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Rientrano in campo stravolti e feriti, il club non può nascondersi: “Il calcio non è boxe”

Atmosfera incandescente al Boca Juniors, con Zambrano e Benedetto che hanno mostrato i segni di una violenta rissa. Negli spogliatoi è successo di tutto.
A cura di Marco Beltrami
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Week-end turbolento nel calcio internazionale. Se Antonio Conte e Thomas Tuchel in Chelsea-Tottenham per pochissimo non sono passati alle mani, dopo un faccia a faccia al vetriolo, c'è chi si è spinto oltre. In Argentina ha fatto molto rumore quanto accaduto in occasione della sfida tra il Racing Avellaneda e il Boca Juniors, match valido per il massimo campionato e conclusosi 0-0. La frustrazione ha giocato un brutto scherzo ad alcuni giocatori della formazione ospite e sono saltati i nervi.

Poco dopo le squadre son tornate negli spogliatoi per l'intervallo, ma al ritorno in campo, le telecamere hanno mostrato dei particolari che non sono sfuggiti a nessuno. Zambrano infatti si è presentato sul terreno di gioco con uno zigomo molto gonfio, e alcuni graffi. Una situazione curiosa visto che il giocatore non aveva rimediato colpi nel primo tempo. Anche Benedetto ha mostrato un segno rosso sul collo, e questo ha fatto pensare ad un faccia a faccia violento tra i due.

Inizialmente il Boca ha minimizzato smentendo il tutto, ma poi il club di fronte all'evidenza delle immagini non si è potuto nascondersi. Zambrano si è sfogato contro l'attaccante, forte anche del sostegno degli altri giocatori e così è nato uno scontro durissimo con colpi proibiti in un'atmosfera davvero incandescente, con i compagni che hanno dovuto separarli. Subito dopo la partita, sono arrivate le scuse reciproche, che non salveranno i due da provvedimenti disciplinari già in vista della partita contro il Rosario. Entrambi sono stati esclusi per due partite, e multati.

L'icona del Boca e vice-presidente Riquelme ha voluto catechizzare il gruppo negli spogliatoi utilizzando anche parole molto forti. Secondo la stampa argentina, l'ex centrocampista ha bacchettato i due per aver superato il limite, sottolineando che il calcio "non è pugilato". Fuori dal campo ogni calciatore può fare quello che vuole, ma in campo bisogna essere una squadra e rispettare la maglia.

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