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Il momento in cui è iniziata la fine di Mauro Icardi all’Inter

Il rapporto tra Mauro Icardi, i tifosi dell’Inter e il club ha iniziato a rovinarsi nel 2015 in occasione della trasferta in casa del Sassuolo. In quell’occasione andò in scena la prima spaccatura tra il bomber argentino e la curva, con parole forti e l’autobiografia a gettare ulteriore benzina sul fuoco.
A cura di Marco Beltrami
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Mauro Icardi e l'Inter si sono lasciati in malo modo. Il bomber che a suon di gol aveva conquistato i suoi ormai ex tifosi, a poco a poco ha visto il suo rapporto con la curva e l'ambiente nerazzurro incrinarsi fino alla rottura totale. Quando è spuntata la prima crepa, qual è stato il primo episodio che ha compromesso la situazione? Impossibile non pensare al match tra il Sassuolo e l'Inter del febbraio 2015, quando Maurito a fine gara entrò in rotta di collisione con i tifosi interisti presenti al Mapei Stadium. Un episodio su cui l'attuale centravanti del Psg disse poi la sua nell'autobiografia, con parole pesantissime, a gettare ulteriore benzina sul fuoco.

Icardi e la rottura con i tifosi dell'Inter dopo la sfida con il Sassuolo del 2015

Domenica 1° febbraio 2015, l'Inter all'epoca allenata da Roberto Mancini incassò una pesante sconfitta in casa del Sassuolo di Di Francesco. Mauro Icardi entrato nella ripresa al posto dell'impalpabile Podolski, fu uno dei pochi a salvarsi con il gol che permise ai nerazzurri di accorciare le distanze prima di arrendersi definitivamente al 3-1 di Berardi. Un ko mal digerito dai tifosi ospiti presenti al Mapei, che contestarono la squadra nel post-partita. Dopo il fischio finale infatti Icardi e alcuni compagni si recarono sotto il settore dei sostenitori nerazzurri per salutarli e chiedere scusa. L'argentino decise di regalare la maglia, lanciandola in curva, con la stessa però che fu ricacciata indietro. A quel punto Maurito provò nuovamente con stizza a regalare la sua casacca che venne nuovamente restituita al mittente.

La maglia rigettata indietro dalla curva e gli insulti di Icardi

Un gesto che mandò su tutte le furie il bomber ex Sampdoria. Mentre il compagno Guarin provò a calmare le acque, Icardi iniziò ad inveire contro i tifosi dell'Inter con le telecamere che pizzicarono a più riprese un labiale inequivocabile "Siete tutti pezzi di m…". A quel punto, dal settore ospiti si alzarono cori come "Icardi, uomo di m…." e "te ne vai o no…". Il tutto mentre Ranocchia cercava in tutti i modi di far ragionare Icardi calmandolo e portandolo lontano. Tensione alle stelle, anche se dopo qualche minuto ecco che Icardi tornò a ridosso della curva nerazzurra per scusarsi. Sul caso l'Inter e i giocatori mantennero nel post-gara il silenzio, anche se mister Mancini si limitò a dichiarare: "I tifosi sono delusi e contestano. Questa è la mentalità che c'è in Italia".

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L'autobiografia di Icardi, benzina sul fuoco delle polemiche

Quei momenti di tensione, vennero apparentemente superati, anche se la sensazione fu sin da subito che il fuoco covasse sotto la cenere. E le fiamme divamparono un anno più tardi quando uscì l'autobiografia di Mauro Icardi, dal titolo "Sempre avanti". In quel libro l'argentino diede la sua versione dei fatti su quanto accaduto in occasione del post-partita di Sassuolo-Inter: "Mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: ‘Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti’. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo".

Come se non bastasse, Icardi volle dimostrare di non avere paura della contestazione o di eventuali ritorsioni da parte dei tifosi, con queste parole altrettanto dure: "I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: ‘Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo’. Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per far capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce. Un capo storico viene da me: pretende ancora le mie scuse. Non devo chiedere scusa a nessuno di voi, se vi va bene perfetto, altrimenti ciao… Oggi fra me e i tifosi della Nord c’è rispetto reciproco, come è giusto che sia. Anche loro hanno un ruolo importante per il successo della squadra".

La risposta dei tifosi e la richiesta all'Inter

La risposta del popolo nerazzurro fu perentoria con un durissimo comunicato, che si chiudeva con una richiesta precisa alla società: "Ci dipinge come oscure figure minacciose che ruotano intorno all’ambiente Inter pretendendo chissà cosa. Quando l’unica cosa che chiediamo è impegno ed onestà.Un individuo del genere non può indossare la fascia di capitano. A prescindere dal nostro pensiero, esulando dalla nostra presa di posizione. L’Inter non lo merita. Scritto ciò, per essere chiari, specifichiamo: Icardi con Noi ha chiuso. TOGLITI LA FASCIA. PAGLIACCIO. Questo, ora si, lo pretendiamo". Dalle parole ai fatti, con la contestazione durissima in occasione del match contro il Cagliari, nonostante i tentativi del giocatore di chiarire il senso e le tempistiche dell'accaduto, su Instagram.

Come reagì l'Inter, l'inizio della fine

Fischi, cori offensivi e addirittura applausi quando Icardi sbagliò un calcio di rigore da parte della curva Nord schierata apertamente contro il bomber (al contrario degli altri settori dello stadio, che provarono a sostenere il terminale offensivo nerazzurro). Come se non bastasse poi ecco striscioni al vetriolo, come "Non sei un uomo, non sei capitano, sei solo una vile merdaccia", e uno minaccioso postato sotto la casa di Mauro Icardi "Noi ci siamo, quando arrivano i tuoi amici argentini ci avvisi o lo fai da infame". In quella situazione l'Inter decise al termine di un incontro con il calciatore di multarlo, senza però togliergli però la fascia di capitano per la violazione al regolamento interno di club. Il tutto con la scelta anche di togliere dal libro, nelle ristampe successive, la parte relativa al post Sassuolo-Inter. Fu quello l'inizio della fine, che si sarebbe però concretizzata solo nel 2019.

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