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Luis Enrique gigantesco, mentre il PSG alza la Champions guarda i giocatori dell’Inter e fa un gesto

Il linguaggio del corpo del tecnico spagnolo non ha bisogno di interpretazioni, il messaggio è chiarissimo: non dimentica gli avversari e rende loro l’onore delle armi, perché bisogna anche saper vincere.
A cura di Maurizio De Santis
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I calciatori del Paris Saint-Germain urlano di gioia per la conquista della Champions. Luis Enrique no, ha lo sguardo rivolto altrove. È sul palchetto della cerimonia ma fa qualcosa che spiega, ancora una volta, qual è lo spessore dell'uomo prima ancora del tecnico: è girato verso i calciatori dell'Inter pesantemente sconfitta (5-0), fa loro un applauso sincero. Il linguaggio del corpo non ha bisogno di interpretazioni, il messaggio è chiarissimo. Non è smania di protagonismo, a motivarlo è un sentimento di sincera sportività: rende ai nerazzurri l'onore delle armi perché bisogna anche saper vincere.

E "Lucho" (è il soprannome che si porta dietro dai tempi di Barcellona) ne ha dato riprova semmai ce ne fosse stato bisogno. Fece altrettanto qualche anno fa quando, dopo aver ingoiato il boccone amaro dell'eliminazione dagli Europei ai rigori contro la Nazionale di Mancini e Vialli, disse di essere contento, di non avere rimpianti perché aveva visto fronteggiarsi una grande Italia e una grande Spagna in una partita di calcio di livello altissimo, che era orgoglioso della sua squadra. E aggiunse: "Auguro tutto il meglio all'Italia, ovvero di vincere l'Europeo".

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Luis Enrique rende omaggio all'Inter nel momento del trionfo

E allora non stupisce che i "suoi ragazzi" cantano e ballano intorno al trofeo mentre lui no. Si tiene qualche passo indietro rispetto a loro, lo fa perché vuole lasciare ai giocatori il proscenio di quel momento storico e indimenticabile, unendosi al gruppo in festa in un secondo momento (fece qualcosa del genere anche Antonio Conte, durante la premiazione scudetto del Napoli). Non senza aver reso prima omaggio agli avversari. Poi Luis Enrique s'è preso ancora qualche attimo per sé, in cuor suo deve aver pensato al desiderio e alla promessa fatta alla figlia, Xana (morta a 9 anni per un tumore), che è lì con lui a piantare idealmente quella bandiera in mezzo al campo come dieci anni fa a Berlino. Indossa una maglietta dedicata alla bimba e le sue parole sulla piccola sono commoventi (nello studio di Sky, Federica Masolin, in dolce attesa, è sopraffatta dalle lacrime).

@ignaciomiguelez

#LuisEnrique tras ganar la #championsleague aplaude a los jugadores del #Inter por su deportividad

♬ sonido original – Ignacio Miguélez

Elogio in conferenza: "Hanno aspettato con rispetto la nostra premiazione"

Il tecnico del Psg avrà un pensiero per l'Inter anche dopo, in conferenza stampa. Ai giornalisti in sala ribadirà di aver apprezzato la grande lealtà degli avversari: "Voglio fare un applauso all'Inter. Allo staff, ai giocatori, a tutti – e spiega perché -. Hanno aspettato con rispetto la nostra premiazione e poi erano ancora lì a vedere come avremmo festeggiato il titolo. Hanno dato una lezione a tutti i bambini del mondo".

Quanto all'esperienza personale, ricorda: "Nel ritiro del PSG, in occasione del mio primo giorno qui, ho tenuto la mia prima conferenza stampa parlando un francese che era addirittura peggiore di oggi. Dissi che l'obiettivo finale per me come nuovo allenatore era riempire la bacheca di trofei. L'unico trofeo che mancava in quella bacheca era la Champions League… e ora eccoci qui. Ci piacerebbe iniziare un nuovo ciclo, ma vedremo… gestire il successo è difficile".

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