Perché Conte ha deciso di restare al Napoli: come lo ha convinto De Laurentiis, non solo soldi

Adesso sì che a Napoli la festa è davvero completa, ora che quell'ombra sul futuro è stata spazzata via: Antonio Conte ha ceduto alla corte serratissima di Aurelio De Laurentiis e ha deciso di continuare ad essere l'allenatore della squadra azzurra, appena condotta al quarto Scudetto della sua storia, il secondo in tre anni. Appena qualche giorno fa sembrava invece che il 55enne tecnico leccese fosse destinato a dire sì al richiamo della sua vecchia Juventus, che nelle intenzioni di John Elkann ne voleva fare il perno della restaurazione dei gloriosi tempi passati. Tutto è cambiato dopo la festa di lunedì, con due incontri nel corso dei quali De Laurentiis ha convinto Conte con argomenti molto forti. Evidentemente più forti di quelli messi sul piatto dalla Juve: non solo economici, ma anche progettuali, il che segna l'acquisizione di uno status che probabilmente per ADL è ancora più motivo di soddisfazione e orgoglio.
I motivi della permanenza di Conte a Napoli: la forza degli argomenti di De Laurentiis
Il primo incontro è andato in scena lunedì, il secondo oggi. Entrambi molto lunghi, perché Conte voleva essere sicuro di uscirne convinto al 100%, avendo dunque ottenuto risposte positive a tutte le sue richieste. Inutile girarci intorno: anche se la mozione degli affetti era potentissima, col pressing della moglie e della figlia del tecnico affinché restasse in una città in cui si sono trovate benissimo, così come lo spingevano a restare i vari Oriali e Stellini, a fare la differenza è stata la forza economica messa sul tavolo da De Laurentiis.
Una forza tradottasi prima di tutto in un aumento dello stipendio dell'allenatore pugliese (ferma restando la durata del contratto per altri due anni), ma anche nella garanzia di un mercato di grande potenza, con un top europeo come De Bruyne che sta per essere preso a parametro zero e almeno 150 milioni in cassa (attesa la cessione di Osimhen dopo quella di Kvaratskhelia, oltre agli incassi tra Serie A e UEFA) per esaudire i desideri del tecnico per allestire una rosa che possa competere anche in Champions League.
Una prova di forza dunque, ma non solo quella. Sulla bilancia presentata da De Laurentiis e che Conte ha soppesato bene, c'è anche lo sguardo gettato oltre: una solidità che va a braccetto con progettualità, una visione di lungo termine che è la risposta che probabilmente il tecnico voleva ricevere a quella sua frase su "tante cose che a Napoli non si possono fare". Era metà aprile ed era la prima volta che l'ex CT della nazionale esprimeva un concetto così duro, anche se il destinatario non era stato precisato. E allora chissà che nell'incontro decisivo non si sia parlato anche di centro sportivo e campi di allenamento, e ancora di lavori al Maradona per renderlo ancora più un fortino, tutti argomenti cari a Conte.
Per arrivare al punto che il tecnico pugliese aveva espresso come suo obiettivo quando era arrivato sul Golfo: "Voglio che il Napoli sia un punto di arrivo, non di passaggio. Voglio costruire qualcosa di importante, duraturo, che resti nel tempo", aveva detto il giorno della sua presentazione quasi un anno fa. Un concetto che ha ribadito faccia a faccia con De Laurentiis, ricevendo evidentemente le risposte che voleva.