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Jorge Andrade a Fanpage, tra Juventus e Porto: “La Juve mi è sembrata addormentata”

L’ex difensore di Porto e Juventus Jorge Andrade conosce bene entrambe le realtà e si sofferma sulla partita degli ottavi di Champions League in vista del decisivo match di ritorno. Il portoghese, che ha giocato con Cristiano Ronaldo, Pepe, Buffon e Chiellini, analizza la situazione tra le sue ex squadre prima dello scontro dell’Allianz Stadium.
A cura di Antonio Moschella
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Ritiratosi dal calcio nel 2009 dopo due sfortunatissime stagioni alla Juventus, Jorge Andrade conosce bene sia la realtà bianconera sia quella del Porto. L'ex difensore portoghese classe 1978 ha giocato per due anni nella squadra portoghese e ha vestito la maglia bianconera a fine carriera, quando decise di lasciare il calcio giocato per i troppi problemi al ginocchio sinistro che gli permisero di disputare solamente quattro partite con la casacca della Vecchia Signora. Medaglia d'argento con il Portogallo agli Europei del 2004 da compagno di un giovanissimo Cristiano Ronaldo, oltre che protagonista di grandi annate in Champions League con il Super Depor di Javier Irureta, Andrade ha avuto a che fare direttamente anche con il leader del Porto Pepe e con le due bandiere attuali della Juventus Buffon e Chiellini, dei quali conserva un gran ricordo.

Dalla sua casa di Lisbona l'ex centrale lusitano interviene a Fanpage.it per dare la sua visione sull'eliminatoria che si deciderà all'Allianz Stadium.

Come ha visto la partita d'andata?
"Credo che il 2-1 finale sia comunque un risultato positivo per il Porto, anche se è ovvio che avendo fatto un gol fuori casa la Juventus può rimontare. Al Dragao il Porto ha raccolto i frutti del pressing e soprattutto di una grande motivazione, mentre onestamente la Juve mi è sembrata addormentata, e ho avuto l'impressione che i suoi giocatori non fossero concentrati".

Sia il Porto sia la Juve sono lontane dall'obiettivo della vittoria in campionato, il che significa che punteranno molto su questa eliminatoria.
"La differenza tra le due squadre è la rosa. Il Porto ha un ottimo undici di partenza, ma i cambi a disposizione di Sergio Conceiçao non sono al livello dei titolari. Quel che è chiaro è che il Porto sembra avere una motivazione enorme quando gioca la Champions e l'abbiamo visto all'andata, quando con il suo pressing ha costruito la vittoria".

In questo si è vista la mano di Coinceiçao.
"Sergio è un allenatore che cura ogni dettaglio. Quando sceglie i giocatori per la sua squadra ne conosce benissimo le caratteristiche atletiche e tecniche. Lui ama un calcio fatto di transizioni rapide e vuole una squadra che reagisca subito una volta persa la palla. Del resto lui era così quando giocava, pressava moltissimo ed era posseduto da un elevato spirito competitivo".

Il Porto tornerà a giocare come all'andata?
"Il Porto è una squadra che gioca meglio senza palla, perché gioca in modo aggressivo a tutto campo e attraverso il pressing si rende pericoloso. È lì che inizia a vincere le partite. Non vedo dunque perché debba cambiare maniera di fare".

Di chi deve avere paura la Juve?
"Credo che all'andata si sia già visto. I giocatori del Porto sono tutti degli atleti, vedi Marega e Taremi, corrono tantissimo e percorrono tutto il campo in 10 secondi! Ma la Juve ha più qualità, soprattutto nei cambi, perché se in attacco non segna Cristiano Ronaldo segna Morata".

A compensare la differenza di qualità c'è l'esperienza degli allenatori. Per Pirlo è stato forse troppo presto prendere subito la Juventus?
"Non è mai troppo presto secondo me. Anzi direi che è meglio iniziare allenando i migliori che partendo dal basso. Pirlo sta imparando ancora e ha tempo per migliorare, ma è chiaro che Sergio ha molta esperienza e ha già vinto dei titoli".

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La Juve poi ha Cristiano, che non ha giocato sabato per tenersi pronto per l'occasione.
"Ultimamente ha imparato a gestire gli sforzi fisici, e fa bene. Sotto questo aspetto, ripeto, la Juve ha un vantaggio perché ruotando mantiene intatta la sua qualità, mentre il Porto non può farlo".

Pepe, grande amico di Ronaldo, è uno di questi insostituibili che potrebbe non a giocare per infortunio. In caso in cui stringa i denti toccherà a lui evitare che Cristiano segni…
"Il grande problema del Porto sarà proprio quello, ossia di poter contare su un Pepe in buone condizioni. Ma nel caso dovesse scendere in campo Pepe sa bene che si è amici solamente a fine partita e lo marcherà come lui sa, anche usando le maniere forti. Anch'io ero amico di Deco ma nella semifinale d'andata della Champions 2004 tra il mio Deportivo e il Porto mi hanno espulso per un calcetto amichevole dopo che era caduto, e alla fine sono passati loro… (ride). Sia Cristiano sia Pepe sono iper competitivi e sanno cosa significa vincere la Champions, quindi lasceranno l'amicizia fuori dal campo".

Cristiano in Champions ha già trascinato la Juventus a un storica rimonta due anni fa contro l'Atletico Madrid.
"Sono sicuro che Conceiçao avrà rivisto quella partita e sa cosa è successo in quell'occasione. Il suo obiettivo sarà dunque quello di tenere a bada gli attacchi della Juve e difendere nel migliore dei modi. Ma come si difende contro il miglior giocatore del mondo che in Champions è nel suo habitat naturale? E non va dimenticato che nel 2009 segnò già un gol impossibile al Porto, un gol che poi fu insignito del premio Puskas…".

A 36  anni Ronaldo è ancora al top mondiale. Come se lo spiega?
"Siamo molto orgogliosi di quanto stia facendo. È riuscito a restare al top grazie al giusto mix tra rigore nell'allenamento, cura del proprio corpo e intelligenza di gioco. Cristiano sa sempre dove posizionarsi in campo e adesso rispetta con più facilità le scelte degli allenatori che vogliono farlo riposare per farlo rendere meglio. Adesso poi è un giocatore di squadra, totalmente diverso da quand'era giovane".

Negli allenamenti in nazionale l'avrà fatto ammattire non poco.
"Ricordo la preparazione per l'amichevole contro l'Italia a Braga nel marzo 2004. Negli allenamenti precedenti la partita Cristiano era imprendibile, nessuno di lui difensori riusciva neanche a fargli fallo! A 19 anni era già un giocatore formidabile".

Pensava che sarebbe diventato così forte?
"Quando arrivò in nazionale tutti parlavano benissimo di Quaresma, che aveva delle qualità immense. Un giorno il mio agente Jorge Mendes mi chiama e mi dice ‘Guarda che Cristiano diventerà il migliore del mondo'. Dimostrò subito di avere molto talento e inoltre imparò da giocatori come Figo, Rui Costa e Deco, tutti di altissima qualità. E poi ha imparato molto anche con Ferguson e Scolari, che lo hanno trasformato da individualista in giocatore totale. E se vedi oggi tra il livello in cui orbitano lui e Messi e gli altri c'è un abisso, mentre quando Figo vinse il pallone d'oro nel 2000 se la giocava con Zidane, Ronaldo il Fenomeno, Totti, Del Piero…".

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Alla Juve c'è un altro vecchietto che tiene botta come Buffon.
"Gigi era già un'icona quando arrivai alla Juve nel 2007. Oggi ha la mia stessa età (43 anni) e continua a essere decisivo. Ma soprattutto ha saputo adattarsi al nuovo calcio, dimostrando di saper giocare anche con i piedi, diventando un portiere completo".

Con lui in porta la Juve sarebbe più al sicuro?
"Credo che all'andata il Porto abbia approfittato proprio degli errori di uscita palla al piede dei bianconeri. Penso quindi che Buffon potrebbe andare meglio per questo tipo di partite, anche perché tra i pali è ancora strepitoso".

Lei conosce bene anche Chiellini, capitano della Juve.
"Si tratta di un esempio di come anche un difensore non velocissimo può fare una grandissima carriera. È un giocatore molto intelligente nelle marcature, ma soprattutto è leader dentro e fuori dal campo. E mi sento vivo sapendo che miei ex compagni come Pepe, Cristiano, Buffon e Chiellini continuano a giocare".

Il suo arrivo alla Juve post Calciopoli e i suoi continui infortuni al ginocchio influenzarono la sua esperienza in Italia.
"Se fossi arrivato a Torino a 25 anni avrei potuto giocare molti più anni a calcio (il suo ritiro avvenne a 32 anni). Questo perché in Italia l'attenzione alla tattica è assoluta e si ottiene il massimo dai giocatori facendoli correre meno ma meglio".

Per chi farà il tifo?
"Ho il cuore diviso, ma vorrei tanto che una delle due arrivi fino in fondo alla competizione. Sia la Juve sia il Porto hanno vinto solo due Champions, e credo che ne meritino di più".

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