Perché Luis Enrique ha messo le mani addosso a Joao Pedro in Chelsea-PSG: “Sono stato uno stupido”

La finale del Mondiale per Club tra Chelsea e PSG è stata sporcata da una ingloriosa rissa dopo il 90′ in cui è accaduto di tutto. Coinvolto in prima persona anche Luis Enrique, immortalato mentre afferra al collo Joao Pedro in una sequenza che ha condannato il tecnico dei parigini sui social, accusato di non aver saputo perdere ed essersi fatto prendere dalla frustrazione. Un episodio sul quale sono tornati i due diretti protagonisti, tra dichiarazioni e versioni contrastanti, con la parziale ammissione da parte dell'allenatore spagnolo: "Sì, sono stato uno stupido".
La rissa a fine partita: cos'è accaduto tra Chelsea e PSG
La frustrazione ha colpito l'intera squadra del PSG, subito dopo il 90′, dopo essere stati dominati in campo dal Chelsea nella finale del Mondiale per Club: travolti per 3-0, i giocatori hanno fatto esplodere tutto il loro nervosismo – già intuito in occasione dell'espulsione di Neves su Cucurella – al termine della partita. Scene imbarazzanti, in particolare con Donnarumma e Luis Enrique in prima fila iniziare un faccia a faccia con alcuni avversari, finché il tecnico mette la mano sinistra sul collo del giocatore del Chelsea Joao Pedro, spingendolo a terra. Luis Enrique ha dovuto essere calmato da Presnel Kimpembe che lo ha placcato da dietro.
Luis Enrique ricostruisce l'aggressione: "Ho visto Maresca e i giocatori spingersi a vicenda"
L'ex allenatore del Barcellona ha voluto chiarire le cose per giustificare il suo comportamento, nelle dichiarazioni post gara: "Alla fine della partita, è nata una situazione che poteva essere evitabile da parte di tutti", ha spiegato in spagnolo l'allenatore parigino in conferenza stampa. "La mia intenzione, come sempre, era di separare i giocatori per evitare ulteriori problemi. Avremmo dovuto tutti impedire che la situazione degenerasse, ma c'era molta tensione, molta pressione. Ho visto Maresca spingere i giocatori e altri spingere lui…".
Le scuse di Luis Enrique: "Sono stato stupido… sono caduto nella provocazione"
L'aggressione diretta a Joao Pedro è stata però il punto focale delle critiche a Luis Enrique che è entrato nel merito, ammettendo l'errore ma anche cercando di spiegare: "Quello che ho fatto è stato solamente per cercare di separare i giocatori. Sì, sono stato uno stupido: lui è lì davanti a me, mi provoca. Io lo tocco e lui si lancia a terra", ha spiegato ancora ripercorrendo quanto accaduto con Joao Pedro.
La versione di Joao Pedro: "La verità è che non hanno saputo perdere"
Il giocatore del Chelsea dal canto suo, ha raccontato la propria versione della rissa finale: "Sono andato a proteggere Andrey, ho visto che i loro giocatori si stavano accerchiando attorno ad Andrey [Santos, ndr]. Da bravo connazionale, sono andato a proteggere il mio amico" ha spiegato Joao Pedro. "Stava arrivando un sacco di gente e in quel caos sono finito per essere spintonato". Poi, la frecciata diretta a Luis Enrique e al PSG: "Fa parte del gioco… ma la verità è che non hanno saputo perdere, ma questo è il calcio."

Cosa rischia Luis Enrique e la difesa di Al Khelaifi: "Abbiamo l'allenatore più disciplinato del mondo"
Per il gesto violento a fine partita, Luis Enrique adesso rischia una possibile sanzione per l'aggressione a Joao Pedro. Bisognerà attendere che la FIFA si pronunci sulla questione attraverso la sua Commissione disciplinare. Intanto, il tecnico è stato difeso a spada tratta da Nasser Al Khelaifi: "Abbiamo l'allenatore più disciplinato e rispettoso del mondo. È andato a separare le persone ed è stato provocato. Bisogna avere rispetto anche per gli allenatori delle altre squadre".