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Gruppo spaccato al Giro d’Italia dopo il taglio della tappa per maltempo: “Cambiate mestiere”

Dopo la decisione di ridurre il percorso della 13a tappa del Giro d’Italia per il maltempo, non sono mancate le polemiche interne con il gruppo che si è spaccato.
A cura di Marco Beltrami
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Il Giro d'Italia 2023 ha dovuto fare i conti con una serie interminabile di imprevisti. La prestigiosa corsa in rosa è stata funestata dai tanti casi di positività al Covid, e da tante cadute favorite dalle difficili condizioni meteorologiche. Numerosi i ritiri che hanno privato la kermesse dei suoi protagonisti. Per non correre rischi in occasione dell'attesissima 13a tappa gli organizzatori hanno optato per un cambio di programma.

Un vero e proprio taglio del percorso che inizialmente avrebbe dovuto portare il gruppo da Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana in Svizzera. Tutto a causa del maltempo con la frazione accorciata a poco meno di 80 chilometri, con inizio alle 14:30 e non alle 12 e partenza ai piedi del Croix de Coeur, nella località Le Chable. Cancellata dunque la prima parte della tappa in Valle d'Aosta, con buona pace del Gran San Bernardo.

È stato dunque applicato l'Extreme Weather Protocol, che scatta solo in presenza di condizioni meteo molto sfavorevoli. Tutto a causa del clima invernale presente sui 26 chilometri ininterrotti di ascesa del Gran San Bernardo, con la presenza anche di tratti di strada ghiacciati e temperature molto basse.

Il direttore del Giro d'Italia Mauro Vegni ha spiegato così la scelta che ha sollevato comunque molte polemiche anche all'interno della carovana: "Il maltempo continua ad imperversare, i corridori ci hanno chiesto l'applicazione del protocollo delle condizioni meteo estreme. Abbiamo deciso di andare oltre il San Bernardo, prima di Verbier daremo la nuova partenza con la Croix de Couer e il finale a Crans Montana. In pratica verrà neutralizzata la prima parte della corsa. Dalla Svizzera ci dicono che ci sono le condizioni per fare la corsa. L'intesa? Non è mai facile trovare, ognuno ha i suoi interessi. A noi interessa solo che ci sia la corsa. Qualcosa è chiaro che abbiamo dovuto cedere, ma a noi interessa il Giro".

A quanto pare però non tutti i ciclisti erano favorevoli a rinunciare al passaggio proibitivo sul Gran San Bernardo. Gianni Moscon, del team Astana Qazaqstan ai microfoni di Rai Sport ha dichiarato: "Ieri sera si era cominciato a parlare di possibili cambiamenti in mattinata si sono fatte delle ipotesi e dobbiamo dare atto agli organizzatori di aver pensato a noi corridori".

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I ciclisti però sono abituati a gareggiare anche in condizioni proibitive secondo Moscon che non avrebbe fatto una piega in caso di mancato cambio di programma. Per questo l'atleta italiano ha voluto lanciare un messaggio ad alcuni suoi colleghi: "Per me si poteva correre, non ce l'ha ordinato il dottore di fare i ciclisti professionisti. Se non ci piace, possiamo cambiare mestiere". Insomma il gruppo dei ciclisti si è spaccato.

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