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Nkoulou-Cairo, botta e risposta: cosa è successo e perché il difensore deve scusarsi

Il caso Nkoulou continua a tenere banco in casa Torino. Il calciatore camerunense al centro di diverse voci di mercato aveva chiesto al mister Mazzarri di non scendere in campo contro il Sassuolo. Una situazione che ha fatto infuriare il patron Cairo che oltre ha ribadire l’incedibilità del difensore ha preteso le sue scuse. Nel frattempo Nkoulou è tornato ad allenarsi da solo, in orari diversi da quelli dei compagni, rompendo il silenzio in un’intervista a “L’Equipe”, in cui ha provato a spiegare la sua posizione, e quanto accaduto in queste difficili settimane.
A cura di Marco Beltrami
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Il caso Nkoulou continua a tenere banco in casa Torino. Il calciatore camerunense al centro di diverse voci di mercato aveva chiesto al mister Mazzarri di non scendere in campo contro il Sassuolo. Una situazione che ha fatto infuriare il patron Cairo che oltre ha ribadire l'incedibilità del difensore ha preteso, e pretende ancora, le sue scuse. Nel frattempo Nkoulou è tornato ad allenarsi da solo, in orari diversi da quelli dei compagni, rompendo il silenzio in un'intervista a "L'Equipe", in cui ha provato a spiegare la sua posizione, e quanto accaduto in queste difficili settimane.

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Caso Nkoulou, cosa è successo tra il difensore e il Torino

La stagione del Torino è iniziata con quello che è stato ribattezzato il caso Nkoulou. Il giocatore dopo l'andata dei playoff di Europa League contro il Wolverhampton, si è rifiutato di confrontarsi con Mazzarri sugli errori commessi contro gli inglesi, chiedendo di non essere schierato all'esordio in Serie A contro il Sassuolo. Una situazione figlia delle voci di mercato sull'ex Marsiglia (che piaceva a Roma e Siviglia) che ha spinto il Torino a non convocarlo più, con il presidente Cairo infuriato e pronto a fare dietrofront solo in caso di scuse di Nkoulou, a dirigenza, compagni e staff tecnico.

Nkoulou si allena da solo e spiega la sua situazione in un'intervista

Per ora Nikolas Nkoulou è tornato ad allenarsi, fuori dal gruppo, da solo. Il centrale ha lavorato in orari diversi da quelli dei compagni, a conferma di una frattura netta con il club intenzionato a non scendere a compromessi e fare un passo indietro solo di fronte alle scuse pubbliche. Nel frattempo ai microfoni di L'Equipe, il calciatore ha rotto il silenzio spiegando quanto accaduto: "Sono un uomo leale, onesto e integro nella mia carriera nessun compagno di squadra, allenatore o dirigente ha mai messo in dubbio la mia professionalità e ancor meno la mia educazione. Un professionista deve informare il suo datore di lavoro se non è nelle migliori condizioni per compiere la sua missione, che è stata rispettosamente eseguita con l'allenatore e i miei compagni di squadra. Per me un uomo è definito dal rispetto della sua parola. Sfortunatamente mi sono reso conto che gli impegni sono difficili da mantenere. Ho preso atto che i miei dirigenti hanno rifiutato di nuovo la mia cessione quest'estate".

Nkoulou pronto a tornare a giocare con il Torino

Il passato però è passato per Nkoulou che dopo le turbolenze delle ultime settimane sembra intenzionato a chiarire con il club per tornare a giocare con la maglia granata: "Fedele ai miei principi, torno al lavoro senza che questi eventi influiscano né sulla mia motivazione né sulla mia professionalità, figuriamoci difendere ardentemente i colori del Torino, perché la sua storia e i suoi tifosi lo meritano". Basterà questo per il reintegro in rosa di Nkoulou?

Cairo risponde a Nkoulou e pretende ancora le sue scuse

A giudicare dalla replica di Cairo in occasione della conferenza stampa di presentazione di Verdi no. Il presidente del Toro ha risposto al calciatore, dimostrando di volere ancora le scuse del suo calciatore: "Nkoulou? Non ci sono novità, sa quello che deve fare. Ci vuole rispetto per la società, mister e compagni. È arrivato da noi 2 anni fa, non l’avevo neanche trattato io. Terminata la stagione il suo agente mi ha detto che c’era un’opportunità di andare al Siviglia. Ma io non volevo venderlo, perché aveva fatto bene con noi. Allora mi era stato detto che Petrachi aveva promesso di cederlo, cosa che a me non era stata riportata. Ho detto che doveva restare. Le sue ultime parole? Non si risolve un tema sui giornali, ma in società, con il mister e con la squadra che aveva obiettivi importanti e che non ha raggiunto, non per colpa sua. Ma sentirsi dire da un giocatore molto rappresentativo che non c’era con la testa, ha fatto male a tutti. E quindi, siccome è un professionista serio, deve fare le cose come vanno fatte“.

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