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Ilija Petkovic è morto, calcio serbo in lutto

Ilija Petkovic è stato un simbolo del calcio jugoslavo e della Serbia. È morto oggi a Belgrado all’età di 75 anni dopo il ricovero in ospedale e una malattia che lo ha consumato in poco tempo. A complicare le condizioni anche la positività al coronavirus. Nel ’68 fece parte della nazionale che contese l’Europeo all’Italia.
A cura di Maurizio De Santis
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Ilija Petkovic è stato un simbolo del calcio jugoslavo e della Serbia. È morto oggi a Belgrado all'età di 75 anni dopo il ricovero in ospedale e una malattia che lo ha consumato in poco tempo. A complicare la situazione anche il riscontro della positività al coronavirus dell'ex giocatore e allenatore dei Balcani. Nonostante le cure le condizioni erano tali da rendere impossibile ogni tentativo dei medici di salvargli la vita. A dare la notizia del suo decesso sono stati i media serbi che hanno sottolineato anche la gravità dello stato di salute di Petkovic.

Con la Jugoslavia contese l'Europeo all'Italia

Perché era tanto amato in Serbia? Da calciatore aveva indossato le maglie dei due club della capitale: il Partizan e la Stella Rossa, squadre che spesso hanno dato vita (e lo fanno tuttora) a derby infuocati e partite ad alta tensione dal punto di vista agonistico. Nel suo palmares figurano anche 43 presenze con la casacca della nazionale jugoslava: c'era anche lui in quella squadra che contese all'Italia il titolo di Campione d'Europa nel 1968. Un infortunio, però, lo privò della possibilità di disputare la seconda finale contro gli azzurri, quella poi vinta per 2-0 dalla stessa Italia.

Ct della Serbia al Mondiale 2006 in Germania

Conclusa la propria esperienza di giocatore, Petkovic era rimasto nel mondo del calcio ma con un ruolo differente. Decise d'intraprendere la carriera di allenatore che lo ha portato a scalare anche le gerarchie in federazione, fino a sedere sulla panchina della nazionale serba nel 2006: fu lui a guidarla nel Mondiale del 2006 in Germania, nell'edizione che consegnò la Coppa alla Nazionale di Marcello Lippi. Finita anche quell'avventura, divenne presidente della Federcalcio di Belgrado. Incarico ricoperto dopo aver trascorso scampoli di carriera – sempre da allenatore – tra il Qatar e la Corea.

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