia permesso alla scuderia austriaca di presentare una cifra di spesa totale più bassa rispetto a quella effettuata in realtà.

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Il regolamento finanziario infatti prevede che tra le spese da sommare nel computo totale del budget cap non vengano conteggiati  gli stipendi dei tre membri dello staff più pagati di ogni squadra, ma la Red Bull dunque oltre a ciò avrebbe tenuto fuori dal bilancio anche i maxi-stipendi milionari di Helmut Marko che, pur essendo molto operativo all'interno del team austriaco, è stato ufficialmente inquadrato come "consulente" e del Direttore Tecnico Adrian Newey, uomo fondamentale nei successi di Verstappen e della scuderia di Milton Keynes essendo il creatore di tutte le monoposto vincenti sfornate dagli austriaci negli ultimi 16 anni. Sfruttando questo stratagemma la Red Bull avrebbe quindi tolto dal conteggio i cinque compensi più elevati tra i manager (gli altri tre sono quello del team principal Christian Horner e quelli di altri due punte di diamante della squadra tecnica), anziché i tre previsti dal regolamento.

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Di fatto la FIA avrebbe scoperto il trucco utilizzato dalla Red Bull (questo spiegherebbe anche perché oltre alla violazione minore del budget cap alla scuderia sia stata addebitata anche un'infrazione procedurale) e starebbe ancora facendo luce sulla vicenda per calcolare quale sia effettivamente la cifra extra budget utilizzata dagli austriaci nel corso del Mondiale di Formula 1 2021 (che comunque non supererà la soglia di 7,5 milioni di dollari che farebbe diventare la violazione "grave" anziché "minore") della quale si deve tenere conto anche per stabilire le sanzioni da comminare. Ecco perché appare molto complicato che le penalità alla Red Bull per l'irregolarità nel budget cap siano annunciate a stretto giro di posta.

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