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C’è Max Verstappen dietro le scuse a Kimi Antonelli della Red Bull: non ha voluto sentire ragioni

Il caso scoppiato dopo il GP del Qatar ha travolto Kimi Antonelli, accusato senza fondamento dalla Red Bull e poi bersaglio degli haters. Le scuse ufficiali sono arrivate, ma solo perché Max Verstappen ha imposto al team di farlo.
A cura di Michele Mazzeo
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Nel caos seguito alla gara del GP del Qatar della Formula 1 2025 vinto da Max Verstappen, le accuse rivolte a Kimi Antonelli dalla Red Bull sono diventate un caso politico del paddock e le scuse pubbliche sono arrivate quando ormai era tardi. A scatenare tutto, l'uscita infelice di Helmut Marko, secondo cui il pilota italiano avrebbe favorito volontariamente Lando Norris nel sorpasso che può essere decisivo per la lotta mondiale (senza il britannico sarebbe arrivato al conclusivo GP di Abu Dhabi con due sole opzioni, terminare primo o secondo, per avere la matematica certezza del titolo indipendentemente dai risultati ottenuti da Verstappen e Oscar Piastri). Una tesi mai supportata da alcun dato e smentita dalla semplice dinamica dei fatti.

Nel finale di gara Antonelli aveva resistito con lucidità agli attacchi di Norris, la cui McLaren, danneggiata e sotto pressione, non riusciva a concretizzare il vantaggio di passo. Solo un errore del bolognese (gomme finite, Norris con pneumatici più freschi) ha aperto la porta al sorpasso, permettendo al britannico di recuperare due punti pesanti. Un qualcosa che il 19enne emiliano ha comunque subito chiarito con l'amico Verstappen a fine gara nel box delle interviste.

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L'episodio avrebbe dovuto chiudersi lì. Invece l'uscita in radio di Gianpiero Lambiase ("Kimi ha fatto passare Lando") e le successive parole di Marko hanno alimentato una narrazione tossica, amplificata dai social: insulti, minacce, accuse di combine. Antonelli ha reagito isolandosi, cambiando l'immagine del profilo Instagram in nero. Un segnale evidente di quanto l'ondata di odio lo avesse colpito.

A rompere lo schema è stato Max Verstappen. Secondo le ricostruzioni citate dal giornalista Leo Turrini e confermate da più fonti nel paddock, è stato proprio il quattro volte iridato a pretendere che la Red Bull si scusasse pubblicamente con quello che è considerato il suo più grande amico in griglia. Verstappen non ha voluto sentire ragioni: la credibilità del team era in gioco e Antonelli era stato coinvolto ingiustamente.

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Solo allora è arrivato il comunicato della Red Bull, seguito dalla tardiva rettifica di Marko. Il team ha riconosciuto che non c'era alcuna volontarietà nel sorpasso subito da Antonelli, ma soltanto un errore. Una verità ovvia, che però è stata resa pubblica solo dopo l'intervento diretto del campione olandese.

La Mercedes, intanto, sta già procedendo per denunciare chi ha aggredito online il suo giovane pilota. Resta la lezione: in una F1 dove i social amplificano tutto, chi ha voce pubblica deve pesare le parole. E in Red Bull, ancora una volta, il più lucido è stato Verstappen, non chi dovrebbe rappresentare la linea politica del team.

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