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La notte dei tifosi del Napoli davanti all’albergo del Milan tra cori di disturbo e fuochi d’artificio

Un gruppetto di sostenitori partenopei s’è riunito davanti all’Hotel sul Lungomare dove alloggia il Milan. Cori, bengala, fuochi d’artificio e molto rumore: hanno fatto di tutto per disturbare il riposo della squadra di Pioli alla vigilia della partita di Champions.
A cura di Maurizio De Santis
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Lo spettacolo pirotecnico messo in scena dai tifosi del Napoli per disturbare il sonno dei rossoneri.
Lo spettacolo pirotecnico messo in scena dai tifosi del Napoli per disturbare il sonno dei rossoneri.

Cori contro Theo Hernandez, divenuto bersaglio e valvola di sfogo. Batterie di fuochi d'artificio piazzati davanti all'albergo del Milan. I tifosi del Napoli trascorrono la notte della vigilia del ritorno di Champions League urlando a squarciagola, dando fuoco alle polveri. Mortaretti, bengala, botti e botticelle, razzi colorati sparati verso l'alto affinché arrivassero alle finestre delle camere dove alloggiano i rossoneri. Espedienti scoppiettanti hanno illuminato lo specchio d'acqua che fa da cornice al Lungomare. Tutto per esorcizzare (e disturbare) il ‘diavolo' che dorme al sicuro in camere insonorizzate (localizzate in un'altra zona dell'edificio).

"Notte insonne per il Milan e, sfortunatamente, anche per me", dice l'ex calciatore Mike Grella inviato dall'emittente americana CBS per seguire la sfida decisiva per l'accesso alla semifinale. È solo l'antipasto del clima molto caldo che questa sera proverà a stordire la squadra di Stefano Pioli e spingere gli azzurri alla rimonta. Non basta vincere per conquistare la qualificazione, serve farlo segnando una rete in più. Al "Maradona" il Milan arriva col vantaggio di un gol (per la vittoria dell'andata a San Siro) e la consapevolezza che sarà dura in ogni caso.

Folklore ma anche tanto livore. Theo Hernandez è il nome del calciatore del Milan che, più di tutti, risuona negli slogan che passano di bocca in bocca. Dopo le inaccettabili e violente offese rivoltegli sui social (a lui è stata augurata la morte, a suo figlio di prendere una brutta malattia) il battage nei suoi confronti è proseguito con frizzi e lazzi, motteggi in dialetto, sfotto' pesanti e insulti di vario tipo.

Perché ce l'hanno tanto con lui? Per alcuni atteggiamenti avuti nei primi 90 minuti giocati al Meazza: l'urlo in faccia a Lozano (che non restò certo a guardare né a subire…) e la presunta sceneggiata fatta in occasione della seconda ammonizione rifilata ad Anguissa (espulso, questa sera non sarà del match perché squalificato) sono gli episodi che hanno fatto di lui la vittima preferita dell'ansia, della frustrazione, dei timori e delle speranze che in queste pre accompagnano l'atteso per la gara.

Accoglienza ostile. Avvisaglie del genere c'erano state già nel tardo pomeriggio di ieri, quando il bus del Milan è giunto a destinazione all'Hotel Vesuvio. Tutt'altro clima rispetto a poche settimane fa quando al Maradona ci fu sì un ambiente bollente ma all'insegna del regolamento dei conti tra ultras, in aperta polemica con la società e con il presidente, Aurelio de Laurentiis. La quiete dopo la tempesta degli incidenti in occasione dell'incontro di campionato, la concordia dopo il tempo di guerra: patron e capi della tifoseria hanno fumato il calumet della pace. Scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisa'.

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