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La vergogna dell’allenatore che incita alla violenza: “Picchialo, l’arbitro non ti vede”

Un video girato durante una partita di calcio giovanile mostra una scena diseducativa, pessima. “Colpisci, colpisci”. E ancora: “Picchialo, Picchialo! Fallo finché l’arbitro non ti vede”. Sono le istruzioni che un allenatore dà un calciatore. Lo incita alla violenza, che è cosa differente rispetto all’interpretazione ‘maschia’ del gioco, poiché il calcio è pur sempre uno sport di contatto. La situazione e il messaggio che veicola questo episodio mostrano tutto ciò che non dovrebbe essere lo sport.
A cura di Maurizio De Santis
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"Colpisci, colpisci". E ancora: "Picchialo, Picchialo! Fallo finché l'arbitro non ti vede". L'audio che arriva dal campo lascia a bocca aperta e fa accapponare la pelle. In campo ci sono due squadre di calcio giovanile, il match si disputa in Spagna ma quanto accaduto va oltre la collocazione geografica e il dato meramente sportivo. E chissà quante volte – come si apprende dai referti degli arbitri o dalle note del giudice sportivo – situazioni del genere si verificano anche in Italia. Nemmeno il risultato ha importanza di fronte a un atteggiamento di quel tipo che definire diseducativo è poco.

La voce che si sente in sottofondo è quella di un allenatore che segue la partita a bordo campo. La palla è lontana, l'azione si sviluppa altrove. Ma lì, nei pressi, ci sono due giovani giocatori. Sono ragazzi, non avranno più di 15 anni. L'uno (in maglia biancazzurra) incollato all'altro (in divisa giallorossa). C'è nulla che possa suggerire una marcatura così serrata. Non c'è concitazione del contrasto, né alcuna necessità di "cavarsela con molto mestiere" (come si dice in gergo) per fermare l'avversario. Nulla di tutto questo.

L'avversario non è in possesso della sfera, cammina lungo la linea laterale e osserva lo sviluppo dell'azione. Non crea alcun pericolo ma lo corre. È alle spalle. Il suo marcatore gli tiene il fiato sul collo. Gli dà una prima e una seconda ginocchiata dietro la coscia. Esegue le indicazioni del tecnico che, con voce nemmeno tanto accalorata, come se fosse normale dire e raccomandare quelle cose, invoglia il ragazzo a non farsi troppi scrupoli.

"Colpisci, colpisci", ripete con enfasi maggiore. E ancora, non contento: "Picchialo, Picchialo! Fallo finché l'arbitro non ti vede". Lo incita alla violenza, che è cosa differente rispetto all'interpretazione ‘maschia' del gioco, poiché il calcio è pur sempre uno sport di contatto. Gli insegna un approccio che è sbagliato: annientare fisicamente un avversario, senza alcun rispetto. Senza alcuna lealtà ma con tanta codardia. La situazione e il messaggio che veicola questo episodio mostrano tutto ciò che non dovrebbe essere lo sport.

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