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Palomino attende la sentenza sul doping: “Ho spiegato tutto, voglio tornare in campo”

Il difensore dell’Atalanta è stato trovato positivo il 26 luglio scorso e nelle contro-analisi successive. Nell’udienza al Tribunale Nazionale Antidoping ha ribadito la propria innocenza: la contaminazione è stata accidentale, colpa di una pomata. Gasperini lo accarezza: “Non merita di finire la carriera con questa etichetta”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il difensore dell'Atalanta, Palomino, attende il verdetto del Tribunale Nazionale Antidoping.
Il difensore dell'Atalanta, Palomino, attende il verdetto del Tribunale Nazionale Antidoping.

José Luis Palomino ha impiegato tre ore in udienza per spiegare al giudice del Tribunale Nazionale Antidoping che è pulito, che non ha barato, che la positività riscontrata a fine luglio scorso (e successivamente ribadita dalle contro-analisi del campione B) è stata frutto solo di "un errore" (così lo ha definito Gasperini alla vigilia di Atalanta-Napoli).

Il difensore è fermo da quattro mesi, il campo lo ha visto solo dalla tv o dalla tribuna e nemmeno sa cosa gli potrà mai accadere: se e per quanto tempo dovrà restare fermo, se riuscirà a togliersi da dosso il sospetto che qualcosa di poco chiaro abbia combinato.

Il Clostebol Metabolita è la sostanza che lo ha messo nei guai, era stata rilevata dopo un controllo a sorpresa al termine di una seduta di allenamento. La giustificazione che ha dato per quella situazione grave e imbarazzante che lo ha investito è stata sempre la stessa: è innocente perché la contaminazione è stata accidentale, involontaria, provocata dall'utilizzo di una pomata cicatrizzante.

Il calciatore sudamericano non è mai sceso in campo in questa stagione. Nell'immagine dello scorso campionato ingaggia un duello con Giroud.
Il calciatore sudamericano non è mai sceso in campo in questa stagione. Nell'immagine dello scorso campionato ingaggia un duello con Giroud.

Lo stimolante che ha fatto scattare il provvedimento di sospensione e il processo nei confronti del giocatore è uno steroide anabolizzante che dal punto di vista chimico si avvicina al testosterone ma si differenzia da esso per la composizione atomica che ne evita la trasformazione in estrogeno.

Com'è possibile che un atleta lo assuma a sua insaputa? La crema che contiene quel principio è spesso utilizzata per medicare le ferite e agevolarne la guarigione. Ed è questa la versione che Palomino ha sostenuto sia a settembre scorso, durante la convocazione in Procura Nazionale Antidoping, sia nella giornata di ieri quando è stato ascoltato in Tribunale.

"Ho parlato con il giudice e ho ribadito la mia posizione – le parole del calciatore riportate dall'Ansa -, adesso aspettiamo e spero che tutto finisca subito. Sono tranquillo. Io ho spiegato cosa mi è successo, ma sono fiducioso. Voglio tornare in campo". La camera di consiglio si è riunita subito dopo l'udienza ma perché ci sia il verdetto servirà attendere l'inizio della prossima settimana.

Palomino è stato fermato in via cautelare per la violazione degli articoli 2.1 e 2.2 che fanno riferimento alla "presenza di una sostanza proibita o dei suoi metaboliti o markers nel campione biologico di un atleta" e "all'uso o tentato uso da parte di un atleta di una sostanza o di un metodo proibiti". Sia l'uno sia l'altro sono intimamente legati al principio della responsabilità oggettiva. Un aspetto che complica la posizione del difensore sudamericano "indipendentemente dalla modalità con la quale vi sia arrivata o dall’intenzionalità di ingannare".

Il tecnico della 'dea', Gasperini, ha avuto parole comprensive nei confronti del giocatore.
Il tecnico della ‘dea', Gasperini, ha avuto parole comprensive nei confronti del giocatore.

Cosa rischia il tesserato della ‘dea'? Una squalifica fino a 2 anni (come massima sanzione) a seconda del grado di colpa dell'atleta e di altra persona, oppure "una nota di biasimo e nessun periodo di stop qualora lo stesso giocatore o altra persona siano stati convincenti abbastanza da dimostrare assenza di colpa i grave negligenza".

Sul caso Palomino si è pronunciato anche il tecnico dell'Atalanta, Gasperini, che ha avuto parole d'incoraggiamento nei confronti del suo giocatore. Alla vigilia della gara di campionato con la squadra di Spalletti s'è augurato che la vicenda si concluda con buon senso. "La legge non ammette ignoranza – ha spiegato l'allenatore -, ma siamo di fronte a un caso evidente di un giocatore di 32 anni che non è mai stato coinvolto in niente. Ha fatto un errore, ma spero che ci sia un po' di buon senso, non merita di finire la carriera con questa etichetta".

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