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Il momento in cui il Napoli ha vinto davvero lo Scudetto: non è in questo campionato

Il terzo titolo di Campione d’Italia del Napoli non è arrivato oggi ma due anni fa. La data cerchiata in rosso sul calendario è il 23 maggio 2021, quando dal verdetto del campo si innescarono una serie di scelte drastiche rivelatesi felici.
A cura di Maurizio De Santis
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Quando il Napoli ha vinto lo scudetto? Non in questa stagione, né in questo campionato. Ma due anni fa. La data spartiacque, cerchiata in rosso sul calendario, è il 23 maggio 2021. Fu il giorno dello psicodramma azzurro per aver sprecato la possibilità di piazzarsi tra le prime quattro, andare in Champions League estromettendo la Juventus, incassare quel tesoretto prezioso per gli investimenti.

Il gol del pareggio del Verona con Faraoni otto minuti dopo quello di Rrahmani fu una mazzata tremenda: la qualificazione persa per un punto (77 rispetto ai 78 dei bianconeri che avevano Andrea Pirlo in panchina) fu esiziale, convinse la proprietà ad avviare quel percorso che sarebbe arrivato a compimento solo due anni più anni tardi con il titolo di Campione d'Italia, ponendone le premesse con l'arrivo di Luciano Spalletti.

Il presidente, Aurelio De Laurentiis, voltò pagina e si liberò di Gennaro Gattuso con un ringhio. Finì malissimo con quel "un abbraccio anche a tua moglie e ai tuoi figli" dal sapore amaro, a prescindere dall'esito del campo. Il rapporto si era logorato, lo avrebbe sollevato dall'incarico anche prima con ogni probabilità. Il ritorno di fiamma sarrista, Rafa Benitez al quale affidare un nuovo progetto di (ri)costruzione, e lo stesso Spalletti furono alcune delle opzioni sul tavolo che non ebbero seguito perché nessuno diede disponibilità da subito.

Gennaro Gattuso. La mancata qualificazione in Champions chiuse in maniera drastica la sua esperienza in azzurro.
Gennaro Gattuso. La mancata qualificazione in Champions chiuse in maniera drastica la sua esperienza in azzurro.

In realtà, provando un po' di rammarico per aver sacrificato Carlo Ancelotti e scelto l'ex centrocampista del Milan al suo posto, De Laurentiis aveva un gradimento particolare per un altro allenatore. Allora il massimo dirigente scelse di mollare il tecnico più vincente in Europa e seguire l'umore dei ‘senatori' dello spogliatoio. In seguito, dopo lo shock sportivo ed economico per i mancati incassi (complice il periodo durissimo del Covid) tornò sui suoi passi e programmò l'exit-strategy da un ciclo all'altro.

L'identità del nuovo tecnico si scoprì in seguito, le voci di dentro trasformarono il sussurro in battage mediatico e scoprirono le carte: il patron azzurro avrebbe voluto con sé Massimiliano Allegri ma c'era una condizione, qualificarsi per la Champions, e aveva Spalletti come opzione ulteriore. Parlò del retroscena anche l'ex difensore Nikola Maksimovic: confermò che senza quel risultato improvvido con gli scaligeri sarebbe arrivato l'ex bianconero e lui sarebbe stato confermato perché lo stesso Allegri aveva espresso parere favorevole alla sua permanenza.

"Mi aveva cercato ma io ho fatto delle scelte completamente diverse", ha spiegato di recente lo stesso Allegri. Fu proprio lui a suggerire a De Laurentiis che Luciano, toscano di Certaldo, fermo da un biennio dopo l'esperienza conclusa all'Inter, sarebbe stata una persona degna di fiducia, quella giusta sulla quale puntare. Ironia della sorte, la battuta "bellissimo oh… siete riusciti a vincere uno scudetto" ha chiuso idealmente un cerchio d'intrecci del destino, scandito la sliding doors partenopea.

L'ex capitano, Insigne, lasciato andare con Mertens e Koulibaly per avviare la rifondazione.
L'ex capitano, Insigne, lasciato andare con Mertens e Koulibaly per avviare la rifondazione.

Perché la trama tessuta dal fato si realizzasse mancava ancora una cosa: recidere l'ultimo filo col passato, lasciando che la ragione mettesse a tacere il cuore. Il copione è stato quasi lo stesso di quel Napoli-Verona: non fu una singola partita a determinare decisioni drastiche ma un finale di campionato nel quale il crollo in campionato tagliò fuori i partenopei dalla lotta scudetto.

Via Insigne, via Mertens e anche Koulibaly: le ultime colonne della squadra che era stata assemblata pezzo dopo pezzo da Rafa Benitez e poi resa in eredità ai successori vennero lasciate andare con una mano sul cuore e l'altra sul portafoglio. Osimhen, Kvara, Kim hanno segnato la nuova dimensione degli azzurri sotto l'egida assoluta di Spalletti, colui che s'è preso tutto quello che ha meritato (e poteva forse essere di Allegri).

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