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Silvio Baldini, l’allenatore anarchico che ha dato una lezione a tutti col suo Palermo

Sulla promozione del Palermo in Serie B c’è la firma di Silvio Baldini, che è riuscito a centrare questo traguardo a modo suo: grande conoscenza del calcio e passione viscerale, non tradendo mai i valori e le idee in cui ha sempre creduto.
A cura di Vito Lamorte
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Ci sono persone che non riescono ad andare contro i loro principi. Silvio Baldini è certamente uno di queste. L’allenatore del Palermo è riuscito nell’impresa di riportare i rosanero in Serie B dopo aver chiuso la Regular Season al terzo posto e vincendo i play-off sbarazzandosi di Triestina, Entella, Feralpi Salò e Padova. Una vera e propria impresa, considerando che l’allenatore toscano è arrivato a stagione in corso e intorno alla squadra siciliana l’umore non era dei migliori.

A 63 anni l’allenatore di Massa ha centrato un traguardo fantastico in una piazza dove era già passato ed era andato via dopo incomprensioni con il presidente Maurizio Zamparini. Il percorso dei rosanero è stato di grande spessore, dove non sono mancati anche i passaggi a vuoto, ma da quei momenti la squadra è stata brava a prendere la parte migliore.

È stato etichettato in ogni modo, irriverente, feroce e brusco nei modi, ma ci sono due definizioni che lo rappresentano in maniera chiarissima: anarchico e ‘allenatore senza stipendio'. La seconda è figlia della sua esperienza alla Carrarese, quando ha deciso di non prendere lo stipendio, mentre la prima l’ha data lui, in un’intervista al Fatto Quotidiano di qualche anno fa quando disse: “Mai stato con i più forti. Io sono un anarchico”.

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Di lui tutti ricordano il calcione a Mimmo Di Carlo ma c’è molto altro da dire su Silvio Baldini, che è sempre stato molto radicale nelle sue scelte e ha dimostrato che la passione, l’entusiasmo e la professionalità, uniti ad un grande senso di appartenenza, possono essere il vero collante per raggiungere i grandi obiettivi.

In un mondo in cui tutti guardano solo al risultato, in cui tutto è bianco o nero e c'è la caccia al colpevole/eroe in tutte le situazioni; Baldini non ha mai tradito i suoi valori e le idee in cui ha sempre creduto: lo ha fatto mettendo in campo una squadra che rispecchiasse il suo modo di vedere il calcio e le sue parole, perché anche nel modo in cui ha parlato ai suoi e dei suoi era evidente il cuore e la passione. Lavoro giorno dopo giorno, grande consapevolezza e voglia di divertirsi.

Ha sempre rivendicato le sue origini e ha usato sempre storie della sua vita per creare delle metafore per i suoi ragazzi e per quanti hanno il piacere di ascoltarlo: "Io abito a Massa Carrara dove si vendono i marmi, un giorno un signore mi fa raccontato che era così povero che da bambino gli davano da mangiare un limone. Ma lui sognava qualcosa di più… La dignità e il coraggio alimentano la speranza". 

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Non ha mai smesso di essere se stesso e le parole usate in più di un'occasione lo rappresentano al meglio: "Oggi eravamo 35mila persone ma non siamo riusciti ad esprimerci perché il coraggio deve essere accompagnato dalla passione, se è accompagnato dalla speculazione non puoi avere grandi traguardi. Bisogna avere il coraggio anche di perdere, anche davanti a 35mila, ma non devi perdere mai la tua idea". 

È riuscito a trasferire il suo modo di essere a tutto l'ambiente di Palermo, che lo ha riaccolto a braccia aperte e insieme hanno intrapreso un percorso che nessuno sa dove li porterà. Adesso si godono questo traguardo e il resto si vedrà, perché, come dice lo stesso tecnico toscano, “a me della vittoria e della sconfitta non me ne frega un cazzo, mi interessa il percorso. Non sono uno speculatore, voglio sognare ed essere libero”.

Silvio Baldini è fatto così, autentico al 100% e mai banale.

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