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Messi marcato da 7 giocatori dell’Uruguay: si prende le loro menti, poi fa la magia

In Argentina-Uruguay Leo Messi è stato protagonista di una grande partita, coronata dal gol personale e da giocate da mago del pallone. Il fuoriclasse di Rosario impone la sua presenza magnetica agli avversari, come un mentalista che tiene prigioniera per 90 minuti la mente di chi gli sta di fronte.
A cura di Paolo Fiorenza
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L'Estadio Monumental di Buenos Aires stanotte si è trasformato in un santuario dedicato ad una sola divinità calcistica: Leo Messi. Il capitano e simbolo dell'Argentina – sbloccatosi finalmente nella scorsa estate col trionfo in Copa America, primo titolo vinto in Nazionale – è stato accolto in maniera adorante dai tifosi albicelesti, ripagati con la solita grande prestazione, coronata dal gol che ha aperto le marcature per la squadra di Scaloni contro l'Uruguay. Il match valido per le qualificazioni mondiali si è poi concluso col punteggio di 3-0, grazie alle altre due reti di De Paul e Lautaro Martinez.

In occasione della rete messa a segno dall'attaccante dell'Inter, Messi ha mostrato al mondo cosa significhi non soltanto tenere la palla incollata al piede come fosse una calamita, ma anche provocare lo stesso effetto magnetico sugli avversari. Il video dell'azione in questione è ipnotico: si vede Messi entrare in area e scartare un paio di avversari, prima di arretrare ed essere braccato da ben 7 giocatori dell'Uruguay che appaiono come legati da un filo invisibile al sei volte Pallone d'Oro (secondo molti favorito anche per il prossimo).

Da vero regista avanzato della squadra, Messi esce dall'area, dà uno sguardo in giro e capisce che la falange uruguaiana, schierata compatta su due file davanti a lui, ha lasciato completamente scoperto il fronte destro: a quel punto con un esterno sinistro telecomandato serve il pallone a Lo Celso che ha buon gioco a tagliare l'area con un cross radente che Lautaro insacca facilmente da pochi passi. Un'azione che mostra quanto il fuoriclasse di Rosario condizioni l'atteggiamento degli avversari, non solo per la sua pericolosità diretta ma anche con la sola imposizione della sua aura magica, del carisma che fa sì che nessuno stacchi gli occhi da lui e lo perda di vista per un solo istante. Con la conseguenza poi di lasciare inevitabilmente libero qualche suo compagno.

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Prima del fischio d'inizio Messi aveva ricevuto un riconoscimento per essere diventato – con la tripletta segnata alla Bolivia lo scorso 10 settembre – il massimo goleador sudamericano per Nazionali, superando Pelé. Il rapporto con i tifosi argentini è al culmine della passione, come mai nella sua vita. Accade adesso, a 34 anni. "Spero che questa unione con le persone duri a lungo – ha detto Messi nel dopo partita – È impressionante, è sempre più bello poter vivere e godersi tutto questo". Ed anche noi, da appassionati, speriamo che la magia della Pulce duri ancora a lungo.

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