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Paratici punge l’Inter: “Ci sono squadre che hanno avuto 10 anni di transizione, senza risultati”

Dopo il ko contro il Benevento, Fabio Paratici ha rifiutato l’idea della fine di un ciclo: “Saranno almeno 7-8 le volte che ho sentito parlare di questo e da 11 anni siamo protagonisti, da 9 vinciamo. La Juve si è sempre rinnovata, ma davanti ai successi tutto è passato in secondo piano. Sono altri che hanno trascorso 10 anni senza saper costruire”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il ko interno contro il Benevento ha lasciato il segno: lividi lungo tutto il corpo bianconero, merito di Adolfo Gaich capace di decidere un match con un colpo solo, preciso e letale, che ha scaraventato i campioni d'Italia in carica, a terra. Incapaci di rialzarsi. Una fotografia disarmante della Juventus di oggi, messa al tappeto da una neo promossa che ne ha mostrato tutti i difetti, i limiti e le difficoltà. Perchè, anche se non si vuole parlare di crisi, l'evidenza è questa: la Juventus di Pirlo è in difficoltà. Poi, giustamente, si pensa positivo, alla prossima gara, alle partite ancora da disputare in campionato, alla finale di Coppa Italia che potrebbe spingere verso l'ennesima Supercoppa, salvando un'intera stagione.

Eppure, resta la sensazione che il progetto attorno a Pirlo – dati alla mano – sia stato più avventato che ragionato, gettando nella mischia un potenziale crack delle panchine italiane e internazionali, rischiando però di bruciarlo al primo colpo. Si parla di crisi e i risultati sono lì, a dimostrare che è vero: -10 punti dalla vetta, un confronto diretto con il recente passato bianconero imbarazzante nei numeri.

Ma non si parli di transizione, di fine di un ciclo, di una stagione di passaggio. Un concetto che viene rifiutato a priori dall'ambiente bianconero e al quale si ribella il ds Paratici nelle sue ultime dichiarazioni.

"La parola transizione alla Juventus non esiste". Così, a fine sconfitta, l'analisi di Fabio Paratici a chi vorrebbe vedere una Juventus condannata ad una stagione già da buttare, in balia degli eventi e di risultati negativi.  "Ci sono stagioni che vanno bene, altre meno, ma alcune sono importanti anche per crescere e ottenere risultati negli anni successivi. Noi giochiamo sempre per vincere, non per altri scopi". Fino alla fine, si potrebbe aggiungere, come recita il motto bianconero, come ha recitato lo stesso Ronaldo in un recente post social. Malgrado tutto e tutti, perché il DNA juventino non si cancella con una manciata di gare insufficienti.

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L'analisi di Paratici ha un fondamento concreto: nel corso delle stagioni la Juventus ha già saputo cambiare pelle e lo ha fatto senza che quasi nessuno se ne accorgesse. E' passata da Conte ad Allegri a Sarri, vincendo. "Da 11 anni siamo qui in vetta, da nove consecutivi abbiamo vinto e abbiamo cambiato: forse non ci si è accorti, perché passava in secondo piano". Vero. Al netto delle polemiche, dei dubbi, delle valutazioni, la Juve ha saputo evolversi nel tempo mai mutando i propri obiettivi. Oggi, a fronte delle delusioni sul campo, i disfattisti sventolano la bandiera.

Cosa dovrebbero dire altre società che nel corso degli anni oltre a non vincere hanno faticato anche a ricostruire progetti da cicli vincenti? Paratici non fa nomi, non punta l'indice ma il riferimento alla vicina Inter è chiaro. Ed è un esempio che calza a pennello perché il club nerazzurro reduce dalla trionfale stagione del Triplete targata 2010 non ha saputo valorizzare, promuovere e costruire un continuum su quella gloria: " Abbiamo già attraversato diversi cicli continuando a vincere: a volte si riesce a costruire e vincere insieme, altre no. Se poi per transizione parliamo di risultati sportivi, ci sono squadre che hanno avuto dieci anni di transizione senza costruire"

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