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Il Mondiale per Club ha un problema: Infantino non può garantire i milioni promessi, colpa di Trump

Dopo gli incontri alla Casa Bianca e i tanti proclami, il presidente della FIFA Gianni Infantino sta cercando disperatamente un accordo in extremis con Donald Trump: ad oggi, il Mondiale del Club non gode delle stesse esenzioni dei Mondiali 2026 e i partecipanti rischiano di dover pagare enormi tasse agli Stati Uniti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Nella riunione tenutati alla Casa Bianca tra Donald Trump e Gianni Infantino lo scorso marzo sembrava che si fosse trovato il definitivo accordo che legasse i comuni interessi dell'amministrazione statunitense con gli eventi calcistici che la riguardano da vicino nei prossimi anni: Mondiali 2026 e ancor più l'imminente Mondiale per club 2025. Si era parlato di massima intesa, nuovi posti di lavoro, indotto economico multimilionario cui il Presidente degli USA aveva risposto firmando un documento che garantiva il totale investimento per una speciale task force a disposizione della FIFA. Ma ora emergono ulteriori dettagli preoccupanti per il torneo che inizierà quest'estate per il quale Infantino non sarebbe riuscito a strappare le esenzioni fiscali opportune per garantire lauti agevolazioni promesse ai club partecipanti.

Il montepremi promesso da Infantino per il Mondiale per Club: 1 miliardo di euro

Il ricco Mondiale per Club tanto decantato dalla FIFA con la figura del suo presidente, Gianni Infantino, che da mesi gira il mondo annunciandone la grandezza, potrebbe essere tale solamente a parole. Nei fatti, ad oggi, oltre a perplessità ed effettivi problemi di appeal, a una manciata dall'inizio del torneo, non c'è ancora alcun accordo né garanzia con il Governo americano di poter usufruire di esenzioni e agevolazioni fiscali, richieste e promesse, mettendo a dura prova il feeling formale tra Trump e Infantino.

La FIFA aveva annunciato un ingente montepremi per il torneo, pari a 1 miliardo di dollari (circa 900 milioni di euro), di cui fino a 125,8 milioni sarebbero stati a favore dei vincitori. Tuttavia, senza accordi fiscali, i club potrebbero ritrovarsi con decine di milioni da pagare comunque alle autorità fiscali statunitensi, oltre alle imposte dovute nei rispettivi Paesi di origine.

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I problemi con Trump: nessuna agevolazione fiscale ai 32 Club partecipanti

Secondo quanto riporta il The Guardian – che già si era interessato direttamente ad analizzare a fondo le riunioni tra FIFA e Trump dello scorso marzo – le attuali politiche fiscali del Governo degli Stati Uniti rischiano di rovinare i piani economici attorno alla prima edizione del nuovo Mondiale per Club allargato. Nel delicato rapporto con Trump,  la FIFA starebbe affrontando in queste ore, nuove disperate trattative con le autorità statunitensi che al momento hanno negato le esenzioni fiscali per i 32 club partecipanti. Una situazione che fortemente stride ricordando Infantino che aveva esaltato l'impatto economico di 40 miliardi di dollari e la creazione di 200.000 nuovi posti di lavoro, proprio attraverso il Mondiale per Club del 2025 e al Mondiale 2026, e con Trump che a sua volta firmò un documento che ufficializzava la task force per la Coppa del Mondo.

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Il problema, che sta facendo impazzire Infantino alla ricerca disperata di una soluzione che non faccia saltare il tappo prima della festa, è che se per i Mondiali 2026 la FIFA ha già ricevuto la garanzia di esenzioni fiscali per le Nazionali partecipanti, ciò non è così per l'imminente Mondiale per Club. Le 32 squadre partecipanti rischiano di non poter essere esentate da molte tasse comunali, statali nonché sulla vendita dei biglietti, per il troppo ravvicinato preavviso da parte della FIFA, andando a incidere fortemente negli introiti promessi da Infantino che rischierebbe una clamorosa figuraccia mondiale.

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