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Un’intera squadra di calcio arrestata per corruzione: lo scandalo è di proporzioni pazzesche

L’inchiesta è stata portata avanti dalla Commissione Indipendente anti corruzione di Hong Kong all’interno del principale campionato nazionale. Un giro d’affari clandestino enorme ed articolato, con tariffari e ricompense ai giocatori compiacenti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il calcio asiatico è sotto shock per quanto sta emergendo in questi giorni attorno ad uno degli scandali più grandi che abbia mai coinvolto il sistema sportivo di Hong Kong. Ad inizio settimana son ostati disposti ben 23 arresti da parte di un centinaio di agenti sguinzagliati dalla Commissione Indipendente contro la corruzione. Un'intera squadra, compreso il tecnico, è finita in manette con l'accusa di aver agevolato e partecipato con la malavita all'organizzazione sistematica di gare truccate dietro ad un preciso tariffario di ricompensa.

A sollevare il definitivo polverone e a dare in pasto all'opinione pubblica quanto stesse accadendo all'interno del calcio ad Hong Kong, territorio autonomo nel Sudest della Cina, ci ha pensato la ICAC, la Commissione indipendente contro la corruzione che attraverso una conferenza stampa ha spiegato i dettagli di una operazione mastodontica atta a fermare l'enorme giro di scommesse clandestine e partite truccate che da tempo stava bersagliando i campionati nazionali. Kate Cheuk, il capo delle indagini ha evidenziato i numeri clamorosi che la maxi inchiesta ha comportato: oltre 100 agenti con mandato d'arresto immediato per 23 persone tra cui 11 giocatori ed un allenatore, di un club il cui nome non è stato diramato per rispetto alla privacy.

Ovviamente è stato abbastanza semplice comunque individuare la squadra maggiormente coinvolta e finita in toto, in prigione perché anche se non è stato fatto il nome del club, gli elementi dati a disposizione sono stati sufficienti per individuarla: si tratterebbe della Happy Valley Athletic Association,  una squadra di prima divisione che risiede a Hong Kong, che corrisponde alle statistiche diramate: otto vittorie in 26 partite, attualmente 10a in campionato e che vanta anche un passato importante con diversi titoli nazionali (sei in totale) in 70 anni di storia.

Il sistema adottato, ha riferito la ICAC, era abbastanza semplice ma radicato all'interno dei gangli della malavita organizzata che aveva preso praticamente possesso totale della situazione, ripagando in modo più che generoso i giocatori messi a libro paga. Per ogni partita, venivano ricompensati fino a 10.000 dollari di Hong Kong, pari a circa 1.200 euro, a seconda delle prestazioni che venivano richieste. "Non si trattava di valutare se giocassero bene" hanno spiegato gli inquirenti "ma quanto bravi a fingere senza farsi notare e con la loro prestazione ottenere l'obiettivo richiesto oppure quanto potessero aiutare a manipolare i risultati".

L'intento principale, ovviamente era legato al risultato: perdere contro un rivale stabilito a tavolino, spesso anche con un risultato esatto, possibilmente improbabile, che corrispondeva alle puntate, a quote elevate, effettuate dall'organizzazione presso bookmaker compiacenti. Le indagini sono ancora in corso e al momento non è stato possibile valutare la mole di denaro che è stata mossa ma si parla di cifre importanti, che verranno comunicate solo a fine inchiesta.

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