Maurizio Costanzo e la Roma, dal tifo al drastico distacco: “Non mi hanno lasciato lavorare”

“Mejo ‘a Roma”. Si era presentato così Maurizio Costanzo alla Roma quando accettò l'incarico di responsabile di strategie della comunicazione a giugno del 2021. Giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore e scrittore, è morto oggi all'età di 84 anni. Tifoso da sempre della squadra giallorossa e molto legato all'ex capitano della Roma, Francesco Totti, Costanzo ha fatto la storia della televisione italiana e anche nel mondo dello sport ha saputo lasciare un'impronta importante. La possibilità di poter entrare a far parte della Roma dei Friedkin l'aveva entusiasmato sin dal primo momento tanto da non riuscire a nascondere il suo entusiasmo in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport:
"Sono felice, non lo nascondo: è davvero bello quando una passione si trasforma in una professione – aveva detto sottolineando come quella possibilità di entrare a far parte della Roma fosse nata dopo una chiacchierata con l'a.d. Fienga – È stato lui a farmi poi incontrare i due Friedkin, padre e figlio. Sono molto simpatici e ho notato che stanno sempre attenti a quello che dicono. Ho spiegato quello di cui mi sono occupato nella vita e quello che faccio adesso e la cosa è andata in porto". Costanzo aveva in mente per la Roma un percorso di avvicinamento con i tifosi cercando di far nuovamente avvicinare le persone allo stadio e a quei colori giallorossi che lui tanto amava. L'addio al club però arriverà un anno dato con non poche polemiche.

"Lascio perché non mi è stata data la possibilità di svolgere l’incarico che mi era stato affidato – aveva fatto sapere Costanzo al Corriere dello Sport a febbraio del 2022 – Sono assolutamente pro Mourinho e tifoso della Roma". Nella testa di Maurizio Costanzo c'era l'idea di creare una Roma più vicina alle persone, ovvero a coloro i quali dovevano sostenere la squadra in ogni momento. Ma non stava andando come aveva immaginato: "Non venivo più informato — dichiarò alla Gazzetta – soprattutto dopo alcuni cambi". Costanzo spiegò il suo rammarico per non essere riuscito pienamente nel suo intento:
"Avrei voluto fare molte cose, ma a partire dalla questione stadi non è stato possibile e ho deciso di lasciare – spiegò – Un po’ ovviamente mi dispiace, sono da sempre tifoso giallorosso e speravo di poter dare il mio contributo. Ma così non è stato. Se mi volto indietro e osservo com’è andata ho diversi rimpianti ma sono un ottimista, quindi preferisco guardare verso il futuro". Costanzo avrebbe voluto che le persone tornassero a vivere la Roma a 360°. Un po' quello che sta chiedendo Mourinho costantemente alla piazza. Un allenatore, il portoghese, che Costanzo apprezzava tantissimo: "Lo so, talvolta sono un po’ partigiano su Mourinho, ma che volete che vi dica? A me, personalmente, quell’allenatore piace" scrisse all'interno della sua rubrica sul Corriere dello Sport a proposito dell'espulsione rimediata a novembre dello scorso anno dallo Special One contro il Torino.

Maurizio Costanzo lo apprezzava talmente tanto che sempre attraverso la sua rubrica fece ai Friedkin una provocazione: "Se fossi in loro, ogni mese farei un contratto di un anno a Mourinho". Insomma, un allenatore che aveva colpito tanto il giornalista romano che aveva come obiettivo quello di "saldare il rapporto tra i tifosi e il club". Era stata la frase pronunciata quando si insidiò alla Roma nel suo nuovo ruolo nel settore della comunicazione. "Il primo desiderio che vorrei esaudire è quello di trovare il tifoso della Roma più anziano, mi piace l’idea di mettere le mani nella storia e nella tradizione che questa squadra ha". Un'idea romantica di un calcio sempre più lontano dalle proprie radici e che sembra aver perso quei valori di solidità e attaccamento che c'erano un tempo.