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Lo strano caso di Delaney, un daltonico agli Europei: “Guardo i volti per non perdere palla”

Thomas Delaney è stato il protagonista dei quarti di finale degli Europei vinti dalla sua Danimarca contro la Repubblica Ceca, segnando un gol e venendo eletto man of the match, nonostante non abbia disputato una grande stagione con il Borussia Dortmund e, soprattutto, nonostante il suo problema. Delaney, infatti, è daltonico ed è stato il primo calciatore in attività a rivelarlo nel 2018: “Quando le persone sono vicine riesco a distinguerle bene, ma quando il ritmo è alto e sono più lontane è abbastanza difficile”.
A cura di Valerio Albertini
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Thomas Delaney è uno dei calciatori più importanti della Danimarca che stasera sfiderà l'Inghilterra per giocarsi un posto nella finale degli Europei in programma domenica. In gol nei quarti di finale contro la Repubblica Ceca, è stato eletto man of the match e, soprattutto dopo quanto capitato a Christian Eriksen, è uno dei giocatori danesi che più si è caricato la squadra sulle spalle, macinando chilometri in mezzo al campo e gestendo la mediana al fianco di Pierre-Emile Hojbjerg. Tutto ciò nonostante venga da una stagione con il Borussia Dortmund nella quale ha giocato poco e, soprattutto, nonostante il suo problema, di cui aveva parlato già prima dei Mondiali di Russia 2018

In un programma radiofonico danese della rete DR P3 si stava raccontando la storia di un tifoso daltonico che non era riuscito a distinguere le maglie nell'amichevole tra Danimarca e Messico, quando la chiamata di un ascoltatore ha interrotto il discorso: "Mi chiamo Thomas. Sono daltonico e questo succede. L'altro giorno in campo ho avuto difficoltà nel capire quali fossero i miei compagni e quali gli avversari". Il conduttore, incuriosito dall'intervento anonimo, ha chiesto lumi sull'identità dell'uomo: "In che squadra giochi?" e Delaney ha sorpreso tutti: "Nella nazionale danese".

Come Delaney viene condizionato dal daltonismo

Poco dopo, in un'intervista al Dpa International, ha spiegato nei dettagli come viene condizionato dal daltonismo durante le partite, non riuscendo a distinguere soprattutto il rosso e il verde:

È difficile da descrivere. È come vedere diverse tonalità dello stesso colore. Di solito giochiamo con pantaloncini diversi, ma questa volta (nell'amichevole tra Danimarca e Messico del 2018, ndr) erano entrambi bianchi, il che ha reso le cose ancora più complicate. Allora ho guardato solo i volti, ma ho dovuto farlo molto velocemente per non perdere palla. Quando le persone sono vicine riesco a distinguerle bene, ma quando il ritmo è alto e sono più lontane è abbastanza difficile.

Con un bel gesto, nella partita dei gironi dei Mondiali contro la Danimarca di Delaney, l'Australia si è offerta di giocare con la seconda maglia per non danneggiare il centrocampista del Borussia Dortmund.

Delaney, il primo giocatore daltonico in attività a rivelarlo pubblicamente

Dal momento della sua confessione, il giocatore danese è diventato un simbolo per gli oltre 350 milioni di daltonici nel mondo, come ha raccontato alla BBC Kathryn Albany-Ward, fondatrice dell'organizzazione "Consapevolezza sui Daltonici":

È stato il primo giocatore in attività a raccontare pubblicamente il suo problema. La maggior parte dei calciatori che ha questa difficoltà non lo dice perché teme influisca sulla propria carriera.

L'unico precedente celebre di cui si ricordi, in effetti, è quello di José Castilho, secondo portiere del Brasile campione del mondo sia nel 1958 sia nel 1962, che affermava di trarre vantaggio dal vedere rossi i palloni che in realtà erano gialli, mentre andava più in difficoltà con quelli di colore bianco. A giudicare dai successi raggiunti da Castilho e dalle splendide prestazioni in questi Europei di Thomas Delaney, che stasera proverà a trascinare la sua Danimarca in finale, essere daltonici non preclude la possibilità di giocare a calcio ad altissimi livelli.

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