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Juventus: il titolo crolla in Borsa, -11% all’apertura

Notizie molto negative per il club bianconero. Perché all’apertura della Borsa di Milano il titolo della Juventus è crollato, scendendo addirittura dell’11%. Il Coronavirus incide sull’andamento delle Borse di tutta Europa. La Juventus però paga pesantemente anche lo scotto dei dati del primo semestre 2019-2020, c’è un ‘rosso’ di 50 milioni.
A cura di Alessio Morra
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Il titolo della Juventus è crollata alla riapertura della Borsa, che soffre, in tutta Europa, a causa del Coronavirus, quello dei campioni d’Italia in apertura ha perso addirittura l’11% probabilmente anche a causa dei dati sul primo semestre della stagione 2019-2020 che si è chiuso con una secca perdita.

Juventus giù in Borsa, il titolo perde l’11 percento all’apertura

Le borse in tutta Europa sono partite molto male, a causa del susseguirsi delle notizie del Coronavirus. E la Juventus ne ha pagato le conseguenze. Si nota che a Milano l’indice è molto negativo, Il Ftse Mib ha perso il 4%, appena venti minuti dopo l’apertura. Il titolo peggiore in assoluto, tra quelli delle blue chips, è proprio quello della Juventus che ha perso l’11%, con le azioni che sono calate a 1,0155 euro.

Juventus in rosso, i pesanti dati del primo semestre

La società bianconera venerdì scorso ha pubblicato i dati del primo semestre 2019-2020 che sono pesantemente negativi. I primi mesi di questa stagione si sono chiusi con una perdita di 50,3 milioni di euro. Il dato di per sé è pesante, ma diventa pessimo se lo si rapporta a quello di un anno fa, quando c’era, a questo punto, un utile di 7,5 milioni di euro. La perdita di periodo deriva da: ricavi minori per 7,9 milioni, maggiori costi per personale tesserato per 30,2 milioni, maggiori oneri  da gestione diritti calciatori per 10 milioni, maggiori ammortamenti e svalutazioni sui diritti pluriennali alle prestazioni di calciatori per 11,4 milioni, maggiori altri ammortamenti per 2,9 milioni e maggiori oneri finanziari netti per 2,7 milioni. A verbale vanno anche messe variazioni positive per servizi esterni per 2,8 milioni, minori accantonamenti per 1,1 milioni e all’attivo anche minori acquisti per prodotti destinati alla vendita per 3,4 milioni.

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