Un calciatore di Cuba chiede la maglietta ad un russo, ma non può dargli la sua: ne ha soltanto una
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Isolata in campo internazionale in seguito all'invasione dell'Ucraina, la Russia è esclusa da tornei ufficiali e può giocare solo gare amichevoli con chi sia disposto a farlo. La selezione allenata da Valery Karpin negli ultimi mesi è scesa in campo con Qatar, Camerun, Kenya e due giorni fa contro Cuba, battuta sonoramente 8-0 a Volgograd, con l'atalantino Miranchuk a segno tra gli altri. La partita ha vissuto dopo il fischio finale un'appendice che dà l'idea della differenza organizzativa e di risorse tra la nazionale caraibica e il calcio europeo: il cubano Fabian Gloor ha chiesto la maglia ad un avversario, ma non ha potuto ricambiare il gesto come tradizionalmente si fa nel terzo tempo.
Davanti a oltre 40mila spettatori, la Russia ha travolto Cuba sotto 8 reti: dopo il primo tempo chiuso sul 3-0, il risultato è diventato pesantissimo nella ripresa con altri 5 gol, che sarebbero potuti essere 6 se il portiere cubano non avesse parato all'85' un rigore a Pinyaev. È la vittoria più grande per la squadra guidata da Karpin da quando è stata esclusa dalle competizioni internazionali a causa dello scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022.
Il clima amichevole è proseguito anche dopo il fischio finale e il 21enne Gloor è andato fuori lo spogliatoio russo per chiedere la maglia a Miranchuk: richiesta esaudita calorosamente, senza tuttavia essere contraccambiato. Al russo è venuto naturale chiedere in cambio come d'abitudine la maglietta del giovane terzino, ma con grande sorpresa ha ricevuto un rifiuto.
Gloor ha spiegato che non poteva farlo, perché i giocatori cubani dispongono di una sola divisa da gioco e ognuno di loro ne è responsabile. Il ragazzo si è scusato con Miranchuk, il quale dal canto suo ha capito perfettamente la situazione e ha dato la sua maglia all'avversario.