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Simone Inzaghi nuovo allenatore dell’Inter, è ufficiale

L’Inter ha comunicato l’ingaggio ufficiale di Simone Inzaghi dopo la risoluzione definitiva di alcune pendenze con la Lazio. Il neo allenatore ha firmato un contratto biennale, guadagnerà uno stipendio di 4 milioni netti a stagione (un terzo in meno rispetto all’ingaggio di Antonio Conte, il doppio rispetto a quanto gli offrivano i capitolini).
A cura di Maurizio De Santis
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Simone Inzaghi è il nuovo allenatore dell'Inter, adesso c'è anche l'ufficialità da parte del club nerazzurro che ha annunciato l'accordo biennale (fino al 2023). In realtà, l'ex tecnico della Lazio si trovava già a Milano: la fumata bianca era già arrivata da una settimana e le firme messe in calce all'intesa ma serviva attendere che, nel liberarsi dall'impegno con i capitolini, venissero definiti gli adempimenti burocratici (l'ultimo stipendio da percepire come tesserato dei biancocelesti).

FC Internazionale Milano dà il benvenuto a Simone Inzaghi come nuovo allenatore della Prima Squadra: il tecnico ha firmato un contratto biennale con il Club nerazzurro. #WelcomeSimone.

Lo stipendio di Simone Inzaghi all'Inter

La linea spartiacque era stata tracciata dallo stesso allenatore non più tardi di dieci giorni fa. Nonostante sembrava fosse tutto pronto per prolungare la permanenza a Roma, Inzaghi ha preferito una scelta differente. Il lungo summit con il presidente, Claudio Lotito, e il direttore sportivo, Igli Tare, non lo aveva convinto del tutto e quando è arrivata la proposta più allettante da parte dell'Inter ha vacillato. Ma in cuor suo aveva già deciso cosa fare. Sulla decisione non ha pesato (solo) il fattore economico (i nerazzurri gli hanno offerto un ingaggio di 4 milioni netti a stagione, il doppio di quanto avrebbe incassato restando alla Lazio, un terzo rispetto alla somma versate a Conte) sulla decisione ma anche la prospettiva di mettersi in gioco in una piazza diversa, reduce dalla conquista dello scudetto e che nella prossima stagione giocherà la Champions.

Con l'ex Lazio non ci saranno stravolgimenti tattici

L'addio di Antonio Conte, che non ha accettato il piano di dimensionamento previsto dalla società, non ha colto impreparata l'Inter. Il casting per la panchina è durato poco e tra le ragioni della scelta caduta su Inzaghi ce n'è una in particolare: adotta lo stesso modulo dell'ex tecnico, particolare che permette alla dirigenza di proseguire con l'attuale progetto ma senza mettere in preventivo stravolgimenti della rosa. Una convergenza di interessi reciproci ha fatto sì che tutte le tessere del mosaico s'incastrassero: l'investimento, abbastanza contenuto, per un allenatore giovane e stimato consente alla società di rientrare delle spese e, al tempo stesso, non arrestare il percorso di crescita graduale del gruppo.

I nodi da affrontare: le cessioni

Uno dei primi temi argomenti di discussione sono le cessioni quei calciatori da lasciar andare per esigenze di cassa o perché non rientrano nei piani futuri. Hakimi rientra nella prima ipotesi mentre Joao Mario, Nainggolan e Dalbert non vengono considerate risorse da tenere in rosa. Certa la conferma di Lukaku, con il quale il tecnico ha già parlato, sul tavolo c'è anche la questione dei possibili rinforzi in particolare sulle corsie esterne.

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