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Il Milan cancella la Juve, questa squadra non è da Scudetto: decidono Tomori e Brahim

Il risultato di 2-0 va stretto ai rossoneri che centrano due legni con Leao. La vittoria tiene la squadra di Pioli in zona scudetto, quella di Allegri perde ancora terreno in classifica.
A cura di Maurizio De Santis
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Nella rete del 2-0 del Milan c'è la sintesi perfetta di quella che è oggi la Juventus, una formazione che non è da scudetto, è un gradino sotto le altre concorrenti per il titolo, al ‘diavolo' può fare solo il solletico e al primo, vero affondo prende gol. Succede quando Tomori sigla il vantaggio: ha il tempo di fare quel che gli pare a un paio di metri dalla porta, con Alex Sandro che sta lì a guardarlo. All'inglese arriva un tiro addosso, lo stoppa col fianco, ha il tempo di girarsi e metterla dentro. Succede quando incassa un contropiede micidiale, il colpo del ko.

La sequenza degli errori commessi nell'azione che porta Brahim Diaz, tutto solo, davanti a Szczęsny è grottesca. Ce n'è uno in particolare che spicca più di tutti: l'ingenuità, la superficialità, la dabbenaggine di Vlahovic che si sente pressato, gli scotta la palla tra i piedi e fa un passaggio scellerato verso Bonucci senza accorgersi che l'avversario è lì a un passo. Ha capito tutto. Attende solo che l'attaccante passi la sfera. Poi scatta e nessuno lo prende più.

L'errore clamoroso commesso da Vlahovic e l'incertezza di Bonucci sull'azione che ha portato il Milan sul 2-0.
L'errore clamoroso commesso da Vlahovic e l'incertezza di Bonucci sull'azione che ha portato il Milan sul 2-0.

Lo spagnolo si fa quasi 50 metri palla al piede in velocità, dinanzi a sé ha una prateria perché la difesa bianconera non esiste. Bonucci può nulla, se lo ritrova lanciato in campo aperto. Per fermarlo avrebbe dovuto solo abbatterlo e sacrificarsi prendendo un rosso diretto. Non ha il tempo nemmeno per quello… l'ex Real se n'è già andato, ha un altro passo e un'altra spinta nelle gambe. È una sagoma che scompare all'orizzonte. Nemmeno Bremer riuscirà a stopparlo entrando in tackle.

Tomori esulta dopo aver segnato la rete del vantaggio contro la Juventus.
Tomori esulta dopo aver segnato la rete del vantaggio contro la Juventus.

Calma, dice Allegri dalla panchina. Lo ripete all'inizio, quando l'avvio della Juve è incoraggiante e Milik vede la porta. San Siro esercita una malia particolare sul polacco: anche tra i pali non c'è più Donnarumma a ipnotizzarlo, l'ex di Napoli e Marsiglia inquadra sì lo specchio ma non trova mai la deviazione e la forza giusta per trasformare il tiro in qualcosa che sia realmente pericoloso. Succede nel primo e nel secondo tempo, in occasione delle due fiammate che danno un senso alla presenza della Juve al Meazza. Ci proverà anche Kean con un guizzo d'orgoglio nel finale a tentare l'assalto. Spunto buono solo per le statistiche.

Brahim Diaz realizza il raddoppio e chiude la sfida contro i bianconeri al Meazza.
Brahim Diaz realizza il raddoppio e chiude la sfida contro i bianconeri al Meazza.

Per il resto, è sembrata solo uno sparring partner per i rossoneri che, nonostante le assenze e il fiatone del Chelsea ancora sul collo, trovano nella vittoria in campionato un tonico corroborante. Loro restano lassù, in zona scudetto. La squadra di Allegri scivola ancora, perde altro terreno dalle posizioni di vertice e, cosa peggiore, dal quarto posto. Che è lì, come obiettivo da raggiungere a tutti i costi.

E tanto basta per capire quale sia la dimensione effettiva di questo gruppo che, in un big match, registra zero alla voce grandi occasioni create. E la sconfitta solo per 2-0 è anche bugiarda… fossero entrati anche i due legni centrati da Leao le proporzioni del ko sarebbero stati mortificanti. Si attendeva un segnale, nemmeno al cospetto di un Milan decimato e stanco è arrivato. Esce con le ossa rotte.

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