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Perché Agnelli e Conte non si sopportano dopo l’addio alla Juventus

Il rapporto tra Andrea Agnelli e Antonio Conte è definitivamente compromesso. Dall’idillio del ciclo vincente alla Juventus, alla frattura insanabile certificata nella semifinale di Coppa Italia tra i bianconeri e l’Inter. Ecco come si è arrivati a questo punto di non ritorno, nel passare degli anni.
A cura di Marco Beltrami
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Quello tra Antonio Conte e Andrea Agnelli è un rapporto ormai compromesso. Quanto accaduto in occasione di Juventus-Inter di Coppa Italia, con il dito medio del mister nerazzurro verso la tribuna avversaria, e l'insulto del patron dopo il fischio finale a qualificazione ottenuta, certifica che la frattura tra i due è insanabile. L'idillio che aveva portato il mister e il giovane numero 1 a condividere l'inizio del ciclo vincente della Vecchia Signora è ormai un lontano ricordo. Ma come si è arrivati a questo punto? E come mai i due non si sopportano?

Agnelli e Conte, l'inizio del sodalizio vincente alla Juventus

Nel 2011 Andrea Agnelli scelse proprio Antonio Conte, simbolo della juventinità dopo i tanti anni da centrocampista in bianconero, per provare a riportare al top la sua squadra. Una scommessa vincente, per un sodalizio che mise le basi di un ciclo a dir poco fortunato. Massima fiducia da parte del patron nei confronti dell’allenatore, tutelato e confermato anche quando arrivò la squalifica per i fatti del calcioscommesse, con Conte sostituito in panchina dai suoi vice.

Le prime fratture, l'inserimento del Milan e l'ultimo anno di contratto

Le prime crepe arrivarono nella terza annata di Conte in bianconero, quella 2013/2014. Il tecnico che iniziava a sentire la pressione, anche per il flop in Europa League (che impedì alla Juventus di sfruttare la possibilità di giocare la finale in casa), nonostante il record di punti e un’altra stagione di contratto, iniziò ad esternare i primi mal di pancia aprendo all'addio a fine annata. Le indiscrezioni dell’epoca raccontano anche dell’interesse forte del Milan, pronto a puntare proprio su Conte per provare a ripetere quanto fatto da lui in bianconero.

Una sfida intrigante quella del mister salentino, che strizzò l’occhio al club della Madonnina, facendo però arrabbiare la dirigenza della Juventus. Agnelli infatti venuto a conoscenza di questa situazione decise di andare avanti, bypassando anche l’ormai celebre battuta “Non si entra con 10 euro in un ristorante da 100 euro", che minimizzava le ambizioni Champions dei bianconeri. L’incontro decisivo di fine stagione si chiuse dunque con il freddo comunicato della Juventus che ufficializzava la permanenza del mister fino a fine contratto, dunque per un’altra stagione e che costringeva di fatto il Milan a virare su un altro profilo, ovvero Pippo Inzaghi.

La rottura clamorosa e l'addio a sorpresa di Conte alla Juventus

A questo punto tutto lasciava presagire il prosieguo dell’avventura, e invece ecco la rottura sorprendente e clamorosa. Nel primo giorno di ritiro, ovvero il 15 luglio 2014, Conte decise di lasciare la Juventus, proprio all’inizio dei lavori. Il mister stizzito anche per il mancato arrivo di innesti richiesti come Iturbe (finito alla Roma poche ore prima) e Cuadrado, gettò la spugna, con il club che ufficializzò il tutto attraverso una video intervista sui suoi canali ufficiali.

Da qui in poi i rapporti sono diventati sempre più freddi, con la Juventus a celebrare i successi di Allegri che sfiorò anche due volte la Champions, e Conte impegnato prima in Nazionale e poi al Chelsea, con risultati più che positivi. Il tutto fino a quando il presidente in occasione di un’assemblea degli azionisti ringraziando Max, lanciò una stilettata al suo predecessore: "Ringrazio personalmente Massimiliano Allegri, che ha svolto un lavoro straordinario. Ha portato avanti un lavoro che per altri sembrava concluso". La ribattuta di Conte fu perentoria e a mezzo social: "Nella vita non si finisce mai di conoscere le persone. A volte basterebbe soltanto un minimo di riconoscenza. E di maturità".

L'illusione della pace allo Stadium e il botta e risposta al vetriolo in Juve-Inter con dito medio e insulti

Con il passare del tempo i rapporti tra Conte e Agnelli sembravano nuovamente migliorati, come testimoniato da un abbraccio in occasione di una visita del tecnico allo Stadium in occasione di un Roma-Juventus, ma invece la situazione si confermò irrecuperabile nel 2019. Dopo l’addio ad Allegri, anche il nome di Conte finì in lizza per i papabili nuovi allenatori bianconeri, con lo stesso che in un’intervista lasciò aperti numerosi spiragli (“I matrimoni si fanno in due – dichiarò alla Gazzetta – Anni molto logoranti, sotto tutti i punti di vista. Anche nelle migliori famiglie si può litigare. In quei tre anni ho dato tutto me stesso. mi sentivo in debito con Agnelli. Ricordo la promessa fatta: ‘Ci vorrà tempo ma l'obiettivo è tornare sul tetto del mondo'. Non sono riuscito a mantenere la promessa").

E invece a spegnere le speranze del mister fu proprio il presidente con il suo veto, al ritorno di Conte che finì poi agli acerrimi rivali dell’Inter. Il resto è noto: dal primo “battibecco” sulla proposta dei tifosi bianconeri di togliere la sua stella dall’Allianz Stadium, su cui Conte avrebbe voluto che Agnelli non si fosse sentito in dovere di intervenire, fino ai fatti della semifinale di Coppa Italia, con dito medio e insulti per una serata a dir poco incandescente.

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