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Napoli terzo mondo d’Europa? Non per Mertens: “Amo questa città, come farò a lasciarla?”

“Ciro” Mertens dichiara il suo amore per Napoli: “Quando mi alzo la mattina, mi affaccio e vedo il mare mi chiedo… come faccio a tornare in Belgio?”. In azzurro ha vinto 2 Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Il sogno è lo scudetto.
A cura di Maurizio De Santis
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A Napoli lo chiamano Ciro, a testimonianza di quanto sia forte il legame con la città che lo ha eletto idolo. Dries Mertens, capocannoniere nella storia del club azzurro, nemmeno pensa a quando dovrà andar via e tornare in Belgio lasciando quella che Le Figaro ha definito il "terzomondo d'Europa". Nemmeno gli passa per la testa una cosa del genere e quando gli chiedono un giudizio lo esprime in maniera molto sincera. A "Ciro" puoi credere quando dice che "non servono parole". E spiega perché dal suo punto di vista (panoramico) non immagina posto diverso per la sua vita almeno nel medio periodo. "Quando mi alzo la mattina, mi affaccio e vedo il mare mi chiedo ‘Come faccio a tornare in Belgio?’. Ci tornerò il più tardi possibile, spero".

Ospite al Tennis Club Napoli per la presentazione del libro "NAPOLI – I grandi calciatori raccontati da Valter De Maggio", l'attaccante azzurro ha parlato di tutto anche degli aspetti strettamente personali. Uno in particolare: che nome darà al figlio "napoletano"? Sorride e non lo dice, se la cava con un diplomatico: "Io e mia moglie Kat non abbiamo ancora deciso".

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Due Coppe Italia e una Supercoppa italiana sono i trofei conquistati in azzurro. Con la squadra di Sarri, che fece di lui un "nove vero", sfiorò lo scudetto nel duello a distanza con la Juventus. Adesso i partenopei sognano con un Napoli diverso, quello di Spalletti: sarà la volta buona? "Si può sempre sognare – aggiunge il belga -. Quest’anno abbiamo comprato qualche giocatore che ha alzato il livello. In alcune partite serve anche fortuna…".

Ultima riflessione dedicata a Maradona. Il 25 novembre è una data triste per Napoli, un anno fa moriva l'ex Pibe de Oro. Mertens è andato in pellegrinaggio dinanzi al murales del Diez e sa quanto il ricordo di Diego sia vivo, presente più che mai in città. "È molto dura, è passato quasi un anno, noi ne parliamo sempre – le parole di Mertens -. Ma Diego sta sempre con noi".

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