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Perché Robert Lewandowski deve vincere il Pallone d’Oro 2021

Se c’è un calciatore che deve vincere il Pallone d’Oro 2021 quello è Robert Lewandowski: atleta straordinario, calciatore esemplare e centravanti infallibile.
A cura di Vito Lamorte
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Il 29 novembre 2021 al Théâtre du Châtelet di Parigi verrà assegnato il Pallone d'oro 2021. Mai come quest'anno regna l'incertezza su chi vincerà il riconoscimento individuale più ambito a livello calcistico ma se c'è un calciatore che lo meriterebbe più di tutti è un ragazzo del 1988 nato a Varsavia. Nome: Robert. Cognome: Lewandowski. L'attaccante polacco è, senza possibilità di contraddittorio, uno dei migliori calciatori al mondo da almeno due anni e più degli altri 29 candidati alla vittoria finale meriterebbe questo riconoscimento per la costanza con cui ha messo in mostra la sua classe: Lewy si è preso la ribalta con prestazioni sontuose e tante reti, visto che è il giocatore che ha esultato più di tutti in questo 2021.

Siamo davanti ad un attaccante che sa far gol in tutti i modi e manda in porta i compagni con una facilità disarmante: ogni giocata deve essere rivista più volte per cercare di mettere insieme i pezzi del puzzle perché ogni volta spunta qualche dettaglio. Robert sente la porta, è nato per quello, non ha bisogno di guardarla troppe volte e negli ultimi 16 metri fa la differenza come pochi. Pochissimi. Più di Karim Benzema, che pure si sta confermando un calciatore pazzesco, si è affermato come prototipo del centravanti moderno per la facilità con cui trova la via del gol e per la capacità di giocare con la squadra.

Sebbene Messi e Jorginho abbiano avuto successo con le loro nazionali e siano i candidati più accreditati dalla critica non si può non tenere conto di quello che ha fatto e sta facendo Lewandowski. Sì, perché lo scorso anno il Pallone d'Oro non è stato assegnato e il principale indiziato era proprio Lewy, che aveva centrato il Triplete con il Bayern ed era stato uomo di riferimento della squadra di Flick con 55 gol in 47 presenze in tutte le competizioni. L'improvvisa cancellazione a causa della pandemia di COVID-19 non gli ha permesso di conquistare il meritato riconoscimento ma per evitare troppe discussioni, e non lasciare dubbi, Lewandowski ha fatto registrare numeri straordinari anche nell'annata successiva con 48 reti in 40 gare giocate e in quella attuale (25 reti in 19 partite). Mostruoso.

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Un interprete unico del ruolo. Il numero 9 del Bayern segna sempre. Non è una novità, ma è giusto sottolinearlo. Nessuno ha fatto meglio di lui nell'anno solare 2021, 39 gol, e quelli che lo inseguono ben lontani dai suoi numeri: Dusan Vlahovic (27), Erling Haaland (26 gol), Karim Benzema (25), Lionel Messi (24) e Kylian Mbappè (22).

Nonostante lo scorso anno l'attaccante polacco sia stato fermo per un lungo periodo in 29 partite è riuscito a battere il record di Gerd Muller di 40 gol in una singola stagione di Bundesliga (ne ha fatti 41) e ha vinto anche la Scarpa d'Oro riuscendo ad avere la meglio sugli extraterrestri Cristiano Ronaldo e Lionel Messi.

Pep Guardiola lo ha allenato al Bayern Monaco e su di lui si è espresso così: "È il giocatore più professionale con cui ho lavorato nella mia carriera. Sa come riposarsi, segue la dieta più adeguata per un atleta, alimentandosi bene, non si fa mai male, perché si allena al meglio e con la dovuta concentrazione. E si sa quanto sia importante la condizione fisica per un calciatore". Insomma, non è un caso che a 33 anni gode di una forza e di una elasticità incredibile.

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Ma non è solo una questione di numeri. Lewandowski fa gol nei modi più disparati. Di destro, di sinistro, di testa, in acrobazia, su rigore e qualche volta anche su punizione: il suo modo di trovare sempre la coordinazione giusta, di avere sempre la soluzione a portata di mano, e mantenere sempre la freddezza per centrare il bersaglio. In un'intervista al quotidiano spagnolo El Pais ha parlato così del suo modo di giocare: "Noi attaccanti passiamo il 70% del tempo con le spalle alla porta. Il 30% con la porta davanti è più facile. Ecco perché è importante per me sentirmi mentalmente e fisicamente più forte del mio avversario e perfezionare tutte quelle tecniche che mi aiutano a guadagnare più spazio nei duelli con i difensori per godermi meglio quel 30% sotto porta. Lavoro su queste cose".

Uno, massimo due tocchi, e conclusione verso la porta: l'essenzialità che rende ancora più bello il gesto tecnico, che sia una progressione verso la porta avversaria o un aggancio col tacco al limite dell'area per servire un compagno. Semplice ma mai banale. Lewandowski sa giocare con la squadra e per la squadra grazie alla sua tecnica, alla sua capacità di tenere palla spalle alla porta e alla sua forza fisica. Tutti quelli che lo hanno allenato ne hanno tessuto le lodi per la predisposizione al lavoro e al sacrificio.

Numeri alla mano un giocatore del Bayern Monaco non vince il Pallone d'Oro dai tempi di Rummenigge (1981) e un calciatore polacco non l’ha vinto mai: Deyna e Boniek finirono terzi nel 1974 e nel 1982. Potrebbe essere l'ottavo assegnato all'Europa dell'Est dopo Yashin, Albert, Blochin, Belanov, Stoičkov, Šhevčenko e Nedvěd. Se dovessimo premiare i più forti in assoluto, allora non ci sarebbero dubbi nemmeno quest'anno proprio come negli ultimi 13, ma si tratta di un riconoscimento che dovrebbe andare a chi ha fatto meglio nel corso dell'anno e c'è un ragazzo che negli ultimi due anni è stato superiore a tutti gli altri. Nel recente passato sono già stati fatti ‘errori' del genere e forse è il caso di non ripeterli ancora. Non sarebbe corretto.

Il duopolio Messi-Cristiano Ronaldo è stato spezzato solo dalla vittoria di Luka Modric nel 2018 e il nome più giusto per rompere di nuovo questa oligarchia è, senza dubbio, quello di Robert Lewandowski. Atleta straordinario, calciatore esemplare e centravanti infallibile.

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