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Il lato oscuro dell’addio di Lukaku al Chelsea, lo ha colpito un incantesimo misterioso

È qualcosa a metà tra la superstizione e una curiosa sequenza statistica negativa, una specie di sortilegio che a Londra sembra aver depotenziato tutti quei calciatori che hanno indossato la numero 9. Oltre a Lukaku, anche altri ex eccellenti sono rimasti scottati.
A cura di Maurizio De Santis
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Romelu Lukaku torna all'Inter (ma in prestito) dopo una stagione con più ombre che luci al Chelsea.
Romelu Lukaku torna all'Inter (ma in prestito) dopo una stagione con più ombre che luci al Chelsea.

Romelu Lukaku ha iniziato il conto alla rovescia. Tra il Chelsea e l'Inter c'è accordo totale, l'attaccante belga – che un anno fa era stato ceduto per circa 115 milioni di euro – torna in prestito. Servirà sobbarcarsi un po' di spese ma, al netto di tutto, si tratta di un vero affare per i nerazzurri che ricompongono il tandem dello scudetto (allora sulla panchina c'era Antonio Conte) e sono stuzzicati dalla possibilità di fare addirittura all-in con l'eventuale arrivo di Dybala.

I tifosi gli hanno detto che non faranno sconti: metteranno da parte il cuore e l'euforia, lo valuteranno unicamente da quanto fatto in campo. Del resto, la stagione da cui è reduce con i Blues qualche perplessità l'ha sollevata. In nerazzurro è stato protagonista di una cavalcata straordinaria, a Londra ha perso smalto, dinamismo, fiuto del gol, è sembrato quasi caduto in depressione.

Cosa gli è successo? La difficoltà nell'integrarsi con quanto richiestogli da Tuchel lo ha accompagnato da quando ha fatto di nuovo capolino a Stamford Bridge. Il tecnico tedesco credeva di avere preso il "9" che avrebbe dato peso, profondità e capacità di essere devastanti ma ha dovuto cambiare idea. Fino a quando il belga non è scivolato dietro le quinte.

Lukaku non ha mai fatto mistero che tornare a Milano era un'opzione che gli ronzava in testa. Il malessere dichiarato pubblicamente ha finito per rendergli il rapporto con l'allenatore più difficile. Ma c'è dell'altro che in Inghilterra ascrivono tra le cause della crisi del bomber.

Un breve apparizione senza infamia e senza lode per Gonzalo Higuain al Chelsea.
Un breve apparizione senza infamia e senza lode per Gonzalo Higuain al Chelsea.

È qualcosa a metà tra la superstizione e una curiosa sequenza statistica negativa: l'hanno chiamata la maledizione del numero 9, una specie di sortilegio che non ha risparmiato nemmeno lui, al punto da depotenziarlo.

Basta dare un'occhiata ad alcuni numeri per toccare con mano questo strano dato: nell'ultima stagione Lukaku ha segnato 15 gol in 44 partite per una media di 0.34 reti a match. Poco, pochissimo per una punta che era stata pagata profumatamente con ben altre prospettive.

Andando a ritroso nel tempo qualcosa di simile è capitato anche ad altri ex dei Blues: Abraham, adesso alla Roma, tra il 2019 e il 2021 non andò oltre i 30 gol in 82 incontri (media di 0.38); nel 2018-2019 Gonzalo Higuain (l'uomo del record dei cannonieri in Serie A) si smarrì segnando col contagocce (5 reti in 18 gare, media di 0.28).

La maledizione del numero 9 non ha risparmiato nemmeno Fernando Torres.
La maledizione del numero 9 non ha risparmiato nemmeno Fernando Torres.

È andata male nel recente passato anche ad altri numero 9 molto noti: nel 2017-2018 Alvaro Morata restò inchiodato ai 24 centri in 72 gare (0.34); Radamel Falcao fu tutt'altro che el tigre a Londra per le 12 presenze caratterizzate da 1 solo gol (0.08 di media) nel 2015-2016; prima ancora la sorte non fu amica né di Torres (45 gol in 172 partite, media di 0.26) né Crespo (0.31, 13 centri in 42 presenze).

Più indietro nel tempo, ma quello era un altro Chelsea, il numero 9 si rivelò quasi fatale sia per Hasselbaink sia per Vialli la cui media fu abbastanza simila: 0.49 gol a partita per l'olandese, 0.48 per l'italiano.

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