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Marcus Thuram segna e s’inginocchia: esultanza anti razzista dedicata a George Floyd

Marcus Thuram guadagna la copertina della Bundesliga per la dedica speciale dopo il gol segnato contro l’Union Berlino: l’esultanza anti razzista è in memoria di George Floyd, l’afroamericano ucciso nei giorni scorsi dalla polizia a Minneapolis. In ginocchio, a capo chino, con il braccio poggiato sulla gamba e un’espressione di devozione: è così che ha voluto rendere omaggio all’uomo morto per il trattamento ricevuto da un agente.
A cura di Maurizio De Santis
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È il 40° del primo tempo quando Marcus Thuram segna il gol del raddoppio per il Borussia Mönchengladbach nella sfida contro l'Union Berlino (battuto per 4-1). Il cross di Plea è perfetto, la conclusione dell'attaccante – abile a smarcarsi – lo è stata altrettanto ma i riflettori si accendono sul giocatore francese per un'altra ragione. Un gesto che ha un alto valore simbolico e, nel pomeriggio domenicale della Bundesliga, sposta l'attenzione dal campo agli episodi di cronaca di più stretta attualità: l'esultanza è dedicata a George Floyd, l’afroamericano ucciso nei giorni scorsi da un agente della polizia a Minneapolis.

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L'esultanza di Marcus Thuram dedicata a George Floyd

In ginocchio, a capo chino, con il braccio poggiato sulla gamba e un'espressione di devozione mentre i compagni di squadra celebrano il raddoppio: è così che Thuram junior ha voluto rendere omaggio alla memoria dell'uomo morto a causa della violenza repressiva usata nei suoi confronti dalle forze dell'ordine. Il suo decesso e le circostanze in cui è avvenuto hanno sollevato un'ondata di sdegno che in America e nel mondo ha provocato condanna unanime di molti sportivi e, al tempo stesso, scontri durissimi per le proteste dei manifestanti.

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Figlio di Lilian, ex difensore oggi ambasciatore Unicef

Marcus Thuram, ha 23 anni, è figlio d'arte: suo padre, Lilian, è l'ex campione del mondo con la Francia che in Italia ha indossato le maglie del Parma (il ragazzo nacque il 6 agosto 1997 proprio durante l'esperienza del papà in Emilia) e della Juventus. L'ex difensore è da sempre in prima fila nelle lotte anti razziste, in particolare nel mondo del calcio: da ambasciatore dell'Unicef ha lanciato (e ribadito più volte) un messaggio molto netto: "Siano i calciatori bianchi ad avere il coraggio di dire basta di fronte a certe cose. Se un giocatore bianco dice le stesse mie cose, il messaggio è più potente. Negli ultimi anni ci sono stati troppi messaggi di odio".

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