
Son impazzito di gioia per l’Europa League, si fa male in modo stravagante: “Guarda qui”

"Guarda qua", dice Son mentre è ancora in mezzo al campo di Bilbao a godersi i festeggiamenti per la vittoria dell'Europa League in finale contro il Manchester United grazie al gol di Brennan Johnson. Si volta verso il membro dello staff del Tottenham che sta riprendendo i momenti del trionfo, alza il ciuffo di capelli e mostra un'abrasione alla testa, quasi una ferita leggera che s'è procurato in quella situazione di grande euforia per la conquista di un trofeo storico per gli Spurs.
Non ne vincevano uno da 17 anni (l'ultima volta era stata nel 2008, in occasione della Coppa di Lega inglese) e da ben 41 non gioivano pienamente in coppa, quando nel 1984 vinsero la ‘vecchia' Coppa Uefa. Digiuno interrotto anche per il calciatore coreano del club londinese sia da capitano del Tottenham (nel quale milita da dieci anni) sia per la propria carriera (eccezion fatta per il successo ai Giochi Asiatici nel 2018 col suo Paese, la Corea del Sud, null'altro aveva in bacheca).

Il trasporto emotivo è stato tale che nella "confusione felice" di quegli istanti, nel sollevare con impeto la coppa dell'Europa League, ripetendo quel gesto più volte, s'è fatto male da solo. È lo stesso Son, 32enne, avvolto nella bandiera del suo Paese, a raccontare come sono andate le cose. Prima ho sofferto in panchina (era stato escluso dalla formazione titolare perché non in perfette condizioni dopo un infortunio a un piede) poi ha dato tutto quando al 67° il tecnico lo ha spedito in campo. "Come mi sono ferito? Ho sollevato la coppa e sbam… ho centrato la fronte. Però, tutto ok". Resterà iconico anche per questo piccolo incidente, uno scherzetto che la sorte gli ha tirato mentre era all'apice dell'entusiasmo.
"Diciamo che sono una leggenda. Però solo oggi", le parole del coreano che descrive cosa si prova ad aver vinto finalmente qualcosa, per giunta al termine di una stagione difficile e balorda. Il Tottenham ha chiuso al 17° posto in Premier League, ai margini della zona retrocessione. Ma l'anno prossimo potrà partecipare alla Champions: ha salvato la stagione in calcio d'angolo e da deludente l'ha trasformata in trionfale.

"Per diciassette anni nessuno ci è riuscito (a vincere un trofeo, ndr). E con giocatori così straordinari, sì, oggi è il giorno giusto. Guardando all'intera stagione, ci sono sempre state situazioni in cui abbiamo attraversato momenti difficili, ma noi giocatori siamo sempre rimasti uniti. Probabilmente oggi dirò di essere una leggenda di questo club. Mi sento benissimo, posso godermi quest'atmosfera dopo aver sentito tanto la pressione per questa finale. Abbiamo vinto, è quello che ho sempre sognato finalmente il sogno si è avverato. Sono l'uomo più felice del mondo".