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Ricorso Juventus-Napoli, domande e risposte: cosa può succedere dal Coni al Tar

Cosa succederà con il nuovo ricorso sul caso Juventus-Napoli? La decisione della Corte Federale d’Appello ha confermato la sentenza emessa dal Giudice Sportivo. Il Napoli si rivolgerà ora al Collegio di Garanzia del Coni, prima di passare eventualmente nell’ambito della giustizia ordinaria. Le risposte dell’avvocato Federico Venturi Ferriolo alle domande più ricorrenti.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La partita che non si è giocata sul campo si sta disputando su un altro terreno di gioco, e si preannuncia ancora lunga. Juventus-Napoli va avanti tra sentenze, ricorsi e appelli. Per ora nell'ambito della giustizia sportiva, poi – secondo quanto anticipato più volte dal club azzurro – eventualmente anche nel campo della giustizia ordinaria. Per ora la sentenza del Giudice Sportivo – 3-0 a tavolino a favore della Juventus e un punto di penalizzazione per il Napoli – è stata confermata dalla Corte Federale d'Appello. Il Napoli farà ricorso e si passerà all'ultimo step previsto dall'ordinamento sportivo: il caso arriverà al Collegio di Garanzia del Coni. Cosa potrà succedere e in quali tempi? E nel caso si passasse alla giustizia ordinaria, qual è il margine d'azione del Tar? Sono le domande più ricorrenti tra tifosi e appassionati, alle quali ha risposto – per Fanpage.it – l’avvocato Federico Venturi Ferriolo di LCA Studio Legale, esperto di diritto sportivo.

Avvocato, ora si andrà al Collegio di Garanzia del Coni. Come funzionerà l’iter del ricorso?
"Il Napoli avrà trenta giorni per impugnare la sentenza, bisognerà notificare il ricorso alla controparte, depositarlo e poi attendere che il Collegio di Garanzia fissi l'udienza per la discussione. Per la decisione del Collegio di Garanzia il termine previsto dal Codice di giustizia è di sessanta giorni. Trattandosi, in questo caso, di un termine ordinatorio e non perentorio, si deciderà sulla base d'urgenza. Ritengo comunque che il Collegio di Garanzia riterrà opportuno pronunciarsi in tempi ragionevolmente rapidi sempre che reputi il ricorso ammissibile perché ai sensi dello Statuto FIGC le controversie decise in via definitiva dagli Organi della giustizia sportiva federale relative alla perdita della gara non sarebbero soggette alla cognizione del Collegio di Garanzia dello Sport".

La partita si è giocata attorno al concetto di causa di forza maggiore. E il Napoli per ora non riesce a convincere con la sua linea difensiva.
"Si poteva invocare la causa di forza maggiore forse all’inizio della pandemia, quando si trattava di un evento imprevisto ed imprevedibile nella sua dimensione. Ma la pandemia è una realtà che ci perseguita quotidianamente da mesi; non è più un evento che può essere qualificato come fatto straordinario ed imprevedibile. Ritengo che lo spazio per invocare il principio della forza maggiore sia assai ridotto. Peraltro la FIGC ha previsto una serie di disposizioni specifiche (il cd. Protocollo) per disciplinare gli eventi dovuti alla circolazione del coronavirus. Il Napoli avrebbe quindi dovuto rispettare le norme del protocollo FIGC".

La sentenza utilizza termini molto duri, quasi inusuali. Come mai?
"In effetti i termini utilizzati nella decisione sono molto netti e questo, in verità, ha un poco sorpreso. Una possibile ragione potrebbe essere la conoscenza da parte dei Giudici di elementi, documenti non pubblicati che hanno determinato una tale presa di posizione e potrebbero interessare la Procura federale nel caso integrino una violazione dei principi posti a tutela dell’ordinamento sportivo".

C’è il rischio che la sanzione per il Napoli possa addirittura inasprirsi?
"Al Collegio di Garanzia direi di no. Il Collegio non valuta il merito della controversia, ma la presenza della violazione di una norma di diritto, l'insufficiente od omessa motivazione su un punto decisivo della controversia che sia stato oggetto di lite tra le parti. Nel caso in cui il Collegio di Garanzia ravvisi la violazione di un principio di diritto può accogliere il ricorso e rinviare la controversia al Giudice dell'appello per l'adozione di una decisione che applichi in maniera corretta le norme come interpretate dal Collegio di Garanzia. Non ritengo che la sanzione possa essere più gravosa. La richiesta del Giudice Sportivo è stata quella confermata in appello".

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Il Napoli ha già detto di voler andare oltre l'ambito sportivo. Ma quali sono i confini d’azione del Tar in merito all’ordinamento sportivo?
"I confini dell'azione del Tar sono circoscritti da una norma dello Stato. Il Tar non è competente a decidere nel merito della sanzione disciplinare irrogata dal Giudice Sportivo perché ha una competenza residuale e solo risarcitoria. Il Giudice amministrativo potrebbe, quindi, se ravvisa incidentalmente l'illegittimità della sanzione sportiva irrogata, riconoscere al Napoli un risarcimento dell'eventuale danno patito. Non vedo spazio per una revisione della sanzione da parte del Tar, la partita sulla sanzione è da giocare all'interno dell'ordinamento sportivo il cui ultimo grado di giudizio è quello davanti al Collegio di Garanzia dello Sport".

E il Napoli come potrà muoversi?
"I motivi di ricorso e gli argomenti sono quelli già alla base del precedente giudizio. Il Napoli cercherà di dimostrare che c'è stata un'erronea interpretazione delle norme rilevanti (sportive e non) applicabili al caso di specie".

La posizione del Napoli che emerge dalle motivazioni della sentenza è piuttosto complessa.
"Da quanto emerge dalla decisione, il punto rilevante non sembra essere quello della difesa di un diritto costituzionale, quanto piuttosto la volontà di non giocare una specifica partita. I principi emersi dalle motivazioni sono molto importanti, come quello di conservare l'interesse della manifestazione sportiva. La partita era stata confermata dai competenti organismi sportivi e andava quindi disputata. La domanda è: qual è stata la reale intenzione del Napoli? Tutelare diritti costituzionalmente garantiti. Ma di chi, dei propri calciatori?".

In sintesi, qualora il Coni ribadisse la sentenza emessa in primo grado, il Tar potrebbe decidere – ad esempio – per la disputa della partita?
"No, il Tar non ha il potere di fare rigiocare la partita. La modifica della sanzione disciplinare irrogata è di competenza dell'ordinamento sportivo".

Qualora si dovesse arrivare al Tar – e forse anche al Consiglio di Stato -, di che tempi si parla per una decisione definitiva?
"Per il giudizio di fronte al Collegio di Garanzia il termine, ordinatorio, per la sua conclusione è di sessanta giorni. Per quanto riguarda il Giudizio di fronte al TAR ritengo che la sentenza potrà essere pronunciata entro due anni dall'introduzione del ricorso".

Nel frattempo il campionato va avanti…
"Sì, il campionato prosegue con l'attuale classifica. Se il Collegio di Garanzia confermerà la decisione presa, ritengo che, sotto il profilo sportivo, la questione possa considerarsi chiusa. Se, invece, il ricorso verrà accolto assisteremo, con ogni probabilità. ad una nuova pronuncia nel merito. Al momento la decisione resta quella che è stata presa".

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