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Frank de Boer shock: “Sono negativo, ma avrei preferito contrarre il virus”

L’attuale allenatore olandese dell’Atlanta United ha così spiegato il proprio singolare punto di vista: “A quest’ora sarei immune e sano, non mi sarebbe spiaciuto risultare positivo quando abbiamo fatto i tamponi”. Poi, sulla stagione calcistica interrotta: “Rispetto all’Europa c’è una mentalità più aperta, si sta già lavorando per mettere mano alla formula dei tornei”
A cura di Alessio Pediglieri
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Frank de Boer non è positivo al coronavirus e questo è un bene sicuramente per l'allenatore olandese, per i suoi collaboratori, i suoi cari e tutte le persone che entrano in contatto con lui. Eppure, nell'intervista rilasciata ad un portale olandese, non si è detto per nulla soddisfatto. Anzi, ha ammesso che avrebbe preferito risultare positivo, contrarre il coronavirus e farsi la malattia con il decorso in quarantena.

Pazzia? No, almeno secondo De Boer che ha decisamente controcorrente, quasi incurante dalle testimonianze spesso drammatiche di chi il Covid-19 lo ha sperimentato sulla propria pelle e che avrebbe fatto decisamente a meno di contrarre il contagio a rischio della propria vita: "A quest'ora sarei immune" è stata la spiegazione rasente l'assurdo dell'ex tecnico anche dell'Inter.

L'arrivo del Covid-19 in America

Frank De Boer oggi vive e lavora in America, dove il virus sta facendo strage malgrado le misure sanitarie di ripiego e di prevenzione che stanno venendo adottate su scala nazionale. Il tecnico olandese è stato sottoposto al test dopo che alcuni suoi collaboratori sembravano accusare sintomi precisi, che facevano risalire alla malattia: "Il nostro allenatore dei portieri Orlando Trustfull e un mio assistente non si sentivano bene, poi è arrivato il turno anche di un altro membro del mio staff. Il tutto quando il virus non era ancora diffuso e se ne parlava ancora poco qui in America"

Il test: negativo al coronavirus

Da queste situazioni contingenti, il tampone per testare l'eventuale positività: "Sono risultato negativo al virus e da una parte me ne dispiaccio. A quest'ora avrei fatto la malattia e sarei oggi negativo, invece oggi non è così. Chiariamoci, sono anche contento di non essermi malato…"

Giocare sarebbe la medicina migliore, ma non si può fare se non in condizioni di sicurezza. Vedo che in alcune parti del mondo la curva inizia a livellarsi, speriamo in questo incantesimo magico con cui il virus sparirà e si tornerà alla normalità di tutti i giorni

La mentalità differente: pronti a cambiare formula alla stagione

Frank De Boer allena l'Atlanta United, un'esperienza americana dopo quelle insoddisfacenti in Europa lontano dalla sua Olanda. Una mentalità diversa, un calcio differente, in cui poter esprimere il proprio credo: "E' tutto diverso rispetto all'Europa, c'è meno pressione, meno attesa, meno aspettative". Un cambio radicale ancor più attraverso il virus: "Anche come vivere la situazione c'è più apertura. Da noi siamo ad inizio stagione, ma già si valutano vie differenti, con qualche cambio strutturale sul programma e la formula da adottare, evitando e prevenendo eventuali spostamenti e viaggi".

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