364 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La vergogna degli ultras della Lazio: dai nuovi cori antisemiti allo striscione contro i gay

Nel calderone del “peggio al quale non c’è mai fine” s’è aggiunto anche un altro caso. Le frasi urlate nella Nord della Lazio sono solo la punta dell’iceberg e s’inseriscono nel corredo accessorio di intolleranza che appartiene a buona parte del mondo ultrà.
A cura di Maurizio De Santis
364 CONDIVISIONI
Cori antisemiti urlati nella curva Nord della Lazio anche contro il Monza dopo quelli nel derby con la Roma.
Cori antisemiti urlati nella curva Nord della Lazio anche contro il Monza dopo quelli nel derby con la Roma.

Lo striscione di sostegno alle parole di Khalid Salman e i nuovi cori antisemiti che si sono uditi nella curva dove c'è la parte più calda degli ultrà della Lazio. Una vergogna in due atti, con tanto di replica in occasione della partita col Monza dopo quanto accaduto nel derby di domenica scorsa aveva spinto il giudice sportivo a segnalare l'episodio alla Procura federale (e relativa inchiesta).

Il rapporto degli ispettori è sul tavolo, sul piatto della bilancio saranno messi il ‘peso' di quegli slogan (la cui frequenza è un'aggravante) e l’atteggiamento della società biancoceleste nella vicenda. È quest'ultimo aspetto che può evitare guai e sanzioni al club capitolino: il codice di giustizia sportiva prevede che in caso di collaborazione con le forze dell’ordine, la società non debba essere punita.

Le frasi urlate nella Nord sono solo la punta dell'iceberg e s'inseriscono nel corredo accessorio di intolleranza e zona franca che appartiene a buona parte del mondo ultrà. I fatti di San Siro (lo sgombero forzato del settore per la morte di un ex capo – pregiudicato – dei sostenitori interisti) rappresentano un precedente abbastanza recente e l'esempio di come quelle porzioni di impianto siano fuori controllo.

Nel calderone del "peggio al quale non c'è mai fine" s'è aggiunto anche un altro caso. La posizione espressa sull'omosessualità dall'ambasciatore dei Mondiali in Qatar, Khalid Salman, ha toccato un nervo scoperto: la violazione dei diritti umani a corredo di una delle edizioni più controverse e discusse della storia del calcio.

Un disturbo mentale. Qualcosa di patologico, che può essere compreso ma resta fuorilegge ("haram"), proibito secondo l'Islam. Quel concetto espresso durante l'intervista all'emittente tedesca ZDF ha alimentato polemiche. Secondo la morale codificata nelle norme del Paese Arabo le persone che hanno un determinato orientamento sessuale, che sono gay, soffrirebbero di problemi psichici, non sarebbero ‘normali' a causa di "un danno del cervello". Sono bastate quelle poche parole perché la registrazione dell'intervento fosse interrotta dai vertici del network e dal Comitato Organizzatore della Coppa del Mondo.

Lo striscione degli ultrà della Lazio che "condivide" la posizione sui gay espressa da
Lo striscione degli ultrà della Lazio che "condivide" la posizione sui gay espressa da

Quale sia l'humus della società in Qatar è noto. "Bisogna accettare le regole che vigono nel nostro Paese", ha precisato Salman ribandendo quel concetto secondo cui tutti sono ben accetti in quella porzione di mondo che s'affaccia sul Golfo Persico ed è ricca per i proventi del petrolio a patto che non abbiano atteggiamenti ‘contro natura' né li rendano manifesti in pubblico.

Anche esporre la freedom flag, la bandiera arcobaleno icona della comunità LGBTQIA+, è considerato qualcosa di illecito e punibile. Il motivo? Certi gesti potrebbero creare "problemi con i bambini che vedono i gay – ha aggiunto l'ambasciatore -. Perché allora imparerebbero qualcosa che non va bene".

Le frasi di Salman hanno fatto proseliti, trovato sponda nel mondo ultras dei ‘duri e puri', tra le frange neo-fasciste e le diverse anime ‘nere' che attraversano il mondo delle curve e dei tifosi. Quelli della Lazio non hanno perso tempo esponendo nella Capitale uno striscione molto eloquente"Khalid Salman, siamo con te".

Khalid Salman, ambasciatore dei Mondiali di calcio in Qatar, durante la contestata intervista a ZDF.
Khalid Salman, ambasciatore dei Mondiali di calcio in Qatar, durante la contestata intervista a ZDF.

Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, s'è premurato di raccomandare alle federazioni dei Paesi partecipanti di preoccuparsi solo degli aspetti puramente tecnici, di non badare a questioni politiche e religiose né di lasciarsi "distrarre da battaglie ideologiche". Ed è intervenuta direttamente a censurare prese di posizione laddove, è il caso della Danimarca, ci sono stati segnali dissonanti rispetto ai suggerimenti arrivati dal vertice: agli scandinavi è stato fatto espresso divieto di allenarsi con maglie che lanciavano "messaggi critici".

Quali? Il riferimento era al trattamento inadeguato ricevuto dalle persone impiegate come lavoratori edili nella realizzazione degli stadi e all'elevato numero di morti nei cantieri per le condizioni d'opera inaccettabili sotto il profilo della sicurezza.

364 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views